"Siamo talmente abituati a non sprofondare nel pavimento
che non ci soffermiamo mai a riflettere sul perchè"
James E. Gordon
Quali sono i problemi che possono capitare a chi acquista un pavimento in piastrelle di ceramica? Quali patologie possono rovinare una piastrellatura? e, soprattutto, come si anticipano ed evitano questi problemi?
Queste sono le domande che cercheremo di rispondere in questo articolo dove spiegheremo:
► La differenza tra un problema reale ed una mancata conformità rispetto alle aspettative
► La differenza tra i problemi delle piastrelle e problemi di posa delle piastrelle
► Problemi che si verificano immediatamente e quelli che sorgono nel tempo
Ecco la lista dei problemi - lunga ma non esaustiva - che affronteremo:
Non abbiamo la pretesa di essere riusciti a chiarire tutti i problemi che si possono verificare su una superficie piastrellata o sulla singola piastrella. Se il tuo caso non dovesse esserci, tra quelli esposti, scrivici e - se di interesse generale - inseriremo qui la risposta.
Grazie
Introduzione
Un pavimento in piastrelle durevole
Una pavimentazione in piastrelle è un sistema la cui corretta realizzazione dipende da moltissimi fattori. Dimostreremo, con questo articolo, come la bontà e la durabilità di un pavimento in piastrella sia frutto di diverse variabili.
Principali fattori per garantire la qualità di un pavimento
Tra queste, le principali sono certamente le piastrelle utilizzate; i collanti e lo stucco; una corretta esecuzione del massetto; una corretta progettazione ed una direzione lavori scrupolosa, una posa in opera a regola d'arte e, non ultima, la manutenzione periodica del manufatto.
Resistere a tensioni e deformazioni
Occorre, inoltre, tenere conto delle sollecitazioni o delle "forze distruttive" a cui è soggetto il pavimento. Queste dipendono dal suo ambito di applicazione. Ad esempio un pavimento in un centro commerciale dovrà resistere a sollecitazioni di usura da calpestio superiori rispetto al pavimento di un soggiorno di una abitazione.
Le sollecitazioni maggiori sono quelle prodotte dal movimento dei solai ceh esercitano forze di compressione o di trazione sul pavimento che possono portare a fratture.
Cliccando su "dettagli", qui sotto, potrai approfondire come le singole variabili influiscano in modo matematico sulla bontà del risultato finale.
Le variabili che influenzano la durata di un pavimento in piastrelle
Abbiamo visto come ci siano diversi fattori che condizionano la durata di un pavimento. Possiamo dire, quindi, che la durata è funzione di come è stato fatto il progetto, di quanto attenta è stata la direzione lavori e di quanto scrupolosa è stata l'esecuzione e la manutenzione del pavimento.
DURATA= funzionedi [ P (progetto) ; E (esecuzione); M (manutenzione) ; Q (qualità dei materiali) ; S (sollecitazioni) ; F (fondo) ]
La prima variabile. P: Progettista
Scegliere il giusto architetto!
Se il progetto è male eseguito o addirittura se non è proprio stato fatto avrà valore zero e annullerà il prodotto alla destra dell'uguaglianza, per cui la durata del pavimento sarà pari a zero. A svolgere questo compito è lo studio di progettazione, il geometra/architetto/ingegnere a cui darai l'incarico di progettare i dettagli costruttivi della tua abitazione. Con il tempo abbiamo raccolto una lista dei migliori architetti di Vicenza ed una dei migliori architetti di Verona. Se abiti nelle nostre zone puoi cliccare sui link e vedere alcune delle loro realizzazioni per capire quale professionista scegliere.
Progettista e norme Uni
Le norme Uni attribuiscono un ruolo fondamentale al progettista che dovrà analizzare le esigenze del cliente ed il contesto, affiancarsi nella scelta della piastrella in ceramica, progettare il nuovo massetto o analizzare il supporto in caso di sovrapposizione, il metodo di posa delle piastrelle, le caratteristiche dell'adesivo e dello stucco che verrà utilizzato per le fughe, stabilire dimensioni e posizione dei giunti. Il tutto tenendo conto della destinazione del pavimento, delle previste condizioni di esercizio e dei tempi di messa in esercizio.
Progetto di un pavimento ≠ Disegno di posa
Attenzione: lo schema di posa o il "disegno di posa" che viene redatto dal negozio di pavimenti non può essere considerato un "progetto di posa" della pavimentazione. Spesso le due cose vengono confuse ma sono concetti ben distinti che anche la Norma Uni differenzia.
Il progetto di posa eseguito da un progettista abilitato contiene molti più elementi (ad esempio la stratigrafia del pavimento) e fornisce anche indicazioni sui materiali da utilizzare mentre il "disegno di posa" eseguito dal venditore di piastrelle (che non è un progettista) si limita a presentare una semplice proposta di disposizione delle piastrelle (scelte da committente e progettista) a pavimento o in parete.
La seconda variabile: E, esecuzione della piastrellatura
L'esecuzione dipende da Posatori e Direttore Lavori
Se la progettazione è molto importante, l'esecuzione errata di un pavimento può compromettere il lavoro del progettista. Un pavimento ben progettato ma malamente eseguito può avere una durata inferiore nel tempo o presentare, fin da subito, problematiche tali da dover intervenire per sistemarle.
La bontà dell'esecuzione è il risultato della collaborazione tra posatore e direttore dei lavori. Vediamo nello specifico i compiti di queste due importantissime figure.
E:Il direttore lavori
La figura del direttore lavori è importante almeno quanto quella del progettista. Deve essere incaricato dal committente e dovrà studiare il progetto controllando costantemente che le opere in corso di esecuzione rispettino quanto stabilito dal progettista.
Il direttore lavori dovrà verificare che le piastrelle consegnate corrispondano al campione scelto, dovrà organizzare lo stoccaggio dei materiali in cantiere, dovrà vigilare sulle singole attività dei posatori e preoccuparsi che il pavimento sia protetto al termine dei lavori.
⚠️ Il committente che non incarica un direttore lavori si troverà a dovere, lui, coordinare le diverse maestranze. In sostanza diventa, automaticamente, direttore dei lavori e dovrà stendere un cronoprogramma, controllare i materiali che arrivano in cantiere siano corretti, verificare le tecniche di lavoro durante l'installazione dei vari materiali.
Il tutto senza averne le competenze!
E:Il posatore
Il posatore, da parte sua, dovrà conoscere il progetto e rispettarne le indicazioni, verificare la qualità delle piastrelle e bloccarsi in caso di presenza di difetti. Prima di iniziare a posare dovrà verificare le condizioni del supporto di posa e che la quantità di piastrelle sia corretta e comprenda un certo "sfrido" (cioè che il materiale sia in eccesso rispetto all'area da pavimentare).
Anche in questo caso, se abiti nella nostra zona, ti abbiamo indicato, di seguito, quali sono i migliori posatori di Vicenza ed i migliori posatori di Verona.
La terza variabile: manutenzione periodica del pavimento
M come anutenzione
Il committente riceverà dal venditore una scheda prodotto con le indicazioni da seguire per eseguire correttamente la manutenzione e la pulizia del pavimento. Ad esempio dovrà mantenere puliti gli scarichi, dovrà controllare che le fughe tra le piastrelle non siano crepate e che non vi siano infiltrazioni.
Dovrà controllare i giunti e provvedere al necessario ripristino periodico.
Nel caso in cui il committente non sia in grado di eseguire queste operazioni dovrà concordare con il posatore l'esecuzione di queste azioni per mantenere sempre funzionale il proprio pavimento.
Manutenzione non significa agire quando il problema si è già manifestato ma prevenirlo. Per prevenire è necessario prendersi cura periodicamente del pavimento come si farebbe con la propria automobile o con il corpo umano, mettendo in essere quegli accorgimenti che evitano il degrado.
La quarta variabile: qualità dei materiali
Q:Qualità dei materiali: piastrelle, collanti, profili, stucchi
L'ultimo elemento, ma non per importanza, è la qualità delle piastrelle e di tutti gli altri materiali che compongono il sistema di posa. Di questo parliamo spesso nei nostri articoli.
Un buon punto di partenza per imparare a distinguere la qualità delle piastrelle potrebbe essere la lettura dell'articolo che esamina perchè ci sono diversi prezzi delle piastrelle.
Un altro è rivolgersi a produttori di cui è nota la qualità dei prodotti, come quelli che trovi qui: i migliori produttori di piastrelle. Certamente un prezzo elevato non sempre significa che i materiali sono di qualità, così come un basso prezzo non implica necessariamente che si tratti di materiali scadenti, ma in mancanza di altre informazioni è comunque un buon indicatore.
Per chi, invece, vuole imparare a valutare anche gli altri aspetti che definiscono una piastrella di qualità nel nostro sito troverà moltissime indicazioni.
La quinta variabile: sollecitazioni
S: Sollecitazioni e stress a cui deve sottostare il pavimento
Un pavimento riceve molteplici sollecitazioni che dipendono dall'ambito in cui è posato. Se posiamo le piastrelle all'esterno dobbiamo tenere conto delle sollecitazioni ambientali, dei cicli di gelo e disgelo, dai cambi rapidi di temperatura. Ma anche il pavimento interno di una officina meccanica sarà sottoposto a stress da usura differenti rispetto a quelli che deve sopportare un pavimento di una abitazione.
Altri esempi sono le sollecitazioni da presenza, in ambiente, di acidi o agenti macchianti, per esempio se il pavimento viene posato in laboratori, studi dentistici o parrucchieri. Oppure sollecitazioni che mettono a prova la resistenza meccanica, nel caso in cui sul pavimento dovessero cadere oggetti pesanti.
La sesta variabile: massetto o altri piani di posa
F: Il fondo di posa: massetto o pavimento esistente
Un pavimento è composto da una serie di strati sovrapposti e tutti questi strati influiscono sulla durabilità del manufatto. Spesso, purtroppo, si danno poca importanza agli strati sottostanti ponendo attenzione solamente all'ultimo strato. Ma concentrarsi solamente sulla superficie, quindi sulle nuove piastrelle e sul collante, può causare sorprese negative.
Gli strati vanno considerati tutti, come elementi collegati ed interconnessi ed assumono fondamentale importanza.
Abbiamo dedicato articoli specifici sia al sottofondo, che al massetto, che ad eventuali pavimentazioni esistenti su cui si va ad incollare la nuova piastrella.
Intro 2
I protagonisti
Il DL ovvero come evitare (quasi) tutte le problematiche che affronteremo
Le variabili da considerare perchè il cantiere abbia un buon esito sono molte.
Ma quella che più conta, quella che ci evita di cacciarsi nei guai è avere un bravo direttore lavori.
Occorre nominare un Direttore Lavori, competente e presente
Moltissimi dei problemi su pavimenti in piastrelle - che andremo a documentare in seguito - si sarebbero potuti evitare semplicemente nominando un Progettista e di un Direttore Lavori.
Capita, invece, che il cliente finale decida di "fare da solo", sopravvalutando le proprie capacità e competenze. Ma anche il tempo e l'energia necessaria per dirigere un cantiere. Spesso risparmiare la parcella del direttore lavori significa spendere molto di più per sistemare i problemi che poi sorgono.
Un concerto senza direttore d'orchestra?
La mancanza di un progettista e di un direttore lavori provoca carenza di informazioni, malintesi, false aspettative, errori nella cronologia dei lavori e molte altre problematiche. Senza contare la tensione e lo stress che finiscono per sfociare in litigi, conflitti o, peggio, cause legali tra il committente e le altre figure coinvolte nell'esecuzione del pavimento: il progettista, il venditore, il produttore, il posatore.
