Storia del distretto produttivo della ceramica a Sassuolo

Sassuolo (Modena): il centro del mondo delle piastrelle

In questo articolo ti parlerò di uno dei più "famosi" distretti produttivi italiani, quello delle piastrelle in ceramica di Sassuolo. Per distretto si intende un insieme di imprese nate e sviluppatesi in un punto geografico circoscritto - nel nostro caso nei dintorni di Sassuolo - e specializzate nella produzione di un singolo prodotto. Nel nostro caso, appunto, le piastrelle in ceramica ma anche i semilavorati, le attrezzature e le tecnologie per produrle, la chimica e le materie prime necessarie. 

5000 anni di storia della piastrella

Se, invece, vuoi scoprire le origini mediorientali della piastrella in ceramica, se vuoi sapere come si è evoluta dalle primitive lastre per annotare leggi e biografie, attraverso i millenni ed i continenti,  troverai un articolo dove ti racconto dove e quando ha avuto origine e come si è evoluta nei millenni, eccolo:

Storia delle piastrelle in ceramica

 

Nascita del distretto delle ceramiche di Sassuolo

La prima fabbrica di maiolica

L'anno ufficiale di nascita del distretto della ceramica sassuolese è il 1741, anno in cui un gruppo di imprenditori costituisce la prima società che si dedica alla produzione di maiolica, nel borgo cittadino.

Con la spinta del Duca

L'impresa era facilitata dalla privativa concessa dal duca Francesco III d'Este che, secondo i principi economici del mercantilismo in voga all'epoca, incentivò le industrie locali al fine di favorire le esportazioni  di merci e di arricchire le casse statali.

Nasce in regime di Monopolio

La "Fabbrica della Maiolica" godette pertanto di un diritto di monopolio nella produzione e commercializzazione di maioliche entro i confini del Ducato estense, che corrispondeva, grossomodo, agli attuali confini delle provincie di Modena e Reggio Emilia.

Gli imprenditori

Gli imprenditori sono Giovanni Maria Dallari, il conte Ferrari Moreni, Giovanni Maria Rubbiani ed i figli Carlo e Don Antonio. Sono in particolare i fratelli Rubbiani ad avere il merito di mettere a punto la tecnologia per la produzione di piastrelle ceramiche da rivestimento.

 

Sassuolo diventa il principale produttore mondiale di piastrelle

Nasce il settore delle piastrelle

Le piastrelle in ceramica che oggi puoi acquistare sono l'esito industriale dello sviluppo di questa embrionale industria ceramica che trovò terreno fertile nel modenese. Un mix di fattori, che vedremo in seguito, fece emergere e primeggiare il distretto di Sassuolo rispetto alle altre città italiane in cui c'era una avviata e più antica tradizione di produzione di ceramica.

Altri distretti ceramici in Italia

Citiamo, ad esempio, Faenza con le maioliche faentine oppure Amalfi con il cotto e le maioliche amalfitane ma anche qui, in Veneto, con il distretto della ceramica di Nove e Bassano. Anche i produttori toscani di cotto fiorentino, pur avendo una lunga tradizione, non riusciranno a vivere lo sviluppo che, invece, caratterizzerà il distretto emiliano. 

Il distretto ceramico di Sassuolo vince su tutti

Qui il settore delle piastrelle vede una crescita che accelera negli anni successivi alla seconda guerra mondiale fino a determinare un vero e proprio boom produttivo - legato alla crescita dell'edilizia - che porta il distretto di Sassuolo ad avere numeri importanti:

  • nel 1953 sono 36 le aziende che producono piastrelle di ceramica e arrivano ad occupare ben 6.500 addetti.
  • nel 1976 le imprese sono 509 e danno lavoro a circa 48.000 addetti per una produzione di 300 milioni di mq.
  • nel 1985 le imprese sono 360 (si assiste ad una concentrazione), gli addetti sono 31.600 (c'è più automazione nei processi) ed i metri quadrati prodotti sono 417 milioni
L'Italia diventa il primo produttore al mondo

Ma l'aumento dei metri quadrati prodotti continua anche negli anni anni '90, anni in cui l'Italia è il primo produttore mondiale di piastrelle. Non basta: l'Italia è anche leader mondiale anche nella produzione di macchinari per la produzione di piastrelle in ceramica.

