Materiali per pavimenti esterni e relativi problemi
I materiali che possiamo utilizzare per realizzare lo strato superficiale delle pavimentazioni esterne sono molti e molto differenti tra di loro. Possiamo dividerli in superfici continue (resine che contengono frammenti di marmo, resine quarzate, cementi stampati o cementi-resina) e in superfici discontinue.
Le superfici continue hanno come principale problema proprio la loro caratteristica di non essere frazionate, cosa che non consente alle pavimentazioni di adattarsi a movimenti/cedimenti del fondo.
Le superfici discontinue si compongono accostando tra di loro elementi come pietra, piastrelle in ceramica, legno...
Vediamoli nel dettaglio:
Materiali lapidei per esterni
Per materiali lapidei da esterno si intendono principalmente pavimentazioni che vengono commercialmente denominate marmo e pietra. In realtà i materiali lapidei si suddividono in marmi, graniti, travertini, pietre naturali, ardesia, arenaria e porfidi. I più usati nelle nostre zone (Vicenza, Verona, Padova) sono il Trani, il marmo Rosso di Verona, la Pietra di Prun ed il Porfido. Più raramente si utilizzano arenarie e ardesie provenienti dal Sud America o dall'India.
Problemi
Il principale problema dei materiali lapidei in esterno è la loro capacità di assorbire acqua. Un materiale molto assorbente si degraderà in fretta con il gelo e, se utilizzato dove c'è traffico carraio, si sporcherà di macchie di olio.
Posa
I materiali lapidei di basso spessore si devono posare mediante incollaggio su massetto per esterni opportunamente trattato con membrana protettiva del calcestruzzo, tipo mapelastic o similari. Invece i materiali ad alto spessore e/o con spessore irregolare (ad esempio quelli a spacco come il porfido) possono essere posati anche su letto di sabbia e cemento.
Accortezze
Va evitata la posa di marmi o pietre a spessore sottile con la tecnica della sabbia e cemento, per evitare distacchi nel tempo. Per evitare i problemi di assorbenza esistono trattamenti impermeabilizzanti
Granito per esterni
Il granito, oltre che per pavimenti interni e piani di banconi, viene utilizzato anche in esterno. Le sue principali virtù sono la durezza (sulla scala Mohs raggiunge il 7) da cui consegue una eccezionale resistenza all'usura e - se viene realizzato "a spacco" - anche la ottima resistenza allo scivolamento.
Il pavimento in cotto per esterni
Alcuni pavimenti in cotto, specie quelli prodotti nella vallata dell'Impruneta (per questo detti "cotto fiorentino"), hanno una buona resistenza al gelo e possono quindi essere efficamente posati in esterno se il clima non è eccessivamente ostile. In Toscana sono molte le piazze pavimentate con il cotto nel formato tavella o sestino.
Oltre alla bellezza del materiale, perfetto per ambientazioni rustiche, i vantaggi sono anche un costo di acquisto e di posa contenuto.
Problemi
Il problema principale del cotto è dato dalla sua capacità di assorbire liquidi e quindi la facilità a macchiarsi. L'assorbenza può comportare anche, nel tempo, la necessità di sostituire dei pezzi danneggiati/scheggiati. I distacchi sono, generalmente, degli "scodellamenti" di porzioni di pavimento poco più grandi di un'unghia.
Va curata con attenzione la posa che deve essere sempre a colla su massetto, con la necessità di proteggere il massetto sia sotto al pavimento sia ai lati per evitare infiltrazioni d'acqua nello stesso.
Un altro problema del cotto è la sua scarsa resistenza all'abrasione: è un materiale "morbido" che si consuma con il tempo, ma questa è anche una sua caratteristica e molti ne apprezzano la maggiore bellezza una volta invecchiato e consumato.
Pavimenti in piastrelle di ceramica per esterni
Abbiamo dedicato un articolo specifico alle piastrelle di ceramica per esterni spiegando sia le caratteristiche di inassorbenza ed ingelività delle moderne piastrelle in grès che offrono un ottimo rapporto qualità/prezzo. Le piastrelle vengono prodotte macinando finemente sabbia, terra e minerali che poi vengono pressati e cotti in forno ad altissime temperature.