Per gestire questa "orchestra" di figure serve un direttore lavori.
In Italia, purtroppo, siamo tutti convinti di essere allenatori della nazionale, esperti virologi, architetti-fai-da-te ed anche direttori-di-cantieri "laureati nella scuola della vita".
Di chi è la colpa? cosa dice la norma
La norma Uni 11493, che regolamenta le modalità con cui si posano le piastrelle, fa chiarezza sia sulla complessità del processo sia definendo i ruoli delle differenti figure a cui attribuisce responsabilità.
Nella Uni 11493 vengono, infatti, definite le diverse responsabilità dei soggetti che interagiscono nelle diverse fasi della realizzazione di un pavimento.
La norma definisce i ruoli dei singoli "attori" e ad ognuno attribuisce delle responsabilità:
committente: si tratta del cliente finale che sceglie i diversi interlocutori: progettista, direttore dei lavori, rivenditore, posatore... Il committente interagisce con il progettista per evidenziare i requisiti tecnici ed estetici nonchè le prestazioni che la piastrellatura deve possedere. Di fatto è la figura che, una volta ricevute le indicazioni dal progettista, sceglie la piastrella.
progettista: è un professionista iscritto all'ordine (architetto, geometra, ingegnere) che individua la soluzione costruttiva, che definisce la stratigrafia del pavimento, che da indicazioni vincolanti sulle caratteristiche dei vari materiali da utilizzare e sulle tecniche di posa da utilizzare. È colui che redige il "progetto della pavimentazione" che viene poi trasmesso alla direzione lavori e agli operatori in cantiere che lo dovranno rispettare.
direzione lavori: è probabilmente il ruolo più importante nel processo di posa dei pavimenti. Le sue funzioni vanno dal dover vigilare sul rispetto del progetto, alla verifica dei materiali che arrivano in cantiere, organizza il coordinamento tra gli artigiani ed ha la facoltà di bloccare i lavori nel caso sospetti irregolarità nelle tecniche di posa o nei materiali utilizzati
posatore: deve rispettare quanto riportato nel progetto e deve attenersi alle decisioni della direzione lavori.
produttore: i produttori dei differenti materiali necessari per la realizzazione di un pavimento devono rispettare le norme di prodotto, vigenti ed applicabili, fornire le schede prodotto secondo le norme e le leggi in vigore.
venditore: alla funzione vendita spetta il compito di immagazzinare i prodotti fino al momento della consegna, nonchè di mettere a disposizione del committente tutte le informazioni sui prodotti, sia tecniche che di sicurezza.
Tutto chiaro allora?
Non proprio...
Nella realtà il direttore lavori, spesso, manca!
La definizione di compiti ai vari operatori permetterebbe di individuare immediatamente le responsabilità ma, purtroppo, non sempre nella realtà il processo avviene con le modalità previste dalla norma.
Spesso ci troviamo in situazioni dove (1) manca il progettista, oppure (2) manca il direttore lavori, oppure (3) entrambi sono stati nominati ufficialmente ma, nella pratica, non si occupano dei pavimenti.
E, in questi casi, chi gestisce le pavimentazioni in cantiere?
1. Il committente non ha un progettista nè un direttore lavori:
Accade spesso che il committente non reputi necessario farsi assistere da un professionista perchè si reputa sufficientemente competente per gestire una ristrutturazione, magari di minore entità, o più semplicemente per risparmiare il costo della parcella (risparmio che si finisce per pagare caro a causa dell'inesperienza).
In questo caso è lo stesso committente che prende decisioni su quale sia la piastrella più opportuna da acquistare, su quale sia la tecnica di posa delle piastrelle da utilizzare o su quale stratigrafia realizzare per la pavimentazione interna o esterna della sua casa.
Le scelte tecniche sono prese dal committente semplicemente confrontando diversi preventivi e raccogliendo informazioni da diverse fonti. Chi opera nel nostro settore sa che questa situazione è, purtroppo, la più frequente.
2. Il committente non ha un direttore lavori:
Se la mancanza di un progettista è grave, la scelta di non avvalersi di un direttore lavori rischia di essere fatale.
Il cliente finale si trova a dover sovraintendere ai lavori senza avere nè il tempo nè la competenza che servirebbero. Generalmente il cliente finale sottostima sia la quantità di tempo necessaria (da togliere a famiglia ed impegni lavorativi) sia la complessità delle decisioni da prendere, sia l'esigenza di coordinare i differenti operatori. I risultati sono un continuo slittamento del cronoprogramma ed una presenza discontinua in cantiere che non consente di accorgersi di tecniche di posa errate o di problemi sui materiali utilizzati.
3. Il cliente ha un progettista ed un direttore lavori ma solo "per la burocrazia":
Questa situazione è del tutto simile alle due precedenti. Il cliente ha nominato ufficialmente un progettista ed un direttore lavori, ma non per avere l'assistenza in cantiere, bensì per svolgere il solo compito "burocratico", cioè la presentazione della CILA o della SCIA agli uffici del Comune. Il cliente si sente libero di poter fare sia le scelte progettuali (determinare tipologie di materiali, tecniche di posa...) che di coordinare i vari addetti in cantiere, decidere le tempistiche etc.
Come vedremo le prime due situazioni, purtroppo estremamente frequenti, sono tra le principali cause dei problemi che esamineremo.
La situazione (3) era più frequente in passato quando il direttore lavori ed il progettista sottovalutavano la loro responsabilità tralasciando di svolgere quanto di loro competenza.
Cosa dice la legge?
Di recente, infatti, una serie di sentenze ha posto in capo ai professionisti in parte o in toto la responsabilità di problematiche relative ai pavimenti. Questo rende ogni giorno più evidente come i professionisti non possano abdicare alla loro funzione "fidandosi" del committente. Quest'ultimo spesso assume su di sè compiti e decisioni che spetterebbero al progettista o al DDLL, ma nel caso di problematiche saranno i professionisti a pagare per la "mancanza di competenza" del committente.
Lo ribadiamo per l'ennesima volta: un progettista capace ed un direttore lavori competente possono evitare quasi tutti i problemi che incontrerai nella lettura di questo articolo.
Per prima cosa cerchiamo di distinguere le differenti fattispecie di problemi che possono verificarsi in una piastrellatura, considerando tre differenti casi: il vizio, la difformità ed il difetto, che può essere anche grave.
Vediamo come si distinguono i diversi casi.
1. Vizio
Per vizio intendiamo una imperfezione consistente in una carenza di qualità della piastrella o in una posa in opera non conforme, come si sente spesso dire, alla "regola dell'arte". Terminologia che perde di significato dal momento che oggi ci sono delle precise norme Uni che regolamentano tolleranze ed errori sia della piastrella che della posa.
Quando parliamo di qualità di una piastrella intendiamo il rispetto di una serie di caratteristiche intrinseche ed estrinseche della stessa, che, come detto, sono oggi normate. Una piastrella di cattiva qualità presenta delle anomalie, delle deviazioni rispetto alla norma, delle atipicità. Per esempio delle piastrelle che presentano un difetto (una bolla) nella superficie.
Nelle piastrelle
2. Difformità
Per difformità intendiamo una differenza, una diversità tra quanto è stabilito in progetto e/o nel capitolato tecnico e quanto viene realizzato in opera. Un esempio di difformità è una piastrellatura realizzata con posa diritta a file parallele mentre in progetto era prevista una posa in diagonale.
3. Difetto
Un difetto rappresenta una mancanza (ma anche una insufficienza o una incompletezza). Un esempio di difetto è la mancanza di planarità della piastrellatura o la presenza di gradini rilevanti tra una piastrella e l'altra. Il difetto può pregiudicare la sicurezza, il benessere e la fruibilità di un opera ed essere, quindi, grave.
4. Patologia
Con questo termine, ripreso dalla scienza medica, intendiamo il degrado, il deterioramento di un pavimento dovuto ad errori progettuali, a difetti dei materiali, ad errata posa in opera. Occuparsi di patologie dei pavimenti significa ricercare le cause, le responsabilità e le modalità che permettono di riportare una situazione di degrado del pavimento allo stadio originario.
Le conseguenze di difformità, vizi e difetti
Quali sono le conseguenze che può dare una pavimentazione danneggiata? Pensiamo ad esempio ai problemi di una pavimentazione esterna: il fatto che alcune piastrelle siano rotte o sollevate oppure che ci siano dei dislivelli tra una piastrella e l'altra comporta una serie di disagi e di rischi per la sicurezza di chi ne usufruisce.
Ma potrebbe diventare un problema ben più grave se una difformità nei sistemi di impermeabilizzazione del pavimento genera un allagamento dei locali sottostanti compromettendone la fruibilità.
Altri esempi di conseguenze di difetti su piastrellature
un pavimento esterno dissestato, e magari non opportunamente illuminato, può causare infortuni a chi ci transita;
un dissesto nel viale carraio, magari provocato da radici degli alberi, può provocare danni all'automobile;
piastrelle rotte con distacco di pezzi o crepe nel pavimento in un bar o in un ristorante (magari nei bagni) diventa sinonimo di trascuratezza e di scarsa igiene e finisce per rovinare l'immagine, la reputazione dell'esercizio commerciale;
in un ospedale, questa sensazione di trascuratezza è ancora più grave perchè viene spontaneo pensare ad una correlazione con la nostra salute;
un pavimento o un rivestimento danneggiati in un bagno di un hotel può diventare facilmente oggetto di foto e recensione negativa e relativi danni reputazionali;
danni o carenze in un pavimento di una cantina di vinificazione o in uno stabilimento caseario potrebbero trasformarsi in sanzioni da parte delle autorità preposte a controllare l'igiene.
Gli esempi che si possono fare sono ancora molti, ma credo di aver reso l'idea di quanto sia importante curare sia l'installazione sia la manutenzione di un pavimento. Quello che cercheremo di fare, in questo articolo, è studiare quali sono i fenomeni che portano a queste problematiche, quali siano gli errori progettuali, quelli di esecuzione ed infine quelli di mancata manutenzione che portano al degrado di una pavimentazione.
Il pavimento: definizione
Un'altra definizione che dobbiamo dare, prima di procedere ad esaminare i problemi, è quella di pavimento. Con questo termine si intende il rivestimento orizzontale superficiale del solaio. Il pavimento avrà funzioni molto differente in base alla destinazione d'uso degli ambienti.
Il pavimento è composto da diversi strati, a partire dal solaio: un sottofondo che ospita gli impianti idrotermici e elettrici, un (eventuale) strato dedicato al riscaldamento a pavimento, un massetto che funge da supporto per il pavimento e da ripartitore di carichi sul quale viene incollato l'ultimo strato, le piastrelle.
Intro 4:
Diagnostica e problemi sui pavimenti
Per diagnostica intendiamo la metodologia che ci permette di determinare le problematiche. Generalmente si evitano i metodi distruttivi, quantomeno in prima istanza, preferendo l'osservazione diretta e l'utilizzo di termocamere.
Prevenire è meglio che curare
Come abbiamo detto più volte la presenza di un progettista e di un direttore lavori è fondamentale per prevenire l'insorgere di problematiche sui pavimenti di piastrelle e successive conseguenze legali.
Altrettanto importante è la collaborazione fattiva del cliente, durante i lavori. In un articolo semi-serio abbiamo tentato di spiegare perchè la collaborazione sia fondamentale e come alcuni clienti non vivano bene i lavori in casa.
Ma come prevenire?
Una buona prevenzione consente di evitare moltissimi problemi per questo l'ultima parte di questa introduzione la dedichiamo a tre esempi di problemi che si possono incontrare in un pavimento in piastrelle suggerendo anche le modalità per prevenirli.