Oggi siamo primi per qualità

Oggi la situazione è cambiata, la Cina ed altri paesi emergenti, come il Brasile e la Turchia hanno superato l'Italia, ma continuiamo ad essere tra i primi paesi produttori al mondo per quantità di metri prodotti. Dove continuiamo ad essere i primi al mondo è senza dubbio sulla  qualità delle piastrelle e sulla capacità di innovare la gamma. 

 

Ma quali sono i fattori che hanno consentito questo incredibile sviluppo? E perchè proprio a Sassuolo? 

Motivi della nascita e crescita del distretto

I motivi della nascita e dello sviluppo di molte aziende di produzione di piastrelle in ceramica in questa specifica area geografica si riconducono ad alcuni pre-requisiti:

Cultura 

L'esistenza di una cultura artigianale preesistente. E di una cultura specifica del settore grazie alla prima fabbrica di Maiolica nata (oggi l'azienda si chiama Marca Corona ed alle successive fabbriche nate da quell'esperienza, come per esempio Marazzi che fu una delle aziende più attive nello sviluppo e nella ricerca del settore. 

Capitali

La presenza di capitali accumulati grazie all'agricoltura e alla disponibilità delle famiglie di proprietari terrieri a diversificare gli investimenti entrando nell'industria

Valore all'imprenditore

Il riconoscimento sociale che veniva tributato all'imprenditore. Avviare una impresa permetteva di salire nella scala dei valori sociali espressa dalla collettività locale. L'imprenditore crea posti di lavoro per la collettività e quindi è stimato e apprezzato. 

Infrastrutture

Il modenese godeva di una discreta dotazione di infrastrutture di trasporto: ferrovia, canale navigabile, strade e, successivamente, autostrade. 

Gas

La disponibilità di gas metano che costituisce la fonte energetica più indicata per i forni

Materie prime

La presenza nell'area di Sassuolo di una buona ed abbondante materi prima: l'argilla rossa dei colli di Sassuolo.

Acqua

La presenza nell'area di acqua in abbondanza per svolgere il processo produttivo

Questi sono i fattori che hanno consentito l'avvio della produzione di pavimenti in ceramica nell'area di Sassuolo. Combinati con un contesto sociale, economico e naturale favorevoli hanno generato un processo da cui è scaturito il distretto ceramico di Sassuolo per molti anni primo produttore mondiale in termini quantitativi ma tuttora leader mondiale in termini di qualità, innovazione, ricerca e design.

Paesaggio tipico di Sassuolo: centinaia di bancali di piastrelle in attesa di essere spediti

L'espansione del distretto ceramico di Sassuolo

Abbiamo visto quali furono i motivi, gli "starter", dell'industria ceramica nel territorio del modenese. Vediamo ora come, dopo la nascita, il distretto sia cresciuto fino a diventare il più importante distretto ceramico del mondo. 

Imitazione 

Negli anni '60 e nei primi anni '70 si vide una diffusione a macchia d'olio nei comuni limitrofi a Sassuolo, quindi nelle province di Modena e Reggio Emilia, di questa imprenditorialità ceramica con processi imitativi frutto della diffusione di know how. 

Da operai ad imprenditori

Mano a mano che il settore cresceva si venivano a creare una serie di opportunità e di condizioni favorevoli all'impresa e all'imprenditore. Moltissimi imprenditori vengono da esperienza operaia: si tratta di capireparto o operai addetti alla manutenzione o impiegati che coordinavano le commesse... per tutti costoro che conoscevano bene gli aspetti del processo produttivo reinventarsi imprenditori è relativamente semplice. 

Un incubatore di aziende

Di fatto il distretto diventa un vivaio. Un vivaio in cui poter crescere in condizioni protette e garantite. Piccole aziende nascono come "terzisti" per poi affermarsi con il proprio marchio. Nei bar si parla di quello che succede nelle fabbriche e nei paesi si respira e si apprende, anche inconsapevolmente, una cultura industriale. Ed iniziano a nascere (o a ricollocarsi qui) anche aziende al servizio delle industrie ceramiche. 

