Prima della posa di un pavimento, specie se in legno o in marmo, è obbligatorio effettuare il ciclo di preriscaldamento o ciclo di "preaccensione" o "shock termico" per prevenire conseguenze future sui pavimenti.
Ciclo di accensione dell'impianto a pavimento prima della posa
In questo articolo cercherò di rispondere alle domande che probabilmente anche tu ti stai facendo e cioè: posso evitare il ciclo di accensione dell'impianto a pavimento? Perché devo accendere l'impianto prima della posa dei pavimenti anche se è estate? Ma è proprio obbligatorio?
Da quasi 25 anni seguo cantieri di pavimenti per la Fratelli Pellizzari e, se avrai la pazienza di leggere questo articolo, risponderò a queste e ad altre tue domande portandoti la mia esperienza.
Buona lettura
Accensione impianto radiante, normative e tempi
Qui alla Pellizzari, quando ci viene confermato un pavimento in legno o in gres, ci occupiamo sia di realizzare impianti a riscaldamento che Massetti, rispettando le norme Uni En, in particolare la 1264 sugli impianti radianti a pavimento e quelle sui massetti, in particolare la 11371 sui massetti per pavimenti in legno ma anche la norma Uni En Iso 11855 sugli impianti radianti annegati che si sovrapporrà alla 1264.
Le stesse stabiliscono che venga effettuato un avviamento iniziale dell'impianto quando sono trascorsi almeno 21 giorni (se non c'è urgenza noi consigliamo di aspettarne 25) per la maturazione di un massetto tradizionale.
Se non sai che cos'è un massetto per l'impianto a pavimento sarebbe importante che, prima di continuare, tu leggessi questo approfondimento:
Il massetto tradizionale per impianto a pavimento
I tempi scendono ad almeno 7 giorni per i massetti autolivellanti a base di solfato di calcio (detti anche massetti all'anidrite). Se non sai cosa sono ne ho parlato qui:
Massetti a base di solfato di calcio
Solo quando questo ciclo di preriscaldamento sarà eseguito si potranno posare i pavimenti.
L'avviamento dell'impianto a pavimento è obbligatorio?
Se vogliamo eseguire i lavori secondo le norme (in questo caso la Uni 1264), sì, il ciclo di avviamento dell'impianto radiante è obbligatorio. Chiaramente la norma fornisce delle indicazioni per lavorare al meglio, secondo la regola e tenendo conto delle problematiche sorte e dell'esperienza maturata su questo specifico sistema di riscaldamento.
Obbligatorietà legale dello shock termico
Ma legalmente è obbligatorio? Per capirlo è necessario chiarire se le norme Uni hanno valore di legge. Una norma ha valore di legge quando viene richiamata in provvedimenti legislativi. In questo caso le Norme Uni passano da "applicazione volontaria" a "cogente", cioè obbligatoria.
La nostra Uni 1264 non è richiamata da nessuna legge ma è richiamata in un documento ufficiale, quello che va redatto per certificare che gli impianti sono a norma (dichiarazione di conformità), quindi ha valore di legge.
Va precisato, per chiarezza, che anche se una norma Uni non è citata in leggi o documenti ufficiali, viene comunque presa in considerazione dai tecnici di parte e dal CTU in caso di contestazioni.
I benefici dello shock termico
Si è riscontrato che questo shock termico "anticipato", rispetto alla messa in funzione a regime dell'impianto, ha una serie di benefici, in particolare due:
► va a "stressare" quest'ultimo e ne mette alla prova subito la qualità costruttiva.
► permette la fuoriuscita dell'umidità.
A noi sta particolarmente a cuore la durabilità della pavimentazione che andremo a sovrapporre, per questo noi imponiamo il rispetto della norma e vogliamo, nei nostri cantieri, che ci si attenga scrupolosamente alle procedure, specie quando ci troviamo a dover posare pavimentazioni in legno o in marmo.
Come si effettua il ciclo di preriscaldamento dell'impianto radiante?
La norma Uni En 1264 prevede che il ciclo si effettui aumentando gradualmente la temperatura del fluido contenuto nei tubi dell'impianto a pavimento.
Generalmente, ma dipende molto dalla tipologia di impianto che hai deciso di realizzare, la temperatura del primo giorno di accensione è attorno ai 20 gradi, poi si aumenta di 5 gradi fino ad arrivare alla temperatura massima di esercizio.
La temperatura massima di esercizio è di molto superiore a quella a cui l'impianto lavorerà normalmente. La temperatura massima viene mantenuta per qualche giorno, la norma stabilisce 4 giorni, e poi si procede con la diminuzione della temperatura fino a spegnimento.
Durante il ciclo di preriscaldamento noi raccomandiamo anche di aereare adeguatamente i locali per consentire la fuoriuscita dell'umidità.
Dopo lo shock termico: quanti giorni per la posa?
Una volta terminato il ciclo di avviamento del riscaldamento a pavimento, lo stesso verrà completamente spento e si attenderanno due o tre giorni perché il massetto si raffreddi.