Esempio 1 - Fessurazioni
La fessurazione avviene in corrispondenza di punti in cui il pavimento è particolarmente sollecitato e generalmente la causa la dobbiamo a:
eccessiva mobilità del pavimento
mancata considerazione delle dilatazioni tra differenti materiali
posa senza giunti di dilatazione
posa senza rispetto dei tempi di asciugatura e/o dei tempi di esercizio.
Per prevenire questi fenomeni è necessario:
se si posa su supporti troppo elastici (ex. solai in legno che flettono) oppure adottare sistemi che ammortizzino le flessioni, sia per il massetto che per la posa delle piastrelle. Va valutato l'utilizzo delle membrane desolidarizzanti, collanti elastici e la stuccatura con stucco epossidico.
i giunti di dilatazione vanno opportunamente calcolati e dimensionati, considerando con particolare attenzione i punti critici.
occorre rispettare i tempi tecnici previsti dai differenti materiali riportati nelle schede tecniche.
Esempio 2 - Distacchi
Il distacco delle piastrelle avviene quasi sempre per errori durante il processo di posa. Le cause sono, quindi:
che al termine della posa, e finchè i tempi non lo consentono, sia interdetto l'accesso al cantiere di altri operatori
Esempio 3 - Sollevamenti
I sollevamenti sono fenomeni improvvisi che avvengono perchè il pavimento è sottoposto a tensioni che superano il punto di sopportazione diventando incontenibili. In quel momento solitamente si percepisce una sorta di boato ed il pavimento si solleva improvvisamente.
Generalmente le cause del sollevamento sono una combinazione di più fattori, ad esempio la flessione eccessiva del solaio, sbalzi di umidità e la mancanza (o errata esecuzione) dei giunti che permettono di assorbire le tensioni.
Per prevenire i sollevamenti è necessario
che vengano progettati ed eseguiti correttamente i giunti perimetrali e quelli intermedi
che sia eseguita correttamente la stuccatura delle piastrelle
Buona lettura!
Come vedrai nel prosieguo dell'articolo abbiamo diviso le problematiche in capitoli:
1 Problemi di comunicazione. Quando due o più interlocutori comunicano tra di loro si possono ingenerare equivoci, malintesi, errori di comprensione che possono dar luogo a problemi anche gravi.
2 Problemi di conformità. Le piastrelle ma anche la posa in opera devono rispettare certi parametri normativi.
3 Problemi di durabilità. Un pavimento ben progettato deve poter durare molti anni, ma può accadere che la durata della vita si accorci.
4 Problemi di sicurezza. La piastrellatura deve essere sicura per chi ci transita o per chi ci abita.
CAPITOLO 1
CARENZA DI INFORMAZIONI E DI COMUNICAZIONE
Abbiamo suddiviso i problemi in diverse categorie. Nella prima categoria di problemi che si possono creare quando si acquista un pavimento in piastrelle abbiamo inserito le questioni generate da:
le false attese,
la mancanza di comunicazione,
i fraintendimenti,
il non aver deciso "chi fa cosa" in cantiere
l'assenza di un controllore
In questa categoria di problemi vedremo come piccole omissioni nella comunicazione o malintesi che possono ingenerare errori e problemi.
Parleremo di:
Piastrelle arrivate sbagliate
Piastrelle che sembrano sbagliate
Piastrelle insufficienti
Piastrelle troppo stonalizzate
Piastrelle troppo pesanti
1.1. Le piastrelle sono differenti da quelle ordinate
Il codice prodotto è diverso da quello visto
Il primo caso è quello in cui vengano consegnate delle piastrelle completamente diverse da quelle ordinate. Attenzione: se, come vedremo nel punto (1.2) possono verificarsi dei malintesi o di una tonalità differente in questo caso, invece, si tratta di un vero e proprio errore commesso (dal cliente o dal venditore) in fase di acquisto con una identificazione errata del prodotto scelto.
Come evitare che questo errore abbia conseguenze drammatiche? Bisogna controllare prima di posare!
Si controlla al momento dello scarico in cantiere
Il controllo della corrispondenza tra le piastrelle che arrivano in cantiere e quelle viste al momento della scelta (l'ideale sarebbe avere un campione fisico per il confronto) va fatto al momento della consegna, prima di firmare il documento di trasporto.
Questo controllo spetta al direttore dei lavori oppure, in assenza di DDLL, al committente.
Attenzione: questo controllo non verrà eseguito nè dal posatore (che non sa quale sia il prodotto ordinato), nè dal venditore (non è presente in cantiere) e nemmeno, ovviamente, dal produttore.
Capiremo tra breve quanto sia importante che questo controllo venga effettuato per evitare di aggravare le cose e finire a dover gestire complessa causa legale.
Che cosa si controlla?
Al momento dello scarico in cantiere il direttore lavori - o, in sua mancanza, il committente - controlla la conformità delle piastrelle rispetto a quanto ordinato dal cliente. Inoltre verifica la quantità ed il formato delle piastrelle aprendone alcune scatole. Va anche verificato che gli imballi siano integri, non danneggiati, perchè questo potrebbe significare che ci sono delle piastrelle rotte all'interno dell'imballo.
Nel caso di difformità - cioè nel caso di piastrelle differenti da quelle ordinate dal committente - nel colore o nel formato, oppure che ci siano dei pacchi danneggiati o che le quantità non siano quelle attese è necessario fermare immediatamente i lavori e comunicare subito al fornitore l'imprevisto. Questi si dovrà preoccupare di porre rimedio sostituendo le piastrelle arrivate sbagliate.
E se le piastrelle non vengono controllate?
Ma se questo controllo non viene fatto al momento giusto? Che cosa succede se ci si accorge dell'errore quando le piastrelle sbagliate sono già state posate?
Chi risponde del danno?
Ebbene in questo caso il problema che si deve gestire è molto più grave: quello che si poteva risolvere con un "reso" del prodotto sbagliato e con la ri-consegna del prodotto corretto, diventa, invece, un danno da decine di migliaia di euro.
Insomma un mancato controllo che sembra "banale" può trasformare un danno da poche decine di euro, in una situazione drammatica.
100 euro di danno possono diventare 10.000 solo per un mancato controllo
Per rimediare alla posa di un pavimento sbagliato occorre, infatti, demolire il pavimento posato (con il rischio di rovinare il massetto o gli impianti) smaltire il materiale in discarica, togliere dal massetto dai residui del collante (senza danneggiare il massetto), ordinare un nuovo pavimento e sostenere i costi per la seconda posa in opera. A questo si aggiungono i disagi per i tempi che si allungano.
Se, invece, si fosse fatto il controllo si sarebbe semplicemente dovuto restituire il materiale sbagliato al fornitore che avrebbe, magari già il giorno dopo, consegnato in cantiere quello corretto. Il tutto con un minimo disagio ed un costo minimo.
Chi paga?
Insomma un danno di nemmeno 100 euro (il costo del trasporto per restituire il materiale errato) può diventare un danno che supera ampiamente i 10.000 euro, semplicemente perchè nessuno ha controllato al momento dello scarico.
Ma chi ha il compito di controllare, quando si deve fare questo controllo e cosa va fatto nel momento in cui ce ne si accorge?
Ne abbiamo parlato approfonditamente qui:
Può capitare che un cliente percepisca una netta differenza tra la piastrella scelta e quella consegnata sebbene la piastrella sia stata correttamente ordinata.
Questo può essere dovuto ad una illuminazione troppo calda o troppo fredda in negozio, diversa da quella della casa, specie se si utilizza un faro da cantiere.
In ogni caso è giusto che il direttore lavori e/o il cliente verifichino la correttezza del materiale ordinato sospendendo la posa: meglio uno scrupolo in più che dover demolire l'intero pavimento.
Verticale o orizzontale?
Può capitare che, a trarre in inganno il cliente, sia anche una posizione dei campioni visti in negozio differente: spesso nei negozi i pannelli di campioni sono posti in verticale, cosa che farà percepire diversamente la piastrella rispetto alla disposizione orizzontale nell'abitazione.
La differenza con cui la luce colpisce le piastrelle poste in verticale (radente) rispetto a quelle poste in orizzontale (incidente) modifica nettamente la percezione dei colori.
Piastrelle da stuccare o stuccate?
Spesso si percepisce una differenza tra le piastrelle scelte e quelle arrivate perché i campioni visti in show room sono perfettamente stuccati, mentre le piastrelle consegnate in cantiere vengono prese dalle scatole, poste a terra ed esaminate senza stuccatura. Per verificare l'effetto finale occorre prendere una manciata di stucco e posizionarne un po', a secco, nella fuga tra una piastrella e l'altra.
Toni di produzione differenti
A complicare ancora di più la situazione, ci può essere il noto problema dei toni: il processo produttivo del grès non può garantire l'esatta riproduzione del campione ed ogni lotto produttivo differisce dal precedente nonostante ricetta e macchinari siano tarati nello stesso identico modo. È sufficiente una differenza di pressione atmosferisca o di umidità ambientale per generare una (piccola) differenza nella tonalità del grès.
In sostanza il prodotto che esce dal forno non è, beninteso, completamente diverso da quello ordinato, ma, purtroppo, differisce leggermente dal campione. Ribadisco: cosa del tutto normale nel mondo della ceramica.
I differenti toni, relativi a lotti produttivi diversi, non si devono confondere con la "stonalizzazione". Quest'ultima caratteristica, come vedremo di seguito è voluta!
Stonalizzazione
La stonalizzazione è la differenza di tonalità tra una piastrella e l'altra all'interno dello stesso lotto produttivo, una differenza armonica e ricercata.
Alcune piastrelle, per esempio quelle che imitano i prodotti naturali, vengono progettate in modo che ci sia una forte stonalizzazione, cioè che tra loro le piastrelle siano notevolmente diverse. Altri prodotti, per esempio quelli che imitano le resine o i marmi lucidi, hanno, invece, stonalizzazioni più moderate ed una ricercata omogeneità cromatica. I produttori hanno stabilito 3 classi di stonalizzazione:
V2 Leggere sfumature ma colorazione sostanzialmente uniforme
V3 Moderata stonalizzazione per rendere maggiormente i concetti di materiale naturale, di invecchiamento ed usura differenziati
V4 Marcata stonalizzazione, utilizzata in collezioni che richiamano materiali naturali come la pietra e il marmo, ricche di contrasti e differenze
Nel caso di stonalizzazione V3 e V4 non ha molto senso confrontare due singoli campioni di piastrella occorre valutare almeno una mezza dozzina di piastrelle prese da scatole diverse
Come rimediare?
Queste ed altre motivazioni possono generare malintesi e problemi al momento della posa in opera. Il direttore lavori ha il compito di verificare "le campionature dei prodotti", quindi spetta a lui verificare la conformità tra quanto arrivato in cantiere e quanto ordinato.
Come abbiamo più volte detto è comunque un bene risolvere questi dubbi prima di proseguire con la posa, per evitare danni ben più rilevanti.
Cliccando sul pulsante qui di seguito approfondiamo questi casi, spiegando quali sono gli aspetti che possono ingenerare false attese e delusioni e raccontandoti anche alcuni aneddoti a riguardo.
Problema: la quantità di piastrelle ordinate non basta
CONTROLLARE QUALITÀ E QUALITÀ DELLE PIASTRELLE
Oltre a controllare che le piastrelle arrivate siano quelle realmente ordinate, il direttore lavori (o in mancanza il committente, magari aiutato dal posatore) dovrà verificare anche che siano in quantità sufficiente per riuscire ad ultimare il lavoro. Se così non fosse è meglio non iniziare il lavoro ed attendere, prima, che arrivi l'integrazione di piastrelle necessarie.