Industrie ceramiche ed indotto

La "zona di sassuolo" venne così a caratterizzarsi come area industriale monocoltura, specializzata nella produzione di piastrelle in ceramica, prima per rivestimento e poi per pavimento, concentrando nella zona anche industrie dell'indotto dando vita a quello che è un vero e proprio distretto industriale. 

Designer e progettisti

L'industria coinvolge designer ed architetti che progettano rivestimenti "di tendenza": il settore ceramico diventa un settore "moda" e la umile piastrella in ceramica si trasforma in un oggetto di arredamento.

Sinergia

La stretta interazione tra imprese produttrici di piastrelle e imprese produttrici di macchinari permette e sviluppa tutta una serie di sinergie sistemiche derivanti dalla diffusione delle informazioni, dalla sollecitazione dell innovazioni e dalla rapidità dei processi di apprendimento. Questo comporta anche degli aspetti imitativi, frutto della circolazione di informazioni, che per il settore non sono così positivi. 

Qui si trova tutto quello che serve per produrre piastrelle

Si determina così quello che è stato definito il SISTEMA CERAMICO che comprende non solo le attività strettamente manifatturiere ma tutto quanto ad esso funzionalmente collegato in via più o meno subordinata e collaterale per l'ottenimento del prodotto finale. È un area integrata estremamente efficiente e funzionale: copre una quota rilevantissima di produzione sul mercato nazionale e, soprattutto, è presente in modo importante in tutti i mercati internazionali. 

Terreno fertile

In queste zone il rapporto tra imprese e territorio è così inscindibile da poter affermare che le stesse, identiche aziende, trasferite in altri contesti industriali non solo non si sarebbero sviluppate ma con tutta probabilità non sarebbero nemmeno nate.

Lo sviluppo tecnologico del distretto

Nascita del settore meccano-ceramico

La domanda di tecnologia e la richiesta di tutta una serie di servizi correlati alla produzione di ceramica dette luogo alla nascita di una serie di aziende a servizio della produzione con la formazione di un indotto o terziario ceramico. Si crea una ricca rete di relazioni tra le aziende che collaborano e cooperano per migliorare aspetti produttivi, incrementare la capacità per far fronte alla domanda, aumentare i livelli estetici e le performance dei prodotti ceramici. 

Come avvengono le innovazioni

Il settore meccano-ceramico, che nasce nello stesso territorio,  e cioè l'insieme di aziende che producono  impianti e macchinari per la produzione di piastrelle in ceramica, diventa - anch'esso - un settore leader nel mondo grazie ai continui scambi di know how con le aziende produttive ed alla ricerca ed innovazione effettuata sul campo.  

Innovazione: la monocottura

Alla bicottura viene affiancata la monocottura, una innovazione straordinaria per l'epoca: il prodotto ceramico, più resistente, può essere tranquillamente utilizzato anche a pavimento. Questo permette alla piastrella di allargare il campo applicativo e di poter essere utilizzata anche in negozi ad elevato traffico, in uffici, laboratori, scuole... 
 

Innovazione: il grès porcellanato

Qualche decennio dopo viene nuovamente rivoluzionato il settore grazie all'introduzione del processo produttivo del grès porcellanato. Il prodotto è ancora più resistente della monocottura ed ancora una volta l'ambito applicativo si espande. Le piastrelle in grès possono essere tranquillamente utilizzate come pavimento da esterni (perchè il grès inassorbente ed ingelivo). Inoltre sul grès si possono fare lavorazioni, quasi come sul marmo. Nasce il grès porcellanato levigato lucido, il grès porcellanato lappato, il grès ad alto spessore. Inoltre, di recente, il grès inizia a farsi strada anche nel mondo dell'arredamento grazie allo spessore sottile ed alle grandi dimensioni. 

Il distretto di Sassuolo: la globalizzazione

La Cina

Negli anni 2000 il distretto raggiunge il suo livello record ma la globalizzazione si fa sentire anche per le piastrelle in ceramica.
La Cina diventa il primo produttore mondiale grazie, tra l'altro, alle forniture impiantistiche Italiane del settore meccano-ceramico.  

