Il valore antiscivolo BCRA per la norma
Quali valori di μ sono ammessi?
Il valore del coefficiente di attrito minimo μ perché un pavimento possa essere considerato antiscivolo è 40. Questo significa che se un pavimento posato in ambienti in cui sono necessarie proprietà antiscivolo ottiene μ > 40 la superficie è considerata a norma secondo il Decreto Legislativo n. 81 del 2008 che assorbe il precedente Decreto Ministeriale 236 del 1989.
Testo del decreto
Vediamo cosa scrive nel dettaglio l'articolo 8.2.2 del Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989 - n. 236:
[art. 8.2.2] "Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della B.C.R.A. (British Ceramic Research Association) sia superiore a: 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimentazione asciutta - 0,40 per elemento scivolante gomma su pavimentazione bagnata - i valori predetti di attrito non devono essere modificati dall'apposizione di strati di finitura lucidanti o di protezione, che, devono essere applicati sui materiali prima della prova. Le ipotesi di pavimentazione asciutta o bagnata devono essere assunte in base alle condizioni normali del luogo ove sia posta in opera."
Scivolosità: la BCRA non basta
Il rispetto di questa norma è sufficiente?
Ma è sufficiente che il pavimento rispetti questa norma per poterlo definire antiscivolo ? Sono molti gli operatori nel settore dei pavimenti che pensano che il rispetto di questa normativa non sia sufficiente per garantire all'utente di usufruire in sicurezza della pavimentazione.
Dipende anche dallo sporco
E' piuttosto intuibile come la misurazione in condizioni di pavimento perfettamente pulito, spesso non coincida con la realtà, specie quando si tratta di una pavimentazione esterna. Chiaramente un pavimento asciutto e pulito ha una scivolosità completamente differente da un pavimento impolverato leggermente bagnato dalla pioggia. Ma anche la presenza di foglie bagnate dalla rugiada mattutina mette a rischio la stabilità di chi si trova a camminarvi sopra.
E non sempre i piedi sono calzati
Il test BCRA, inoltre, effettua il test simulando l'attrito di una suola in gomma o cuoio ma non ci fornisce nessuna informazione sulla scivolosità del pavimento a piedi scalzi. Pensiamo, ad esempio, alla necessità di determinare lo scivolamento in una pavimentazione perimetrale di una piscina o di uno spogliatoio di una palestra.
Servono ulteriori test!
Per ovviare alle carenze di questo test alcune aziende ceramiche - le più serie - non si accontentano di fornire solo il valore del test BCRA e commissionano a laboratori accreditati anche degli altri test che, pur non validi per la legge italiana, ci consentono di avere maggiori informazioni sul prodotto acquistato.
+ dettagli
Il test BCRA
La resistenza allo scivolamento di una superficie al transito delle persone viene misurata tramite la rilevazione del coefficiente di attrito in determinate condizioni di transito: bagnata, contaminata o asciutta.
Le principali norme che regolano le prove sono le seguenti: ASTM, DIN ed ISO che stabiliscono le procedure, le macchine e la classificazione finale della superficie secondo i livello di sicurezza indicati nella norma stessa.
Per quanto riguarda l'Italia il primo riferimento normativo in fatto di resistenza allo scivolamento viene indicato nel par. 8.2.2 del D.M. 236/89: Pavimentazioni, dove viene indicato il tipo di prova da effettuare secondo il metodo della British Ceramic Research Association Ltd. (B.C.R.A.) Rep. CEC.6/81 denominato anche "Tortus Test". Di seguito si riportano le norme maggiormente impiegate per la certificazione delle superfici per ridurre il rischio scivolamento.
La norma
Nel D.M. 236/89, decreto attuativo della Legge 13/89 sull'abbattimento delle barriere architettoniche, al paragrafo 8.2.2, si da un valore oggettivo ed il relativo metodo prova ai fini di stabilire se una superficie è, oppure no, sicura dal punto di vista del "rischio scivolamento".
Ecco il paragrafo:
Paragrafo 8.2.2 del D.M. 236/89: Pavimentazioni Interne
Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della British Ceramic Research Association Ltd. (B.C.R.A.) Rep. CEC.6/81, sia superiore ai seguenti valori:
- 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimentazione asciutta;
- 0,40 per elemento scivolante gomma dura standard su pavimentazione bagnata.
I valori di attrito predetto non devono essere modificati dall'apposizione di strati di finitura lucidanti o di protezione che, se previsti, devono essere applicati sui materiali stessi prima della prova. Le ipotesi di condizione della pavimentazione (asciutta o bagnata) debbono essere assunte in base alle condizioni normali del luogo ove sia posta in opera.