ATTENZIONE AL TONO QUANDO SI INTEGRA DEL MATERIALE
Quando ci si trova nella situazione di dover ordinare il materiale mancante va specificato al venditore presso il quale abbiamo acquistato che il materiale dovrà avere lo stesso tono di quello arrivato in quantità insufficiente. Le piastrelle vengono, infatti, prodotte per lotti e due lotti prodotti in momenti diversi possono avere tonalità differente. Se è passato diverso tempo dall'ordine (magari a causa di un ritardo del cantiere) occorrerà, quindi, precisare che l'ordine di integrazione abbia lo stesso tono del precedente o, se non è possibile, che i due toni siano abbinabili.
E SE NON SI CONTROLLA?
Una insufficiente quantità di piastrelle può sembrare un problema banale... ma così non è.
Il primo problema è quello di dover sospendere il lavoro e far tornare il piastrellista, con tempi che si allungano. Ma questo, ti assicuro, è un problema davvero minore rispetto al rischiodinon riuscire più a trovare la piastrella dello stesso tono di quella che si è già iniziato a posare e nemmeno di un tono abbinabile.
Ci è successo di dover togliere tutta la pavimentazione posata semplicemente perchè mancavano pochi metri per completarla e, purtroppo, questi metri non erano più disponibili.
Abbiamo scritto un articolo specifico, che puoi visualizzare cliccando questo pulsante, in cui analizziamo sia le cause, sia quello che va fatto per evitare questo problema.
Abbiamo già citato la stonalizzazione, come una possibile causa di malintesi quando si confronta il prodotto arrivato in cantiere rispetto al campione visto in negozio.
Questo argomento merita di essere approfondito perchè talvolta può essere causa di contestazioni in quanto il cliente non aveva compreso, in fase di vendita, che la piastrella acquistata avesse questa caratteristica. La cosa che succede più di frequente è che il cliente, vedendo in negozio uno o due campioni di piastrelle, non sia riuscito a capire l'entità della stonalizzazione.
Stonalizzazione: difetto o ricerca?
La stonalizzazione, in una piastrella, può essere un effetto ricercato specie quando le piastrelle imitano una pietra o un cotto rustico, ma anche quando imitano particolari tipologie di marmi o effetti metallici.
In questi casi l'obiettivo del designer che crea la piastrella è proprio quello di riprodurre la naturale stonalizzazione di questi materiali. Insomma si tratta di una cosa ricercata, non certo di un errore.
Proprio per evitare malintesi molti produttori segnalano la cosa nel catalogo classificando la stonalizzazione come V2, V3 oppure V4, e apponendo questa classificazione anche nelle scatole. Altrettanto importante è che il cliente venga messo al corrente di quanto stonalizzata sarà la piastrella e che l'esame di un singolo campione potrebbe non essere sufficiente per capire come verrà il pavimento finito.
Accortezze necessarie in fase di posa
In caso di prodotti stonalizzati il posatore avrà il compito di miscelare i prodotti attingendo da scatole diverse (ed il direttore lavori vigilerà in tal senso) in modo da rendere casuale e "naturale" l'effetto finito.
Non bisogna commettere l'errore di raggruppare toni omogenei altrimenti il pavimento finale presenterà delle "macchie" di colore omogeneo.
La stonalizzazione è contestabile?
Può accadere che il cliente finale contesti la stonalizzazione. Quasi sempre, però, si tratta di stonalizzazioni ricercate ed attentamente studiate dal produttore, non certo di difetti.
Ma può capitare che il cliente non si renda conto di questo fatto. Cioè consideri un difetto quello che è, invece, un effetto desiderato e che ha richiesto impegno per riuscire a produrre piastrelle con una "armonica disomogeneità".
Eppure o pavimenti che imitano materiali naturali perderebbero la loro bellezza senza stonalizzazione. Diventerebbero noiosi e ripetitivi, sembrerebbero falsi. Pertanto la stonalizzazione rappresenta indubbiamente un plus estetico.
Certamente questo aspetto deve essere correttamente spiegato e motivato in fase di vendita, altrimenti è probabile che si creino degli equivoci ed il cliente finale possa non apprezzare questo sforzo che a lui può sembrare un difetto.
Quando la stonalizzazione è un difetto?
Ma può accadere che il tono differente tra una piastrella ed un altra sia, invece, frutto di un errore?
Non è un problema comune, anzi è piuttosto raro perchè i toni dei lotti produttivi vengono controllati sia da dispositivi elettronici che da persone. Ma può accadere che, in alcune tipologie di piastrelle progettate per dare come risultato una superficie omogenea, vi siano delle piastrelle di tono differente.
Oppure può accadere che vengano mescolati lotti produttivi diversi (toni diversi) dando luogo, in questo caso, ad una stonalizzazione fastidiosa.
Tra l'altro questo potrebbe anche essere aggravato dall'effetto "chiazze di colore" perchè il posatore, che non può sapere di questa disomogeneità, non attinge a differenti scatole per miscelare il prodotto finendo per posare gruppi di piastrelle omogenee vicine tra di loro.
Come prevenire questi problemi?
Per evitare questa problematica vanno esercitati questi controlli preventivi:
il produttore controlla, all'uscita dal forno, che il prodotto sia "tonalizzato" cioè che le diverse piastrelle rientrino in un range di tonalità che consente un accostamento armonico. Beninteso questo non significa che le piastrelle debbano essere "identiche", questo è impossibile per il tipo di processo produttivo.
il produttore attribuisce toni differenti a lotti produttivi differenti. Il tono solitamente si esprime con una lettera o con un numero e solamente le partite che hanno lo stesso numero (quindi lo stesso tono) possono essere posate assieme.
il negozio controlla, al momento del ricevimento della merce ordinata dal produttore che l'intera partita che fornirà al cliente finale abbia un unico tono
il posatore, assieme al direttore lavori, apre le scatole e controlla a campione, accostando a terra a secco una quantità di materiale, che non ci siano piastrelle "fuori tono".
E se è troppo tardi? se le piastrelle sono già posate?
Come abbiamo più volte detto se non c'è assoluta certezza che la piastrella vada bene il direttore lavori deve bloccare la posa. Accorgersi subito del problema consente di porvi rimedio con costi minimi: il negozio ritirerà il materiale errato e ri-consegnerà il materiale corretto. In questi casi è molto facile trovare una soluzione amichevole tra le parti.
Ma se tutti questi controlli vengono eseguiti e comunque se ci si trova a lavori ultimati ad avere problemi di toni differenti?
Se il lavoro è concluso, purtroppo, il danno è molto più grave della semplice sostituzione delle piastrelle. In questo caso potrebbe essere necessario rimuovere una porzione di pavimento o, addirittura, l'intero pavimento. Di fronte ad un danno di questa entità tutti cercano di rifuggire dalle proprie responsabilità: sia il cliente finale, sia il direttore lavori, sia il posatore, sia il produttore. Ognuno opponendo ragioni differenti, al fine di evitare di sostenere un costo ben più rilevante.
In questi casi è molto probabile che la contestazione sfoci in una causa legale (di cui parliamo al termine di questo articolo) come quella di cui alleghiamo sentenza della Corte di Cassazione.
Una sentenza dei giudici di cassazione sul tono del pavimento
Un cliente si accorge di una differenza di tono nel pavimento di cui nè lui nè il posatore si erano accorti nè prima nè durante la posa. Il cliente fa causa al rivenditore. Nasce un progetto con tre gradi di giudizio. Questa la decisione finale della cassazione.
Quando si va a posare un pavimento in sovrapposizione ad un pavimento esistente occorre sincerarsi del fatto che il solaio esistente, già caricato permanentemente con il vecchio pavimento, riesca a reggere anche il peso aggiuntivo.
Per chi vuole approfondire abbiamo dedicato un articolo al peso delle piastrelle:
In estrema sintesi: esistono sia collanti a basso peso specifico che piastrelle di spessore ridotto che possono risolvere questi problemi. In alternavita occorre valutare la possibilità di consolidare la struttura.
Ma, anche in questo caso, occorre analizzare la questione assieme al proprio progettista prima di ordinare e mettere in opera delle piastrelle scelte a caso, per non incorrere in problemi gravi.
CAPITOLO 2
PROBLEMI DI CONFORMITÀ DI PIASTRELLE E DI POSA
Se la prima categoria di problematiche viste riguardava dei "sospetti" di non conformità del materiale la seconda categoria di problemi e patologie riguarda problematiche sulla piastrella o sulla piastrellatura ultimata. I problemi si fanno più gravi e l'entità economica del danno è ben superiore.
Modalità di esame della piastrellatura
Prima di addentrarci nelle varie situazioni facciamo presente come vanno esaminati i difetti vanno esaminati, sempre secondo la norma Uni 11493.
I problemi vanno esaminati:
"ad una distanza minima di 1,5 metri": quindi stando in piedi, non inginocchiati o sdraiati a terra
"non con luce radente": la luce che colpisce il pavimento dovrà essere "luce diffusa", quindi luce naturale (dalle finestre) o luce artificiale. Se la sorgente luminosa radente (porte finestre, fari posti a pavimento, led installati a filo parete) evidenzia dei difetti che non sono visibili una volta spenta la luce radente ed illuminati i pavimenti o i rivestimenti con la luce diffusa, questi difetti non sono da considerarsi tali.
Argomenti di questo capitolo
Parleremo di:
Piastrelle non planari
Piastrelle non in squadra
Piastrelle non calibrate
Piastrellature non planari
Dimensioni delle fughe irregolari
Colori delle fughe irregolari
Macchie di sporco sulle piastrelle
Cavillature sulle piastrelle
Piastrelle che cantano a vuoto
Fughe a livello più basso rispetto alle piastrelle
Fughe che si staccano
Piastrelle tagliate in modo errato
Errori nelle partenze
Crateri nelle piastrelle
Battiscopa in ceramica posati male
Profili di finitura posati male
Gradini posati male
2.1 Piastrelle non planari, non calibrate, storte
Piastrelle storte, non planari, con bordi non ortogonali
Problema: la piastrella non è planare!
Dobbiamo distinguere tra piastrella e piastrellatura: la piastrella è il singolo elemento, mentre la piastrellatura è il pavimento composto dalle diverse piastrelle una volta che sono state posate e stuccate.
In questo paragrafo parleremo di non planarità riferita alla singola piastrella.
Può accadere di trovarsi di fronte ad una partita di piastrelle in cui qualcuna o tutte presentino un difetto di mancata planarità. Questo significa che le singole piastrelle possono presentare una superficie (o porzione di superficie) concava o convessa. Un esempio è la foto qui sopra in cui due piastrelle, appoggiate tra di loro rivelano una evidente convessità. Difficilmente si potranno posare piastrelle con difetti così evidenti senza compromettere il risultato finale del pavimento.
Esiste una tolleranza definita per le piastrelle, espressa dalla norma Uni En Iso 10545.2 che definisce fino a che valori una piastrella può essere considerata planare e quando, invece, deve essere considerata difettosa.
>>>Planarità delle piastrelle in ceramica>>> [in preparazione]
Preciso che il controllo della planarità non va fatto appoggiando due piastrelle faccia contro faccia, ma lo abbiamo fatto perchè l'effetto risulta amplificato altrimenti sarebbe poco percepibile in fotografia.