La Spagna

La Spagna supera l'Italia e diventa - in termini quantitativi - il primo produttore europeo, sfruttando minori costi delle materie prime, del gas, della manodopera. E sfruttando anche la notorietà dei prodotti italiani, al punto da battezzare le collezioni ed i prodotti con nomi italiani. Ma addirittura ci sono aziende spagnole che hanno nomi dal suono italiano, come Venis, Veneto, Saloni, Ceracasa, Italceramica...

I paesi in via di sviluppo

Sempre negli anni 2000 anche altri paesi produttori in aree in via di sviluppo crescono fino a raggiungere quantitativi di tutto rispetto. Tra questi, in particolare: Turchia, Brasile, India e Vietnam
Paesi che, oggigiorno, sono diventati aggressivi competitor per le aziende italiane. 

 

Maturità e crisi del distretto 

La modalità di crescita per imitazione ha determinato, ciclicamente, una eccedenza di capacità produttiva, e, purtroppo, di prodotti sempre più simili (effetto commodity). 
Questo ha generato periodicamente delle tensioni nel distretto, che raggiungono l'apice negli ultimi 25 anni con accumulo di stock di invenduto e ribasso di prezzi

Le imprese hanno cercato di contrastare queste difficoltà e reagire in vari modi:

  • organizzandosi in gruppi (concentrazione)
  • ottimizzando il processo produttivo (innovazione)
  • cercando nuovi mercati (export)
  • innovando i prodotti (novità)

 

I produttori di piastrelle diventano gruppi

Quest'ultima tendenza è ancora in atto con molti gruppi che crescono grazie all'acquisizione di aziende in difficoltà.

Il numero i soggetti economici diminuisce, si dice che c'è una "riduzione della frammentazione" ed una crescente concentrazione. 

 

Esempi di gruppi

La cosa è molto evidente se si esaminano i principali gruppi:

  • Il Gruppo Atlas Concorde che nasce con l'azienda omonima e nel tempo ha acquisito Mirage, Refin, Fap, Keope, Infinity, Marca Corona, Supergres, Ceasar.
  • Il gruppo Florim che nasce con l'azienda Floor Gres e nel tempo mediante acquisizioni e sviluppi di nuovi marchi è oggi costituito dalle aziende Rex, CasadolceCasa, Cerim, Cedit
  • Il gruppo Panariagroup che comprende Panaria, Cotto D'este, Fiordo, Lea Ceramiche.
  • Il gruppo Iris che comprende Iris, GranitiFiandre, Ariostea, FMG. 

 

Fenomeno in crescita

Il fenomeno è tutt'ora in atto e sta crescendo anno dopo anno: acquisizioni e fusioni si susseguono con grandi gruppi che acquisiscono aziende in crisi. Nuovi importanti player sono entrati nel settore delle piastrelle come il gruppo americano Mohawk Industries che ha acquisito Marazzi ed Emilceramica o il fondo di investimento Mindful Capital Partner che ha acquistato Fondovalle, La Fabbrica ceramiche, Rondine. 

 

 

Lo sviluppo di innovazioni nel distretto di Sassuolo

Nuovi utilizzi

Se l'aggregazione consente ai grandi gruppi di crescere dimensionalmente è soprattutto con l'innovazione tecnologica che il distretto combatte la crisi di domanda. Infatti  il gres porcellanato diventa il prodotto di riferimento, grazie ad una serie di innovazioni di processo e di prodotto:  si accrescono le dimensioni dei materiali, si inventano nuove lavorazioni, nuove finiture di superficie... 
L'obiettivo è quello di utilizzare le piastrelle anche in altri ambiti, in modo che la capacità produttiva trovi sfogo. 

 

Due innovazioni vincenti: decorazioni e grandi formati

Di recente due innovazioni hanno proprio centrato questi obiettivi. Ci riferiamo alla decorazione digitale e, soprattutto, le grandi lastre in grès. Sono - e saranno sempre più in futuro - queste ultime a rivoluzionare completamente il mercato delle piastrelle in ceramica.
Si tratta di una innovazione che consentirà alle piastrelle di essere utilizzate non solo come pavimenti e rivestimenti, ma anche in moltissimi altri ambiti nel mondo dell'arredo, dove andrà a sostituire marmi e pietre. Le piastrelle vengono prodotte in spessore molto sottile o in spessore maggiorato, per soddisfare varie esigenze, ed in formati che arrivano a 160x320.

