Tessere che possono vestire il bagno in moltissimi modi differenti: dalle tinte unite al barocco, da miscele arabeggianti a damascati leggeri, dal classico bianco e nero a trasparenze coloratissime fino alle applicazioni moderne. In questo articolo partiremo dalle origini del mosaico e arriveremo a farti ispirare dalle moderne applicazioni in bagni contemporanei.
Il mosaico: un rivestimento prezioso
Al termine di questo articolo Vi presentiamo 7 bagni in mosaico realizzati tra Vicenza e Verona. Come vedrete gli stili sono molto differenti tra loro e, pur utilizzando tutti il mosaico, i risultati sono estremamente vari. Alcuni vi piaceranno, altri meno.
Questo a testimonianza del fatto che quando si generalizza parlando di "bagno in mosaico", si commette un errore.
Il mosaico, come la ceramica ed il marmo, consente di essere interpretato in chiave moderna piuttosto che classica, di essere molto decorativo o assolutamente minimal, di trasmettere sensazioni di lusso piuttosto che giochi di colori ed è il Vostro architetto o l'arredatore che avrà il compito di comprendere i Vostri gusti e applicarli, giocando un ruolo fondamentale per raggiungere l'obiettivo sognato.
Origine del termine mosaico
Ma per comprendere come usare questo materiale è necessario fare un passo indietro...
Come è nato il mosaico? Perché si chiama così?
Senza pretese di essere degli storici dell'arte, cercheremo di capire dove è nato e com'è arrivato fino ai giorni nostri questo materiale.
Iniziamo dalla parola mosaico che deriva da "musa".
In latino questo ha dato origine alla definizione "opus musivum" ed infine ai termini "arte musiva" e "mosaico".
Nascita del mosaico
L'utilizzo di tessere di mosaico risale ad almeno 5.000 anni fa: è di quell'epoca lo stendardo di Ur, un leggio realizzato con tessere di lapislazzuli, calcare rosso e conchiglie. Ma anche le decorazioni sui sarcofagi dei faraoni egizi, databili sempre circa 5.000 anni fa, erano realizzate combinando tessere variopinte di pietre preziose, pietre dure e vetro.
In epoca più recente, circa 500 anni prima di Cristo, nasce l'utilizzo del mosaico come pavimento. Sono databili in quell'epoca i ritrovamenti di Lithostrota (cioè pavimenti di pietra) composti da sassolini arrotondati che venivano fissati a terra su un letto di calce e fungevano da pavimento decorato. La gamma cromatica di questi pavimenti è limitata ai colori naturali delle piccole pietre tonde, dei ciottolini, che si trovavano nei fiumi.
Il mosaico a Roma
Il mosaico trova poi un espressione più raffinata e grandiosa nella Roma dell'impero: dai primi mosaici bicorni bianchi e neri fino ai mosaici policromi con tessere regolari ed irregolari.
Al fine di riuscire a riprodurre scene mitologiche, nature morte o motivi marini in modo sempre più simile a quanto fanno i pittori, le tessere si riducono di dimensioni e si cerca di ampliare continuamente la gamma cromatica, facilitati in questo dall'estensione dell'impero che consentiva di reperire pietre e marmi dall'africa al nord europa.
L'abilità dei mosaicisti romani è evidente nei mosaici scoperti a Pompei come quello della foto che segue.
Oppure nei mosaici di Villa Armerina (detta anche Villa Romana del Casale):