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Bordi delle piastrelle non diritti ("non in squadra")
Un altro problema simile - e altrettanto importante - è la non ortogonalità dei bordi delle piastrelle. La piastrella, per poter essere posata correttamente deve essere un quadrato oppure un rettangolo con tutti gli angoli a 90°. Se, invece, è un trapezio, non si può posare.
DIFETTO RARO MA ACCADE
Incorrere in questo tipo di difetto è poco probabile, ma a noi è accaduto più di qualche volta. Questa anomalia ha origine nella fase di rettifica delle piastrelle, quando il prodotto viene caricato in modo errato nella macchina rettificatrice.
COSA FARE?
Il posatore si accorge subito di questo problema, non appena inizia a posare e noi consigliamo di non procedere ma di bloccarsi, controllare con una squadra quanto sono le piastrelle che presentano il difetto: se sono poche si possono utilizzare per i tagli perimetrali e quindi si può posare il pavimento, mentre se sono presenti in una percentuale rilevante occorre chiedere la sostituzione dell'intera partita.
Esempi di piastrelle con bordi non in squadra
Se clicchi per ingrandire l'immagine vedrai come la squadra metallica rilevi una non ortogonalità dei lati della piastrella
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Piastrelle non calibrate
Le piastrelle hanno calibri differenti tra di loro
Per poter accostare piastrelle di differenti colori o di differenti formati occorre che queste abbiano lo stesso calibro. Cioè che i lati siano della stessa misura. Questa cosa non è così banale come può sembrare. Le piastrelle vengono, infatti, prodotte in forno e, cuocendo, la loro dimensione diminuisce. Per questo alle piastrelle viene assegnato un "calibro" - generalmente un numero che va da 0 a 9 - e che identifica larghezze omogenee tra di loro.
Calibri differenti non possono essere posati assieme
Le piastrelle di calibro "0" non possono essere posate assieme a piastrelle di calibro "4", ad esempio. Quando si acquistano piastrelle di colore diverso occorre specificare che il progetto prevede di posare i due colori uno accanto all'altro, e richiederli, pertanto, dello stesso calibro.
Nell'esempio qui di seguito i due colori hanno calibri differenti. Il problema sembra poco evidente ma dopo un certo numero di piastrelle la differenza di allineamento è notevole.
Esempi di piastrelle scalibrate
Ingrandire la foto
In questa piastrella esagonale i lati non hanno tutti la stessa dimensione.
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2.2 Pavimento in piastrelle non planare
Problema: la piastrellatura non è planare
Se, invece, la piastrella è planare ma è la piastrellatura a non essere planare?
Denti, gobbe e dislivelli nel pavimento finito
Questo accade molto più spesso ed è, tra i problemi, uno dei più riscontrati. Quello che accade è che il direttore lavori oppure il committente segnali la presenza di dislivelli tra una piastrella e l'altra, la formazione di "denti" in corrispondenza di piastrelle adiacenti.
Abbiamo dedicato a questo uno specifico articolo, clicca qui di seguito per leggerlo:
Va ribadita, anche in questo caso, l'estrema importanza della corretta esecuzione del massetti o la verifica della perfetta planarità del supporto su cui si vanno ad incollare le piastrelle. Tipico è il caso della sovrapposizione di piastrelle su di un vecchio pavimento, magari dopo la demolizione dei divisori tra una stanza e l'altra. Le irregolarità di livelli del fondo, la presenza di gobbe o di avvallamenti, genera delle irregolarità sulla superficie piastrellata
Quando la displanarità della piastrellatura dipende dal massetto
Massetto e grès a spessore sottile
Se dobbiamo posare grès di spessore sottile (le grandi lastre di grès laminato) il controllo della regolarità del supporto assume ancora più importanza. La norma Uni 11493 attribuisce al direttore lavori il compito di controllare la planarità del massetto. Da parte nostra suggeriamo che anche il posatore, prima di posare, effettui un controllo accurato. E che, nel caso di gravi irregolarità, si rifiuti di posare se prima non viene posto rimedio.
Sensibilità maggiore della tolleranza
La letteratura tecnica di settore evidenzia come nella grandissima maggioranza dei casi il committente abbia una sensibilità decisamente maggiore rispetto ai livelli di tolleranza previsti dalla norma.
Chiaro che in caso di contestazione valgono le norme ma - al fine di ottenere la soddisfazione del cliente - occorre tentare di lavorare a livelli qualitativi migliori di quelli prescritti. Cosa che sanno tutti gli operatori specializzati nel nostro settore.
Problema: piastrellatura non planare, alcuni esempi
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2.3 Dimensioni delle fughe irregolari
Problema: le fughe tra le piastrelle sono irregolari
Un altro dei problemi che possono emergere, a lavori ultimati, riguarda la differente dimensione (ampiezza) delle fughe.
Questa problematica si può ricondurre fondamentalmente a due cause:
► delle piastrelle non perfettamente calibrate (misure dei lati differenti da una piastrella all'altra)
► una posa non sufficientemente accurata o senza l'utilizzo di attrezzature per regolare le dimensioni delle fughe.
► da una progettazione errata (prescrizioni di posa a giunto unito, o piastrelle rettangolari sfalsate di metà).
L'incrocio delle fughe in questa piastrellatura è irregolare e c'è anche una leggera differenza nelle dimensioni delle fughe.
Nella posa del rivestimento la fuga deve "continuare" attorno a colonne o spigoli e non interrompersi come in questo caso.
In questo caso le piastrelle a rivestimento sono state posate senza allineare le fughe.
Le fughe di questo pavimento sono evidentemente non regolari
La posa delle piastrelle non è ortogonale e, di conseguenza, le dimensioni delle fughe saranno irregolari
In questo caso è un rivestimento a non essere posato in modo ortogonale: gli incroci delle fughe non corrispondono.
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2.4 Piastrelle con fughe a chiazze, scolorite
Piastrelle: il problema delle fughe "a chiazze"
Può accadere che al termine della posa le fughe presentino una colorazione "a chiazze", a macchie, con dei colori più chiari in alcuni punti e più scuri in altri.
Le cause possono essere differenti così come l'entità del disagio che può essere appena percepibile oppure mettere a repentaglio l'estetica del pavimento.
In questo articolo esaminiamo le cause, vediamo come evitare questo problema e proponiamo dei rimedi:
2.5 Macchie sulle piastrelle al termine della posa
Macchie a fine cantiere: alcune sono facilmente pulibili, di altre rimane, invece, un alone.
Problema: macchie sulle piastrelle
Al momento della consegna del pavimento, quindi dopo la posa e la stuccatura delle piastrelle, al direttore lavori viene affidato il compito di verificare la piastrellatura. Tra le cose che si devono verificare c'è anche la possibile presenza di macchie persistenti.
Quali sono le cause di queste macchie? Come si rimuovono? Ne parliamo in questo articolo:
Il cavillo è una piccola crepa, una lesione superficiale in qualche caso più visibile, in altri quasi invisibile. Non sempre è un difetto, qualche volta è un effetto ricercato. Ma in alcuni casi è un difetto che può insorgere anche dopo mesi dalla posa in opera.
Scopri di più su questo problema cliccando qui:
Una delle verifiche che spesso i direttori lavori ed i committenti fanno è quella di percuotere il pavimento con un bastone o anche semplicemente con le nocche alla ricerca di punti in cui il pavimento "canta a vuoto".
... è un problema?
Perché le piastrelle cantano a vuoto? quali sono le cause? e a che cosa porta questo sintomo? Un pavimento che canta a vuoto è sempre e comunque un problema?
Ti raccontiamo tutto nell'articolo:
Può accadere che il committente si lamenti perché la fuga è più bassa rispetto alla piastrella.
Per quanto bravo possa essere il posatore nell'applicare uno stucco cementizio e nel pulire il pavimento dopo la stuccatura è impossibile che le fughe sia allo stesso livello, alla stessa altezza, della piastrella.
E' impossibile avere una superficie continua, insomma. Va tenuto presente che la stuccatura è base di acqua e la semplice evaporazione della stessa comporta un fisiologico calo.
2.9 Fughe che saltano: pezzi di stucco che si staccano
Fughe che si rovinano, pezzi di stucco che saltano
Come puoi vedere nelle 3 foto della gallery qui sotto un altro problema che si può verificare è il distacco di pezzettini di stucco dalle fughe.
In questi casi è importante determinare la causa di queste lesioni delle fughe.
Potrebbe essere un movimento del pavimento dovuto a micro-cedimenti dell'edificio, oppure può essere che le piastrelle si stiano staccando dal fondo o che non siano stati correttamente eseguito o dimensionato i giunti perimetrali e di frazionamento.
Una volta risolte le cause si procederà alla rimozione della fuga mediante apposito spazzolino diamantato e quindi al rifacimento della stuccatura delle piastrelle.
Fughe rovinate in pavimenti e rivestimenti di piastrelle
In questa foto sembra che la stuccatura sia sana e compatta nel resto del rivestimento e completamente compromessa in un punto preciso, con una colorazione poco rassicurante nei margini di distacco. Una comportamento deficitario uniforme nella stuccatura delle piastrelle segnalerebbe un difetto dello stucco o una cattiva applicazione, mentre un danno grave e limitato in un punto fa pensare piuttosto ad un fattore esogeno. Il colore del margine sinistro, le tracce di carbonato di calcio ed il fatto che a destra si stia sgretolando sono indizi della presenza di una probabile perdita dietro alle piastrelle e successiva percolazione attraverso la fuga che nel tempo da questo tipo di esiti.
2.10 Tagli effettuati malamente
Può accadere che il cliente evidenzi dei tagli di piastrelle, in corrispondenza di prese o degli attacchi sanitari, realizzati in malo modo. Le cause più frequenti sono:
l'utilizzo di strumenti errati
l'errato posizionamento del foro sulla piastrella rispetto all'elemento impiantistico
errato dimensionamento o mancata ortogonalità del foro o dei tagli
Tagli non accurati delle piastrelle
Per fare dei tagli tondi regolari occorre utilizzare una fresa a tazza e non il flessibile.
2.11 Partenze sbagliate
Un altro errore in cui capita di incorrere è sbagliare la "partenza" della posa delle piastrelle. L'errore consiste nel decidere malamente da dove e come partire con la posa con il risultato di trovarsi a finire, dalla parte opposta, con dei tagli irregolari o brutti da vedere.
Per evitare queste situazioni occorre simulare, a secco, la disposizione delle piastrelle in modo da calcolare dove e come cadono le fughe. Nel contempo vanno verificati i fuori squadra sia dei muri che di altri elementi inamovibili (scale, pilastri, camini) in modo da tenere conto anche di eventuali tagli in diagonale e "fettine" di piastrelle che ci si troverebbe poi a dover posare.
Esempi di partenze di piastrellature sbagliate
La partenza di questa piastrellatura ha dato, come risultato in questo angolo, dei tagli errati in corrispondenza del giunto.
Anche in questo caso le fughe non coincidono. Si tratta di due stanze differente ma, dato che il formato è uguale, si sarebbero potute far coincidere.
Per non incorrere in questo problema è necessario partire con una fila di piastrelle verticale in corrispondenza degli angoli e solo successivamente procedere con il diagonale.
2.12 Piastrelle e difetti: i crateri
La presenza di uno o più "crateri" sulla superficie della piastrella dipende, generalmente, dalla presenza di impurità all'interno dell'impasto di argilla. Queste impurità, durante la cottura, possono generare delle piccole esplosioni. Se avvengono vicino alla superficie della piastrella generano dei piccoli crateri che sono considerati difetti.
Questo tipo di difetto generalmente viene riscontrato dai sistemi di monitoraggio della qualità per cui è piuttosto raro che un materiale con un simile difetto arrivi in cantiere, ma nel caso in cui succeda il direttore lavori non deve farlo posare.