Le famiglie di prodotti

Innovazioni tecniche e fantasia dei designer consentono di imitare con efficacia i prodotti naturali, per cui oggi abbiamo dei bellissimi: 

Ma il grès riesce ad imitare in modo credibile anche altri materiali, per cui abbiamo dei:

Le piastrelle non sono più un materiale per la costruzione ma sono diventate un importante elemento di arredo al punto che chiamarle ancora "piastrelle" è limitante. Oggi preferiamo usare "lastre in ceramica" e, con queste lastre, riusciamo a realizzare anche oggetti di arredo: mensole, tavoli, piani cucina... 

Insomma il distretto delle ceramiche di Sassuolo ha saputo innovarsi e reinventarsi, ma quali sono le sfide che lo aspettano per il futuro? 

 

Sfide ed opportunità del distretto per il futuro

Questo distretto, situato nel cuore dell'Emilia-Romagna e conosciuto anche come "Ceramic Valley" si trova di fronte a numerose opportunità e sfide che potrebbero ridefinire il suo ruolo nel panorama globale della ceramica e del mondo dell'arredamento.

Sostenibilità 

Abbiamo già accennato a come l'industria ceramica stia cercando di ridurre le emissioni di CO2. L'adozione di processi produttivi più ecologici è una richiesta a cui i produttori non possono sottrarsi. I nuovi forni ad idrogeno, la cogenerazione e il fotovoltaico collegato ai forni elettrici, sono alcuni dei tentativi di ridurre l'impatto ambientale e di migliorare l'efficienza energetica, un fattore critico in un settore energivoro. 

Innovazione nel Design e nei Materiali

L'innovazione nel design e l'utilizzo delle piastrelle in nuovi ambiti applicativi sono un'altra sfida per il settore. Le ceramiche di Sassuolo sono rinomate per la qualità e l'estetica, con un forte impegno nella ricerca di soluzioni decorative e funzionali. Il futuro vedrà un'ulteriore esplorazione delle grandi lastre di ceramica che, grazie alla loro versatilità, stanno entrando nel mondo dell'arredo, offrendo nuove applicazioni estetiche e funzionali, come i top per cucine, che si avviano a diventare una quota significativa del totale della produzione. 

Globalizzazione

Tuttavia, il distretto deve affrontare sfide come l'elevato costo energetico in Italia, la concorrenza internazionale di molti paesi dove sono nati e si sono sviluppati produttori di piastrelle di grandi e grandissime dimensioni, la necessità di adattarsi alle normative ambientali sempre più stringenti. La risposta a queste sfide include investimenti in ricerca e sviluppo di prodotti, una maggiore specializzazione, la capacità di essere presenti nelle nicchie di mercato di lusso e l'adozione di tecnologie avanzate per ridurre i costi e migliorare la qualità.

I posatori

Un altro problema che diventerà sempre più rilevante nel tempo è la costante diminuzione degli artigiani, sia in Italia che nel resto d'Europa. I posatori sono necessari per trasformare le piastrelle in un pavimento, per cui se diminuiscono le aziende di produzione devono preoccuparsi. I posatori di Vicenza ed i posatori di Verona le zone in cui operiamo, sono sempre meno ed i tempi di attesa sono sempre più lunghi. 

 

Ma il distretto della ceramica ha dimostrato più volte, in passato, di essere stato capace di adattarsi e di trasformare le crisi in opportunità ed i problemi in nuove idee. Più volte la piastrella è stata definita un prodotto "maturo", salvo poi rinascere sotto mutate spoglie e sorprendere anche tutti noi del settore. Questo grazie ad un distretto operoso, interconnesso, creativo: la "ceramic valley" italiana. 

 

Ottimizzazione della produzione 

Se queste due innovazioni (decorazione digitale e grandi formati) hanno consentito di allargare l'utilizzo delle piastrelle, altre innovazioni si stanno affermando per centrare obiettivi di ottimizzazione della produzione. 
 