A quel punto se hai scelto un pavimento in piastrelle di ceramica te lo poseremo senza ulteriori indugi.
Se invece, hai scelto un pavimento in legno, dovremo attenerci alle accortezze necessarie per la posa di questi materiali. I lavori essenziali da fare prima della posa del legno sono:
- Installazione serramenti esterni (non le porte interne)
- Eventuali cartongessi
- Tinteggiature interni finite
- Installazione arredobagno
- Finiture impianto elettrico
Se hai acquistato un pavimento in legno ti consigliamo di leggere questo articolo specifico, cliccando qui di seguito:
Accortezze per la posa del parquet
Dopo lo shock termico: il test dell'umidità residua
Mi sono accorto che spesso i miei clienti si stupiscono che io esegua comunque il test per l'umidità residua nel massetto. Sembra controintuitivo: il massetto ha subito un riscaldamento importante, perché andare a controllare l'umidità?
Noi eseguiamo comunque questo controllo (e consigliamo anche a te di farlo eseguire) con l'igrometro a carburo prelevando un campione di massetto in un punto predeterminato e contrassegnato in modo da non andare a danneggiare le tubazioni sottostanti.
Se non si è contrassegnato un punto di prelievo si dovranno fornire al posatore delle foto dell'impianto per consentirgli di individuare il punto in cui non ci sono tubazioni sottostanti.
Questo controllo ha la funzione di accertare che veramente il massetto abbia subito lo shock termico e va eseguito anche se è obbligatoria la documentazione firmata dell'avvenuta accensione dell'impianto.
Insomma, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
Abbiamo dedicato un articolo alle problematiche che potrebbero sorgere al parquet per la presenza di umidità nel massetto:
E se manca la barriera al vapore?
Spesso ci viene rivolta questa domanda: si può non mettere la barriera al vapore? ci sono già i pannelli che isolano, perchè serve anche la barriera? Oppure, al piano di sotto c'è un locale abitato e riscaldato, serve mettere lo schermo al vapore?
Noi la facciamo mettere perché la norma la prescrive, primo motivo, ma anche perché c'è una logica precisa.
Prova a pensarci: abbiamo acceso l'impianto a pavimento, fatto lo shock termico, misurata l'umidità... ma tutto questo ha senso solo se il massetto viene isolato dagli strati sottostanti con la barriera.
La mancanza di barriera al vapore rende tutto inutile perché il massetto potrebbe assorbire umidità (dopo tutti i test) e quindi compromettere tutto il lavoro di controlli appena fatto.
E se manca il gas? Come faccio ad avviare l'impianto?
Capita spesso in caso di ristrutturazioni importanti o di nuove costruzioni che non sia ancora stato allacciato il gas. Solitamente le aziende di fornitura di gas pretendono, infatti, il certificato di abitabilità dell'immobile che può essere fornito solo a lavori ultimati, quindi a pavimenti posati. Ma non si possono posare i pavimenti se prima non si fa il ciclo di preriscaldamento, quindi che fare?
► La prima soluzione è semplice: una caldaia elettrica che viene allacciata provvisoriamente all'impianto. Si trova facilmente a noleggio ed è dotata, banalmente, di una pompa per far circolare il fluido nell'impianto e di una resistenza elettrica per scaldarlo. Si tratta quindi di chiedere al Vostro idraulico di noleggiare questo dispositivo e di far fare lo shock termico.
► La seconda soluzione è quella di cambiare gli ugelli della caldaia togliendo quelli da "gas metano" e inserendo quelli da "GPL". Si tratterà poi di procurarsi delle bombole di GPL ed utilizzare quelle come combustibile nel tempo necessario per effettuare il ciclo suddetto.
Alcuni gestori, forse anche il tuo, rilasciano l'utilizzo del gas "ad uso cantiere" di solito per un periodo massimo di 90 giorni. In quel caso si utilizzerà la normale caldaia e spenderai anche meno: prova a chiamare il gestore del gas della tua zona.
Salve, ho letto con interesse il suo articolo e la ringrazio per le informazioni rese disponibili! E volevo farle una domanda : ho ristrutturato casa iniziando i lavori a febbraio 2019. Ad aprile l'idraulico posa o pannelli per radiante ed il tubo. Poi a maggio io stesso faccio il massetto autolivellante con Paris Slim.
Il tempo passa ed io ho necessità di entrare in casa ma la caldaia non c'è ancora e non sapendo dello shock termico ( cosa che è stata detta ma poi...) faccio fare il pavimento in resina, tutto ok ad oggi quindi presumo non ci sia umidità. La mia domanda però è: a metà settembre arriverà la caldaia (pellet) potrei avere problemi quando avvieranno l'impianto ? Dovranno farlo girare comunque più alto per qualche giorno? Se dovessi avere problemi (crepe, bolle ecc...) la responsabilità è dell'idraulico che ha omesso lo shock termico prima che posassi le resina?
Grazie mille e cordiali saluti!