2.13 Errori di posa nei battiscopa in ceramica
Anche la posa dei battiscopa in ceramica può presentare problematiche o anomalie. Di seguito alcuni esempi di posa male eseguita.
Lo spigolo di questo battiscopa in grès non è stato tagliato a 45 gradi (jollato) e congiunto negli angoli ma accostato. In questo modo si vede la "testa" della piastrella di colore differente.
Anche in questo caso il battiscopa è stato posato senza tagliare e congiungere a 45 gradi i due pezzi sullo spigolo, inoltre risulta anche disallineato in altezza e sporgente.
2.14 Posa non conforme dei profili di chiusura
Un particolare che va curato con attenzione è la posa dei profili di chiusura (o terminali) che generalmente costituiti da barre in metallo. Questi terminali vengono utilizzati sopratutto a rivestimento, quando si decide di posare fino all'altezza di circa 120 centimetri. Questo significa che sono ben visibili e non possono essere posati come nelle foto che seguono:
In questo caso il profilo terminale avrebbe dovuto raccordare due elementi orrizontali più un elemento verticale. Ma il taglio male eseguito ha finito per rovinare la testa del profilo; i due profili orizzontali sono disallineati e manca una capsula terminale a tre che avrebbe dovuto essere installata nell'incrocio.
Da questa angolazione è ancora più evidente come i profili siano stati posati senza una minima logica. Il profilo di destra (e la piastrella) sono anche staccati dalla parete.
In questo caso il profilo-terminale è stato posato su un angolo interno di un rivestimento. Uno dei due profili è più alto dell'altro, c'è quindi uno spazio vuoto tra i due che non sono collegati ed inoltre la stuccatura nell'angolo non è stata ben eseguita.
2.15 Gradini con alzata "vuota"
Può accadere che la posa dell'alzata della scala in piastrelle venga realizzata in presenza di gradini non stabilizzati o curando con poca attenzione il riempimento delle alzate.
In questo caso si può presentare un problema, nel tempo, di rottura della parte frontale del gradino che non sopporta gli urti.
In questo caso si tratta di una scala posata in un locale pubblico in montagna in cui le persone, d'inverno, entrano con gli scarponi da sci.
2.16 Nicchia della doccia realizzata male
Realizzare una nicchia in una parete e poi rivestirla correttamente non è una operazione semplice. Va fatta con cura e con le accortezze di cui parliamo in un articolo specifico, che ti invitiamo a leggere:
Quando non si rispettano queste accortezze il rischio è di trovarsi di fronte a degli errori che rovinano l'estetica del bagno:
2.17 Distanza eccessiva tra fine del pavimento e muri
Fessure perimetrali dovute ai giunti
Un altro dei problemi che si può manifestare al termine della posa delle piastrelle è la presenza di una fessura per l'eccessiva distanza tra la fine del pavimento ed i muri perimetrali. Che ci sia una distanza è normale in quanto si devono prevedere dei giunti perimetrali. Questi hanno proprio la funzione di distanziare il pavimento dalle murature in modo da ammortizzare eventuali tensioni e movimenti del pavimento senza arrivare alla rottura.
Dimensioni tollerabili
Generalmente è considerata normale (e quindi accettabile) una distanza di circa 10/12 millimetri. Queste dimensioni dipendono dal materassino perimetrale che si inserisce tra massetto e murature perimetrali. In caso di realizzazione di impianto di riscaldamento a pavimento il materassino viene fornito e posato dall'idraulico e può avere anche misure leggermente superiori che portano questa fessura a 12/14 millimetri.
Il battiscopa
Compito del battiscopa è proprio quello di "nascondere" questa fessura che si deve creare e che sarebbe antiestetica oltre che un ricettacolo per lo sporco.
Nelle case di oggi, in cui il giunto perimetrale viene sempre eseguito, non possiamo utilizzare i "vecchi" battiscopa spessore 10 millimetri che non sarebbero sufficienti per mascherare fessure di dimensioni attorno ai 12 millimetri. Occorrono battiscopa di spessore 15 millimetri che, ormai, stanno diventando la norma.
Distanza eccessiva tra piastrelle e muri perimetrali
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► DURABILITÀ DELLA PAVIMENTAZIONE NEL TEMPO
Una terza categoria di problemi riguarda la durabilità nel tempo della piastrellatura che può essere compromessa da vari fattori di stress che possono essere differenti: dagli ambiti di utilizzo, all'intensità del traffico, all'esposizione ad intemperie.
Tipicamente il problema della durabilità si pone in particolar modo per i pavimenti posti all'esterno in quanto soggetti a variazioni di temperature, ad eventi climatici e ad infiltrazioni d'acqua.
3.1 Scodellatura delle piastrelle in esterno
Il fenomeno della "scodellatura" del grès si presenta generalmente all'esterno ed è dovuto all'infiltrazione di liquidi al di sotto della superficie che, gelando, spaccano la piastrella
Il problema non è risolvibile se non con la sostituzione delle piastrelle ammalorate. Un grès - se di buona qualità - presenta una bassa o minima assorbenza e questo problema non si dovrebbe presentare neppure dopo molti anni dalla posa.
3.2 Fratture nelle vicinanze di sigilli e griglie
Presenza di fessurazioni in prossimità dei sigilli di una pavimentazione esterna in piastrelle. Per una maggiore durabilità i sigilli vanno acquistati in acciaio inox.
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3.3 Piastrelle rotte e che si staccano
Problemi in una piastrellatura: rottura e sollevamento
La rottura di piastrelle può essere causata da un incidente domestico (A), come la caduta di oggetti pesanti, ma può anche essere dovuta al distacco della piastrella dal massetto (B). Una volta staccata la piastrella è molto più fragile e non resiste a sollecitazioni meccaniche intense.
Le cause e le accortezze affinché non succeda sono oggetto di uno specifico articolo di cui metto il link qui di seguito:
Ti anticipo che il rimedio, in genere, è la sostituzione piastrelle danneggiate. Ma che se il problema è dovuto ad una tecnica di posa errata o a cattiva qualità delle piastrelle occorre prevedere l'integrale rifacimento del pavimento (Corte di Cassazione 15846 del 26/06/2017).
3.4 Crepe su piastrelle per mancanza di giunti
Crepe su pavimenti in piastrelle
Crepe e giunti
La presenza di crepe su un pavmento in piastrelle è spesso dovuta alla mancata o errata esecuzione dei giunti di dilatazione nel massetto e nel soprastante pavimento. I giunti di dilatazione sono cruciali perché consentono ai materiali di pavimentazione di espandersi e contrarsi in risposta alle variazioni di temperatura e umidità, evitando così tensioni che potrebbero causare crepe, distacchi o sollevamenti del pavimento.
Quali giunti?
Il primo tipo di giunto di dilatazione, fondamentale per vari motivi, è quello perimetrale che, come si evince dal nome, va eseguito lungo tutti i perimetri di una pavimentazione.
Oltre al perimetrale vanno eseguiti dei giunti di frazionamento nei punti critici, ad esempio in corrispondenza di porte che mettono in comunicazione due stanze o in corrispondenza di pilastri o di muri che compenetrano una pavimentazione.
Mancanza di giunti
La mancanza, erronea o carente esecuzione dei giunti può portare a danni alla pavimentazione compromettendone non solo l'aspetto estetico ma anche la funzionalità e rendendo pericoloso l'utilizzo (a piedi scalzi) del pavimento stesso.
Il massetto
I giunti vanno predisposti al momento in cui viene steso il massetto, tenendo conto che, per il processo naturale di ritiro igrometrico che i massetti in cemento subiscono dopo la posa, è normale che si verifichino fessure. Questo evidenzia l'importanza di progettare e posizionare i giunti in modo da guidare queste fessure in aree predeterminate, prevenendo così crepe casuali e con andamenti imprevedibili che potrebbero compromettere l'integrità strutturale del pavimento.
Le norme
Come per molti altri aspetti il posatore e la direzione lavori dovranno, anche per i giunti, tenere conto di quanto prevedono le normative tecniche che disciplinano sia la posa che il dimensionamento dei giunti al fine di non incorrere in rischi legali significativi. Una corretta progettazione e posa dei giunti di dilatazione sono una precauzione essenziale per preservare l'integrità e la durabilità dei pavimenti nel lungo termine ed evitare crepe come quelle che vediamo nelle foto che seguono.
3.5 Percolazioni di calcare sul frontale
Fuoriuscita di sali
Un problema che può presentarsi nei frontalini di terrazzi e marciapiedi è la presenza di calcare e/o salnitri che fuoriesce dal bordo della pavimentazione.
Spesso questo problema è causato dalle infiltrazioni di acqua dalle fughe tra le piastrelle che, poi, attraversa gli strati sottostanti "prelevando" sostanze dal calcestruzzo e facendole percolare all'esterno.
Il risultato sono delle macchie biancastre difficili da rimuovere.
Patine ed incrostazioni per mancanza di membrane
Premetto che rimuovere solamente le incrostazioni non è ovviamente risolutivo: occorre determinare la causa di queste percolazioni. A causarle potrebbe essere la mancanza di una membrana di protezione del calcestruzzo che consente l'infiltrazione attraverso il massetto dell'acqua che si carica di carbonato di calcio.
Generalmente in questi casi le percolazione avviene fino al livello della guaina bituminosa che fa da barriera sottostante.
Soluzioni?
La soluzione alle incrostazioni è quella di fare un lavaggio con prodotti in grado di sciogliere il calcare e successivamente di trattare le fughe con prodotti che le rendano impermeabili.
Capitolo 4
Problemi di sicurezza
4.1 Problemi sulle piastrelle: tossicità e radioattività
Ingredienti nocivi
Ci sono stati casi di cronaca in cui sono state scoperte piastrelle che avevano una radioattività anormale oppure che contenevano sostanze tossiche o nocive.
Utilizzare delle piastrelle destinate ad abitazioni private per "smaltire" rifiuti tossici o residui da inceneritori è da criminali, ma purtroppo succede.
Sono tutti casi di piastrelle non prodotte in Italia, ma che arrivano da paesi del sud est asiatico.
Il basso prezzo di acquisto, la mancanza di certificazioni, il marchio sconosciuto... sono tutti indizi che dovrebbero farti scattare dei campanelli di allarme.
Può accadere che il progettista oppure il committente scelgano una piastrella con una superficie troppo scivolosa rispetto all'ambito di utilizzo del pavimento. Una volta posata e messa in esercizio la superficie può rivelarsi pericolosa se, per esempio, si trova in locali in cui vi possono essere liquidi a pavimento o frequentati da persone anziane o con difficoltà motorie.
Grès ruvidi o scivolosi
Facciamo un passo indietro: esistono grès con superfici estremamente scivolose ed altri con superfici estremante ruvide.
Tra le varie superfici quelle lappate e quelle levigate a specchio sono le più scivolose ma offrono lucentezza, riflessi luminosi e facilità di pulizia.
Altre superfici, generalmente adatte ad essere usate come pavimenti per esterni, hanno una superficie strutturata, cioè con rilievi e avvallamenti, oppure resa ruvida grazie alla presenza di cristalli di corindone.
Normative ed ambienti
Ci sono normative italiane ed europee che definiscono una graduatoria della scivolosità, sia considerando la superficie asciutta che bagnata.
Una delle più utilizzate è la normativa tedesca DIN 51130 che stabilisce una classifica di scivolosità delle superfici da R9 a R13.
Va detto che non esiste una superficie giusta oppure una sbagliata, esistono diversi utilizzi del pavimento che richiedono caratteristiche differenti.