Flessibilità produttiva

In particolare quello che si cerca di ottenere oggi è una maggiore flessibilità produttiva e cioè la possibilità di produrre lotti di minore dimensione. Essere costretti a produrre una gran quantità dello stesso articolo per contenere i costi genera altri costi, come quelli relativi alla logistica ed aumenta il rischio di invenduto. 
Lotti più piccoli consentirebbero anche una maggiore frequenza di programmazione e meno rischio di finire in stock out. 

Costi energetici

Un altro obiettivo che si sta cercando di conseguire è un uso più efficiente dell'energia. Le aziende ceramiche sono energivore e abbiamo imparato, durante la crisi del gas russo (durante la guerra Russia Ucraina), come le difficoltà nel reperire gas possa mettere in crisi l'intero settore. Oggi abbiamo un gruppo che ha già installato e messo a regime un forno che funziona ad idrogeno ed altri che hanno invece stanno optando per forni elettrici alimentati con enormi impianti fotovoltaici. 

Costi ambientali 

È chiaro che il semplice abbattimento del prezzo non porta da nessuna parte: i concorrenti internazionali possono vantare costi ambientali in qualche caso addirittura nulli, costi energetici inferiori anche del 30 o 50%, e costi della manodopera - sebbene l'incidenza del personale sia bassa -  non paragonabili...  Il consumatore che acquista una piastrella prodotta all'estero è involontariamente causa di inquinamento in quei paesi che sono lontani anni luce dai sistemi di depurazione e filtraggio. 

 

Nuovi mercati: l'export di piastrelle

All'estero amano le piastrelle italiane

Quando le innovazioni di prodotto non bastano, quando anche gli investimenti tecnologici non bastano allora si prende la valigia e si va a cercare nuovi mercati all'estero. Il Made in Italy funziona anche per le piastrelle ed i bravi produttori italiani trovano clienti pronti ad accoglierli. 

 
In Italia, invece...

Questo accade a maggior ragione dal momento che il cliente italiano, di recente, ricerca il low cost. Ebbene si, siamo passati da essere un popolo che dava una suprema importanza alla propria casa, con la maggior percentuale di famiglie proprietarie di prime case ad una "generazione Ikea", dove gli acquisti di piastrelle si fanno al Brico, nei Leroy Merlin, o nei negozi Iperceramica. 

La grande distribuzione ed il low cost

La grande distribuzione propone prodotti economici che raramente sono italiani. E quando lo sono si tratta di prodotti estremamente a basso costo. I produttori italiani l'hanno capito e hanno scelto di valorizzare i prodotti italiani all'estero nei paesi che, al contrario dell'Italia, stanno diventando sempre più ricchi. Sono mercati dove alle piastrelle Made in Italy vengono riconosciuti attenzione al dettaglio, di design, di qualità non confrontabili con le produzioni del sud est asiatico. 

L'export supera le vendite interne

Insomma se i consumatori italiani acquistano prodotti esteri, i nuovi ricchi, all'estero, cercano ed acquistano i prodotti italiani. Le vendite all'estero crescono fino a superare le vendite interne fino a raggiungere percentuali incredibili. 
Oggi i produttori di piastrelle italiani mediamente esportano l'80% del grès prodotto: si sono trasformati in ambasciatori dell'eccellenza italiana nel mondo e meriterebbero un premio per la loro tenacia, tipicamente emiliana, che gli consente di lottare contro altri paesi produttori che, pur favoriti da minori costi, non riescono a competere con l'ingegno, la qualità e con le capacità innovative italiane. 

Una fiera dedicata alle piastrelle italiane

Oggi il distretto di Sassuolo continua ad essere un punto di riferimento per il mercato mondiale di produzione delle piastrelle in ceramica.

La fiera del settore, CERSAIE, che si tiene ogni anno a Bologna è tuttora la fiera più frequentata da tutti gli operatori di settore, rappresenta un indiscusso riferimento internazionale. Le novità presentate dai produttori italiani, quasi tutti appartenenti al comprensorio, sono sempre le più ammirate e fanno da apripista per i produttori degli altri paesi.