Gli strati di supporto della pavimentazione devono essere idonei a sopportare nel tempo la pavimentazione ed i sovraccarichi previsti nonchè ad assicurare il bloccaggio duraturo degli elementi costituenti la pavimentazione stessa. Gli elementi costituenti una pavimentazione devono presentare giunture inferiori a 5 mm, stilate con materiali durevoli, essere piani con eventuali risalti di spessore non superiore a mm 2. I grigliati inseriti nella pavimentazione devono essere realizzati con maglie non attraversabili da una sfera di 2 cm di diametro; i grigliati ed elementi paralleli devono comunque essere posti con gli elementi ortogonali al verso di marcia.
Il metodo
Il metodo inglese BCRA determina il coefficiente di attrito delle superfici in base alla resistenza opposta al trascinamento di una apparecchiatura (tortus) che viene fatta
transitare sulla superficie stessa.
Il calcolo del coefficiente viene effettuato da un dispositivo elettro-meccanico mobile, in grado di determinare il coefficiente di attrito che materiali standardizzati, quali gomma e cuoio (ad imitazione delle suole delle scarpe) hanno in condizioni di asciutto o bagnato una volta a contatto con una determinata superficie da pavimentazione.
Come già indicato sopra il "tortus test" il metodo di riferimento per la legislazione nazionale di cui al paragrafo 8.2.2 del D.M. 236/89 che nelle condizioni di Gomma asciutta e Cuoio bagnato prevede come sicuro un coefficiente che sia maggiore di 0,40.
Questo metodo non è riconosciuto in U.S. soprattutto per la non attendibilità del coefficiente di attrito sul bagnato perché affermano che le attuali macchine impiegate creano durante la prova un aumento del coefficiente d'attrito.
Commenti
ottimo articolo mi fà piacere che ci sia più divulgazione sul tema, vorrei permettermi una precisazione ( se vuole aggiungerla all'articolo ) il nome Tortus è un nomignolo che gli deriva propio da Tartaruga (in inglese Turtle)... è questa lentezza che mostra dati di attrito più elevati di quello che sono, a volte anche il doppio in pratica si elimina l'acquaplanning andando cosi lenti gli inglesi hanno abbandonato ormai da tempo questo sistema (bandito più che altro) dato che una persona in fase di scivolamento ha una velocità decisamente molto più elevata!
Grazie della precisazione Paolo!
Accolgo volentieri il suo contributo all'articolo,
buona giornata!
michele
Buongiorno,
Chiedo aiuto per risolvere un problema nel bagno,ho del gress porcellanato simil marmo,purtroppo ho sperimentato a mie spese la pericolosità .Sono scivolato e mi è andata bene.Questo mi ha fatto riflettere vista la non più giovane età voglio far mettere mattonelle antiscivolo che possano alleviare il problema .La superficie di calpestio è circa 10 mq .
Vi chiedo cortesemente:Avete una soluzione nel senso quale prodotto posso usare? Abito a Salerno mica avete qui qualche fornitore?in ultima analisi potete spedire presso il mio indirizzo chiaramente dopo bonifico.
grazie.
In attesa
Buongiorno Eduardo,
certamente esistono molte tipologie di piastrelle che fanno al caso tuo e che ti permetteranno di abbinare all'estetica del rivestimento un pavimento non più lucido ma con una superficie antiscivolo. Spesso ci chiedono di poter spedire il materiale dal sito internet ma il nostro consiglio è di recarsi in un negozio fisico del posto, toccare con mano i prodotti, affidarsi allo stesso negozio anche per la posa ed i collanti: questo è il miglior modo per avere la garanzia di una consulenza (meglio se con un sopralluogo a casa sua) e di un lavoro fatto bene.
Mi creda: il risparmio che avrebbe acquistando on-line da noi o da altri siti, lo pagherebbe caro in termini di stress per organizzare dei lavori "fai-da-te", senza contare il rischio di errori, ad esempio nella misurazione (acquistare piastrelle in più o in meno è un costo!) nella valutazione del giusto formato, nell'accostamento tra colori.
Aggiunga anche il rischio di sottovalutare problematiche che solo un professionista è in grado di cogliere con una visita/sopralluogo.
Ci sono diversi negozi di piastrelle validi a Salerno. Ho dato un occhiata alle recensioni su google dei negozi in zona e - lasciando stare Iperceramica e Leroy Merlin, che sconsiglio - ho visto che ci sono dei negozi ben recensiti e che si dimostrano in grado di risolvere i problemi fornendo SOLUZIONI, non solo prodotti sullo scaffale.
Grazie per averci consultato,
buona scelta!
Salve,
In riferimento al vostro interessante articolo, chiedo se una scala costituita in marmo ed utilizzata per ambienti pubblici, per lo più con la possibilità di essere spesso bagnata dalla pioggia, possa definirsi antisdrucciolevole se presenta, solamente 2 canalette in ave nella parte finale del gradino. Credo che non sia un dispositivo utile a prevenire cadute.