Come si risolve? si può rendere ruvido un grès scivoloso?
Si, è possibile aumentare il grip di una piastrella posata se ci si rende conto che è troppo scivolosa. Lo si fa, generalmente, combinando una azione chimica con una meccanica. Ci sono prodotti e tecniche che non alterano l'aspetto visivo del pavimento nè vanno a condizionarne la durabilità. Così come c'è la possibilità di rendere più liscio un pavimento che è considerato dal cliente troppo ruvido.
Abbiamo affrontato più a fondo la questione nell'articolo dedicato:
Le fughe, in questo corridoio, non sono allineate: mancato controllo delle "partenze".
Errore di progettazione del giunto, che taglia il pavimento in diagonale, ed errore anche di posa con ritagli di piastrelle sbagliati e fughe che non si trovano.
Errori di posa e di progettazione in questo pavimento esterno, unitamente alla mancata manutenzione, hanno compromesso la durabilità della pavimentazione.
Pavimento in piastrelle in un negozio. Le piastrelle si sono rotte soprattutto negli spigoli (se acquisti piastrelle di qualità non succede!) e sono state "riparate" con del nastro adesivo argentato.
Pavimento in piastrelle di pessima qualità posate in una pizzeria take away (non in Italia). Il pavimento, certamente economico e con resistenza meccanica bassissima, presenta fratture diffuse ed alcuni pezzettini di piastrelle si sono tolti. Il passaggio dei carrelli dei corrieri che consegnano la merce in pizzeria è stato sufficiente a provocare questa situazione.
Capitolo 5
Quando le accortezze non bastano e si va in tribunale
Purtroppo può capitare che non si riesca nè a trovare una soluzione ai problemi delle piastrelle, nè a trovare un'accordo bonario, uno sconto o un abbuono sul lavoro eseguito che compensi il vizio o il problema denunciato. In questi casi cosa si può fare?
5.1 Il primo passo è l'ATP
Il nostro primo consiglio, in questi casi, è quello di tentare di organizzare con la controparte un ATP, cioè un accertamento tecnico preventivo. In estrema sintesi un ATP consiste nel confronto tra due periti (due tecnici professionisti) nominati dalle parti in conflitto con l'eventuale partecipazione di un terzo perito nominato dai due oppure dal tribunale.
Cosa avviene durante l'ATP
I due periti si confronteranno in cantiere portanto ognuno le motivazioni della parte che rappresenta e tentando una conciliazione. Se i tentativi di trovare un accordo non portano frutto generalmente si va a nominare un terzo perito o si chiede che sia nominato dal giudice del Tribunale competente. Generalmente questo procedimento consente di ottenere un risultato - quasi sempre una mediazione - molto più velocemente e senza le ingenti spese di una causa civile.
Spese legali minori
Le spese per una causa civile possono tranquillamente superare, solo per il primo grado di giudizio, i 10.000 euro in quanto occorre sostenere le spese del proprio avvocato, quelle del perito nominato dal tribunale, di eventuali consulenze tecniche oltre alle spese del Tribunale.
Insomma una causa civile, e stiamo parlando solamente del primo grado di giudizio, costa davvero molto.
Ciononostante può accadere che una o entrambe le parti non siano d'accordo nell'intraprendere un ATP e vogliano passare direttamente allo scontro legale. In questo caso si deposita in Tribunale un atto di citazione.
5.2 La causa civile
Si inizia con l'atto di citazione
Se una delle due parti ritiene che l'ATP non sia una soluzione e preferisce perseguire vie legali depositerà, mediante il proprio avvocato, un atto di citazione. Il cliente, mediante questo atto, "spiega" al giudice il motivo per cui sta chiamando a rispondere legalmente l'azienda (o le aziende) che hanno eseguito la pavimentazione.
Contenuti dell'atto di citazione
L'atto di citazione dovrà:
descrivere gli avvenimenti prima della firma del contratto (visite in negozio, persone incontrate, proposte ricevute),
elencare ed accludere i documenti sottoscritti dal cliente e/o quelli consegnati dal venditore: offerte, contratti, progetti di posa, schede prodotto
contenere la corrispondenza via mail o via whattsup intercorsa tra cliente e azienda che ha realizzato il pavimento
descrivere le problematiche sorte
Allegati tecnici
Generalmente l'atto di citazione contiene una serie di documenti che comprovano quanto sostenuto tra cui, solitamente, foto, preventivi, fatture ed anche una perizia di parte svolta da un tecnico (ingegnere o geometra o perito) sul lavoro effettuato. L'atto di citazione richiamerà i punti essenziali della perizia e ne richiama alcuni elementi fondamentali per dimostrare le proprie ragioni.
Si continua con la "COMPARSA DI COSTITUZIONE"
Una volta ricevuta la citazione l'azienda che ha eseguito il lavoro incaricherà un avvocato di scrivere una "comparsa di costituzione" che, in buona sostanza, è la risposta alle contestazioni del cliente.
Contestazione delle accuse
L'azienda esecutrice, mediante il proprio legale, contesterà le questioni sollevate dalla controparte, allegando prove documentali o suggerendo testimonianze che la scagionino da quanto sostenuto nella citazione.
Generalmente, nel farlo, va a citare i singoli punti sollevati dalla controparte e cerca di dimostrare la loro infondatezza.
ULTERIORI MEMORIE E PRIMA UDIENZA
Ai due atti iniziali seguono depositi di successive memorie in cui i due avvocati scrivono al giudice cercando, ogni volta, di smontare la tesi avversa con nuovi documenti o nuove osservazioni o risposte alla controparte.
Testimoni e domande
Inoltre vengono anche comunicati al Giudice i testimoni a favore di una e dell'altra parte e vengono discusse e concordate le domande che verranno fatte agli stessi. Alle domande, in genere, i testimoni possono rispondere SI oppure NO.
Prima udienza del giudice
La presentazione dei documenti prosegue fino alla prima udienza in cui ci si presenta davanti al giudice che ha esaminato tutta la documentazione e può direttamente emettere la sentenza (ma è molto raro) oppure può tentare una conciliazione tra le parti oppure, caso più frequente, procede a nominare un CTU che abbia le competenze tecniche per comprendere il problema sorto.
IL CTU
Il CTU è un tecnico che si presume essere competente ed esperto nel settore dei pavimenti in ceramica, che dovrà analizzare le problematiche sollevate dalla parte attrice e le risposte della ditta esecutrice, stabilire le cause di difetti e visi e valutare anche le possibili soluzioni ed i loro costi.
Il CTU risponde alle domande del giudice
Nel farlo dovrà attenersi alle domande fattegli dal giudice, a cui dovrà rispondere in modo preciso. La perizia che redigerà al termine delle operazioni è, in sostanza, una risposta completa, pertinente e ai quesiti posti dal giudice.
Clienti ed esecutori delle opere nomineranno a loro volta un CTP, cioè un tecnico di parte, e tutti assieme parteciperanno al primo sopralluogo indetto dal CTU. In quell'occasione il CTU ascolterà le osservazioni dei periti di parte ed esaminarà documentazione e stato dei luoghi cercando di rispondere alle domande poste dal giudice e nel contempo cercando anche una composizione amichevole della vicenda, sempre allo scopo di evitare lungaggini, spese e appesantimento dell'apparato giudiziario che in Italia è perennemente ingolfato da una litigiosità elevatissima.
Se il CTU non riesce a trovare una conciliazione dovrà procedere con la stesura della perizia che può richiedere anche diversi sopralluoghi ed, eventualmente, il coinvolgimento e la nomina di consulenti tecnici specifici o l'affidamento di esami a laboratori specializzati.
5.3 Gli articoli del Codice Civile su piastrelle problematiche
Gli articoli del codice che vanno presi in considerazione in caso di contestazioni su pavimenti sono i seguenti:
1667 C.C.
1668 C.C.
1669 C.C.
1490 C.C.
1495 C.C.
2226 C.C.
ART. 1667 C.C. : Il contratto di Appalto
Il primo articolo, il 1667 fa parte del CAPO VII: "Dell'Appalto" è importante per i tempi e le modalità di reclamo amessi:
"Difformità e vizi dell'opera
I. L'appaltatore è tenuto alla garanzia per le difformità e i vizi dell'opera. La garanzia non è dovuta se il committente ha accettato l'opera e le difformità
o i vizi erano da lui conosciuti o erano riconoscibili, purché, in questo caso,
non siano stati in mala fede taciuti dall'appaltatore.
Questo significa che se alla consegna di un pavimento viene verbalizzata la soddisfazione del committente, verbalizzando anche la presenza di difformità, queste non possono essere poi utilizzate come pretesto per una azione legale. In caso di ristrutturazione possono esserci moltissimi casi in cui il committente viene messo al corrente che la posa del pavimento avrà certe problematiche. Si pensi all'esempio della posa di rivestimenti su muri non in squadra, in cui il committente, anzichè rifare il muro in modo da rettificarne il difetto, accetti la posa del rivestimento sapendo che l'esito sarà non perfetto. Oppure alla posa di un pavimento non planare in una vecchia casa dove le soglie sono state posate a livelli diversi, cosa che impedisce la planarità.
Questi "difetti" sono concordati tra le parti e quindi non possono diventare oggetto di causa.
II. Il committente deve, a pena di decadenza, denunziare all'appaltatore le difformità
o i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta. La denunzia non è necessaria se
l'appaltatore ha riconosciuto le difformità o i vizi o se li ha occultati.
Quindi a meno che non si tratti di vizi occulti, cioè nascosti, ed a meno che l'appaltatore li abbia formalmente riconosciuti c'è un termine di 60 giorni per la denuncia dal momento in cui i vizi vengono scoperti.
III. L'azione contro l'appaltatore si prescrive in due anni dal giorno della consegna dell'opera.
Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, purché le
difformità o i vizi siano stati denunziati entro sessanta giorni dalla scoperta e prima
che siano decorsi i due anni dalla consegna."
Questo ultimo comma mette un termine al periodo in cui si può fare una azione legale. Come vedremo questo articolo si lega al successivo articolo 1669 c.c. che prevede un termine più lungo per alcuni tipi di vizi.
ART. 1668 C.C.: Le garanzie sulle opere
(Contenuto della garanzia per difetti dell'opera).
Il committente puo' chiedere che le difformita' o i vizi siano
eliminati a spese dell'appaltatore, oppure che il prezzo sia
proporzionalmente diminuito, salvo il risarcimento del danno nel caso
di colpa dell'appaltatore.
Il codice civile esplicita le due strade che possono essere intraprese: o la eliminazione dei vizi, oppure la riduzione del prezzo. In molti dei casi visti in precedenza i vizi possono non essere talmente gravi da compromettere il pavimento ma, nel contempo, possono essere difficili da eliminare. In questo caso anche il giudice (tramite il CTU) dovrà preoccuparsi di quantificare uno "sconto", quindi una riduzione dell'importo rimasto da pagare, oppure un rimborso che deve essere corrisposto al cliente.
Se pero' le difformita' o i vizi dell'opera sono tali da renderla
del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente puo'
chiedere la risoluzione del contratto.
In altri casi il pavimento in piastrelle presenta problematiche tali da non permetterne la fruibilità. In questo caso non si può parlare di sconto o di rimborso, ma dovrà essere demolito e rifatto. Oppure il cliente va rimborsato integralmente in quanto dovrà rifare il pavimento.