La posa deve obbligatoriamente avvenire mediante incollaggio su massetto per le piastrelle a spessore "normale", cioè di circa 1 cm. mentre per gli spessori di 2 cm. o superiori si può prevedere la posa a secco su terra, sabbia, pietrisco o piedini.
Problemi
Le piastrelle non hanno problemi di assorbenza come il cotto ed i marmi ma difficilmente si riesce, con la ceramica, ad ottenere superfici con un grado di antiscivolo elevato. Il secondo ordine di problemi riguarda non tanto la piastrella in sè quanto la qualità del massetto o dei collanti e le tecniche di posa. Errori nella posa o materiali errati possono provocare infiltrazioni sotto al pavimento e, nel periodo invernale, conseguenze in termini di distacco parziale o totale del pavimento.
Un esempio abbastanza comune di errori nelle tecniche di posa è la mancata esecuzione dei giunti di dilatazione che finiscono per provocare fessurazioni e distacchi. La mancanza o la carenza di giunti, infatti, non consentono al pavimento di muoversi (ritiri del calcestruzzo, cause termiche, lievi assestamenti del terreno, microscosse di terremoto) permettendo un accumulo di tensione che poi si trasforma in fenomeni di distacco o rotture.
Altri fenomeni di distacco possono avvenire in caso di mancato rispetto dei tempi di messa in esercizio del pavimento: mentre il collante sta maturando il pavimento in piastrelle non deve subire scosse, vibrazioni o urti altrimenti si arresta la maturazione del collante.
Un altro caso molto comune è il degrado del massetto che si sgretola e finisce per non riuscire più a supportare il pavimento che si stacca dal fondo.
Accortezze
I giunti di dilatazione bene eseguiti interrompono la continuità della pavimentazione rendendo possibili minimi movimenti di assestamento. Il massetto deve essere correttamente protetto sia in superficie che sui bordi per evitare degradi.
Salve,
Volevo congratularmi per il vostro articolo e chiedervi un aiuto sul tema "impermeabilizzazioni e membrane cementizie".
Sfortunatamente mi trovo in una situazione in cuo ho dei problemi e danni da infiltrazione a casa. La casa/villetta singola e' stata costruita nel 2015 e dopo circa un paio di anni sono sorte queste evidenze di infiltrazione.
Con consulto dei tecnici e ditte edili abbiamo fatto degli interventi auspicando che il problema di infiltrazioni si risolvesse ( intervento di canale di scolo con griglie in giardino, prima di iniziare a posare il pavimento sul marciapiede), ripristinato i muri interni casa e dopo nemmeno 6 mesi niente di fatto!! tutto come prima, si evidenziano sali sui muri interni e nelle fughe del pavimento interno!!.
La casa e' nuova e siamo davvero sconcertati e alquanto amareggiati e per giunta la ditta che ha costruito la nostra casa non esiste piu'!!
Adesso ho chiamato in aiuto un mio amico muratore ben nominato in zona e dopo un sopralluogo mi spiega che vorrebbe intervenire sulle banchine intorno casa in quanto facendo un test/carotaggio ha visto che le banchine non hanno un buon isolante: non è stata fatta la membrana bituminosa ma solo membrana liquida e a quanto pare neanche bene stesa.
Quindi mi ha consigliato di intervenire togliendo le piastrelle e rifare il sottostante a regola d'arte, togliere la zoccolatura che ho in quanto assorbe acqua ( zoccolatura con pietra di comiso alta 40 cm) e sigillare bene l'angolo casa/banchina.
Vorrei cortesemnte un grazioso vostro parere a riguardo e volevo cortesemente chiedervi se e' una buona soluzione di rifare/ripristinare/sigillare/impermealizzare solo diciamo 30/40 cm che va dal muro casa e non l'intero marciapiede che e' largo 200cm mi salverebbe da una spesa enorme.
Intervenendo in questo modo:
Togliere zoccolatura esistente,
Togliere un 30/40 cm piastrelle allontanadoci dal muro casa
Scavare fino al solaio e da li ripartire a regola d'arte come da voi spiegato nell'articolo
Il mio problema non sono le piastrelle o banchine ma e' il fattore infiltrazione dalle banchine.
Grazie tante
un cordiale saluto
Valerio