Grazie e coplimenti.
Ciao Domenico,
da come la descrivi direi proprio di no, anche se per darti una risposta corretta dovrei fare un sopralluogo.
grazie per la domanda e per aver letto il nostro sito, ciao!
Buonasera, articolo molto interessante e ben spiegato.
Avrei bisogno di un parere in merito alla pavimentazione esterna di un abitazione privata. Poichè spesso alle piastrelle che si trovano in commercio viene indicato l'indice R, vorrei sapere se si devono utilizzare piastrelle R10 o R11. Se la scelta è dovuta ad una mera precauzione (R11 da maggiore grip dell'R10) o se c'è un obbligo di legge o dei vincoli assicurativi in caso di infortunio (ad esempio se l'assicurazione non risponde a meno che le piastrelle non siano R11).
Nello specifico caso si tratta di pavimentazione di marciapiedi e terrazze coperte da sporto (profondità 120cm), quindi non del tutto scoperte ma nemmeno protette come se fossero sotto ad un portico.
Grazie
Ciao Sara,
non mi risulta ci siano obblighi di legge per abitazioni private. Vale comunque il consiglio di utilizzare R11.
ciao!
Ottimo website.
Vorrei usare r10 per pavimento in bagno poiché doccia è filo pavimento e voglio avere unica piastrella. R10 è rivida. Come pulire un pavimento R10? potrò usare mocio?
Devo dire all'impresa se usare r9 or10 entro 25/10. Sarebbe così gentile da rispondere appena possibile? Mi dispiace per l'urgenza della mia richiesta Grazie mille davvero
terry
Ciao Teresa,
scusa ma non riusciamo a rispondere alle molte domande in velocità. Ci sono delle aziende che producono degli R10 abbastanza facili da pulire ed adatti ad essere posati in doccia (o in bagno). Ma non tutti gli R10 sono uguali, così come non tutte le piastrelle sono uguali. Devi valutare la piastrella che ti viene proposta.
ciao!
Buonasera, complimenti per il sito, sono il direttore dei lavori incaricato per il rifacimento di una scalinata esterna in un condominio, l'amministratore è subentrato al vecchio Amm.re che aveva già fatto redigere un computo metrico, i condomini adesso contestano il pavimento della scalinata esterna avente grado di scivolosità R9, (dicono che è troppo scivoloso), dovevo proporre un grado R maggiore all'R9 io in qualità di D.L., oppure è solo consigliato il grado R11?
P.S. Il computo metrico fù redatto da un altro Ingegnere e non riporta nessun requisito minimo di scivolosità, ma la sola sostituzione della pavimentazione con l'utilizzo di un pavimento antigelivo.
Se ho capito bene tu sei il direttore lavori, la scala appena realizzata ha scivolosità R9 ed ora vieni accusato della eccessiva scivolosità della stessa.
Facciamo un passo indietro e vediamo cosa stabiliscono le norme Uni En quando attribuiscono la responsabilità alle diverse figure coinvolte nei lavori di pavimentazione.
Al progettista (non al direttore lavori) competono responsabilità che riguardano l’individuazione del tipo di pavimentazione o di rivestimento (anche in termini di formato, tipologia, geometria e tipologia di posa, tipologia di adesivo, di finitura ecc.), in funzione della destinazione d’uso e delle prestazioni richieste, l’indicazione dei livelli qualitativi della pavimentazione o del rivestimento secondo le specifiche norme di prodotto e le relative norme di riferimento, la valutazione della compatibilità (morfologica, dimensionale, chimico‐fisica) tra la pavimentazione o il rivestimento, il supporto, le condizioni ambientali e le condizioni di esercizio, la conformità del progetto della pavimentazione o del rivestimento e del supporto sottostante alleprescrizioni legislative, alle norme e alle specifiche di settore, anche in materia di igiene, sicurezza, salute e, ove richiesto, prevenzione incendi.
Insomma è il progettista che doveva prescrivere il giusto pavimento con il corretto grado di antiscivolamento.
Quali sono, invece, le responsabilità che la norma fa ricadere sul direttore dei lavori?
Le responsabilità del direttore dei lavori comprendono la verifica della rispondenza dell’opera alle indicazioni progettuali, la verifica delle campionature e l’accettazione dei prodotti, la verifica del corretto immagazzinamento degli elementi della pavimentazione o del rivestimento e dei materiali complementari, in attesa della posa, la segnalazione al committente di eventuali variazioni rispetto al progetto, il coordinamento delle attività di cantiere, l’esecuzione dei controlli finali sulla pavimentazione o sul rivestimento e la protezione delle pavimentazioni fino alla consegna.
Spero di essere riuscito a chiarire i tuoi dubbi.
buon lavoro, ciao!
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