ART. 1669 C.C. : vizi e garanzia decennale
(Rovina e difetti di cose immobili)
Quando si tratta di edifici o di altre cose immobili destinate per
loro natura a lunga durata, se, nel corso di dieci anni dal
compimento, l'opera, per vizio del suolo o per difetto della
costruzione, rovina in tutto o in parte, ovvero presenta evidente
pericolo di rovina o gravi difetti, l'appaltatore e' responsabile nei
confronti del committente e dei suoi aventi causa, purche' sia fatta
la denunzia entro un anno dalla scoperta.
Questo articolo viene utilizzato anche nel caso dei pavimenti, anche se per "vizi" si dovrebbero intendere quelli che pregiudicano la funzione dell'immobile e ne limitano notevolmente il godimento o impediscono la funzione a cui l'opera è destinata. Un facile esempio che riguarda il tema di questa pagina è il seguente: un terrazzo che viene posto in opera con una cattiva esecuzione dell'impermeabilizzazione e, a causa di questo, si provoca una infiltrazione nei locali (o nell'appartamento) sottostante. Questa infiltrazione pregiudica la fruibilità dell'immobile e va considerata un vizio per cui occorre considerare valido il termine di prescrizione di 10 anni.
Il diritto del committente si prescrive in un anno dalla denunzia.
Mentre le difformità ed i vizi citati nell'articolo 1667 si devono denunciare entro 60 giorni, qui il termine per la denuncia è un anno. La giurisprudenza afferma che il 1669 ha come finalità di interesse generale come la stabilità, la sicurezza, la funzionalità degli edifici e l'incolumità dei cittadini.
ART. 1490 C.C. Obblighi del venditore
Art. 1490.
(Garanzia per i vizi della cosa venduta).
Il venditore e' tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune
da vizi che la rendano inidonea all'uso a cui e' destinata o ne
diminuiscano in modo apprezzabile il valore.
Il patto con cui si esclude o si limita la garanzia non ha effetto,
se il venditore ha in mala fede taciuto al compratore i vizi della
cosa.
Importante è il riferimento che la norma fa all'uso della cosa venduta. Le piastrelle, per esempio, possono essere utilizzate in interno o in esterno e devono avere diverse caratteristiche in base all'utilizzo a cui sono destinate. Pertanto anche una piastrella immune da vizi ma destinata ad un uso diverso da quello per cui è stata venduta può essere contestata.
ART. 1495 C.C.: Termini
Art. 1495.
(Termini e condizioni per l'azione).
Il compratore decade dal diritto alla garanzia, se non denunzia i
vizi al venditore entro otto giorni dalla scoperta, salvo il diverso
termine stabilito dalle parti o dalla legge.
La denunzia non e' necessaria se il venditore ha riconosciuto
l'esistenza del vizio o l'ha occultato.
L'azione si prescrive, in ogni caso, in un anno dalla consegna; ma
il compratore, che sia convenuto per l'esecuzione del contratto, puo'
sempre far valere la garanzia, purche' il vizio della cosa sia stato
denunziato entro otto giorni dalla scoperta e prima del decorso
dell'anno dalla consegna.
Sui termini di decadenza del diritto all'azione del cliente finale in caso contestazioni sui pavimenti c'è una vasta e complessa letteratura per cui ogni caso va valutato singolarmente dal legale delle due parti.
5.4 I danni legali da pavimenti difettosi
Il danno conseguente all'accertamento di un difetto in un pavimento (difetto, vizio o difformità) può comprendere:
danno emergente: con questa formula intendiamo, per esempio la svalutazione economica dell'immobile del cliente finale causata dal difetto ma anche il danno per la ritardata esecuzione di quanto concordato
lucro cessante: si intende in questo caso il mancato guadagno che si sarebbe prodotto per il cliente finale se tutto fosse andato bene. Pensiamo, ad esempio, ad un pavimento di una farmacia che venga posato malamente e che richieda la sospensione dell'attività del negozio ed il conseguente mancato guadagno.
A specificarlo è l'articolo 1423 C.C. che dice:
Art. 1223.
(Risarcimento del danno).
Il risarcimento del danno per l'inadempimento o per il ritardo deve
comprendere cosi' la perdita subita dal creditore come il mancato
guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta.
Lo stesso articolo precisa che debbono essere conseguenza immediata e diretta della problematica che si sta valutando. Generalmente, durante un contenzioso legale, si assiste a richieste danni ingentissime, con lo scopo di convincere l'esecutore dei lavori ad una trattativa extra giudiziale. Il mondo dei pavimenti non fa eccezione: anche qui le richieste di danni sono quasi sempre esponenziali rispetto ai danni reali.
Compito del CTU sarà anche quello di quantificare correttamente il danno emergente determinando anche il costo per la regolarizzazione del pavimento considerando, come prezzi di mercato, i prezzi DEI o quelli previsti dalla locale Camera di Commercio o i prezzi regionali. Il compito di valutare il lucro cessante spetta invece al giudice che dovrà ottenere prove inconfutabili dello stesso.
Laboratori specializzati in prove su piastrelle ceramiche:
Responsabilità legali in caso di problemi sulle piastrelle
In Tribunale una delle questioni che si affronteranno è l'attribuzione della responsabilità del problema che ha fatto sorgere il contenzioso.
Chi è il colpevole?
Come abbiamo scritto nei primissimi paragrafi di questo articolo generalmente i problemi in un pavimento sono causati da differenti fattori e da un concorso di colpe. I colpevoli, insomma, solitamente sono più di uno e per questo, generalmente, sia negli ATP (accertamenti tecnici preventivi) che nelle cause civili si tende a "ripartire" la colpa su più teste.
La colpa è anche del cliente finale?
Se il cliente finale non si è ingerito nelle decisioni realizzative la sua responsabilità viene esclusa e va, invece, valutata l'attribuzione della stessa all'esecutore dell'opera, al progettista o al direttore dei lavori. La responsabilità può essere sia del singolo che in solidarietà tra questi soggetti. Compito del giudice sarà quello di stabilire il peso avuto dai diversi soggetti nel causare il problema.
Come si determina la responsabilità?
Se il problema è frutto di un errore progettuale la responsabilità viene data a chi ha dato la direttiva errata ma anche, in parte, a chi ha avuto il potere di controllo e monitoraggio e non ha saputo evitare il problema.
In qualche caso occorrerà anche coinvolgere l'esecutore materiale, quindi il posatore, anche nel caso in cui sia stato male diretto e male controllato, perchè il posatore deve conservare una propria autonomia valutativa.
Responsabilità del progettista
Ci sono problemi per i quali la responsabilità è unicamente del progettista. Per esempio se a seguito del rivestimento di una parete esterna vengono violate le distanze legali dal confine o dal fabbricato vicino, non può essere certo chiamato a risponderne l'esecutore, nè può aver colpa il committente. In questo caso si configura una responsabilità precisa del progettista che ha progettata l'opera.
Responsabilità del direttore lavori
Il direttore lavori svolge una serie di controlli in cantiere mediante visite periodiche e continui contatti con i diversi operatori in cantiere. Egli deve verificare il rispetto delle indicazioni progettuali, la conformità dei materiali che arrivano in cantiere. Generalmente il direttore lavori non è responsabilie della esattezza tecnica del progetto (a meno che il committente non l'abbia espressamente incaricato anche di questo).
Sua è, invece, la mansione di verificare che il posatore esegua correttamente le obbligazioni assunte nei confronti del committente.
Anche il direttore lavori, come il posatore (lo vedremo tra poco), deve esprimere il suo dissenso per iscritto nel caso di carenze progettuali o difformità del progetto che riceve rispetto alle regole della tecnica e alle norme Uni che regolamentano la posa di pavimenti.
Responsabilità del posatore
Infine il posatore che, come già anticipato, deve anch'esso "metterci del suo" e non limitarsi ad eseguire quanto gli viene chiesto senza spirito critico.
In sostanza se le direttive progettuali sono platealmente errate e l'esecutore, con la normale diligenza, poteva accorgersene, aveva il dovere di comunicare tali incongruenze e doveva rifiutarsi di fare il lavoro.
Per esempio: se il posatore mette in opera un pavimento senza fare i dovuti controlli sul massetto (magari eseguito da impresa terza) e senza accorgersi dei plateali problemi che presenta (e senza avvisare il direttore lavori di questi problemi) è corretto imputare parte della responsabilità anche a lui.
Il dissenso va espresso in forma scritta (va bene anche un messaggio whattsup) perchè deve poter essere dimostrato in sede legale.
E quanto non c'è un progettista/direttore lavori?
Spesso ci si trova nella difficile situazione in cui è il committente a gestire direttamente il cantiere, senza incaricare progettista e direttore lavori. Capita sia per piccoli lavori che, purtroppo, anche per lavori complessi che interessano più aziende. Anche in questo caso l'esecutore deve controllare, nei limiti delle proprie cognizioni, la bontà delle istruzioni che riceve dal committente e qualora siano evidentemente errate egli deve rifiutarsi di eseguire il lavoro comunicando per iscritto il proprio dissenso. Nel caso in cui sia dimostrato che il committente abbia insistito nel far eseguire i lavori nonostante gli avvertimenti l'esecutore non potrà essere considerato colpevole.
Il committente che non incarica un progettista ed un direttore lavori in molti casi, giustamente, viene chiamato a rispondere di eventuali problematiche che si sarebbero potute evitare semplicemente incaricando (e pagando) dei professionisti.
La mancanza di cognizioni tecniche, che puntualmente viene rappresentata dal committente - solo dopo che sorge il problema - non può essere invocata a propria discolpa. La decisione di risparmiare sugli oneri del professionista è, come abbiamo detto fin dall'inizio la prima causa delle problematiche nel mondo delle pavimentazioni.
Affronteresti una causa legale andando direttamente tu in Tribunale senza affidarti ad un legale? Ti cureresti consultando Google e senza affidarti ad un medico? Ebbene nello stesso modo occorre affidarsi ad un progettista. Solo così potrai avere la certezza che i lavori vengano correttamente eseguiti ed i problemi evitati.
4.3 Rischi di caduta per presenza di dislivelli
Dislivello e rischio di caduta
Un'altro fattore da considerare è il rischio di inciampare su un dislivello tra due piastrelle. Abbiamo già visto come il dislivello può essere frutto sia di una non-planarità della piastrella, sia di una posa male eseguita.
Un pavimento non planare, specie se realizzato con piastrelle rettificate, può diventare un pericolo per la sicurezza di chi ci transita, magari a piedi scalzi.
All'esterno i dislivelli in un pavimento in ceramica possono essere provocati, ad esempio, da fenomeni atmosferici, da cedimenti del suolo, dalle radici degli alberi o da infiltrazioni di acqua all'interno del massetto. Tutti fenomeni che portano ad un dissesto del pavimento e conseguentemente alla formazione di pericoli di inciampo.
L'importanza della manutenzione
Fare manutenzione del pavimento significa anche prendersi cura di queste situazioni anticipando ed eliminando le cause o, se non è possibile, quantomeno eliminando gli effetti.
Va detto che tutti i manufatti che costituiscono un edificio sono soggetti ad obsolescenza naturale dovuta a diversi fattori. All'esterno il degrado viene accellerato dai fattori ambientali.
Per questo motivo anche pavimentazioni adeguatamente progettate e realizzate devono, prima o poi, essere rifatte.
Questa nicchia nel vano doccia è stata realizzata compiendo diversi errori. Il profilo in plastica bianco non andava utilizzato. I tagli poi sono stati male eseguiti ed il dimensionamento non ha tenuto conto della trama delle fughe e delle dimensioni delle piastrelle.
Quanto sono resistenti le piastrelle? Quali sono le sue proprietà? La piastrella in grès resiste alle abrasioni e agli urti? Lo scopri in questo articolo!
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