I terrazzi alla Veneziana che si vedono in moltissimi palazzi e case a Venezia destano ammirazione dei turisti di ogni nazione. Se la storia di questa singolare città è affascinante, lo è anche la capacità dell'architettura di adattarsi alle esigenze costruttive così singolari. La scelta di utilizzare questi pavimenti è una combinazione di fattori tecnici ed estetici, vediamoli!
Il terrazzo alla Veneziana
In questo articolo cercheremo di rispondere ad alcune domande sul terrazzo alla Veneziana, ci chiederemo: "quando è nato?" ma anche "come si realizza?" e vedremo alcune delle nostre recenti realizzazioni di terrazzi alla veneziana in stile moderno o contemporaneo.
Quando nasce il terrazzo?
Da Vitruvio...
La tecnica del "terrazzo", e cioè quella di stendere uno strato di materiali e poi lisciarli o levigarli in opera, è una delle più antiche fra quelle applicate nei pavimenti artistici, è descritta già da Plinio e Vitruvio.
In forma di opus signinum e "cocciopesto", è uno dei rivestimenti più ampiamente diffusi negli edifici abitativi greci e romani.
... a Venezia
Il terrazzo sopravvive anche in epoca medioevale in forma semplificata, per lo più come battuto di malta e calce. A Venezia viene applicato per le sue capacità di adattamento ai movimenti degli edifici e viene chiamato Paston o Pastellon ed è già abbastanza diffuso nel secolo XII. Ed è a Venezia che il cocciopesto diventerà quello che oggi chiamiamo "terrazzo alla Veneziana". Questa versione del pavimento si diffonde nel XV secolo ed è più elaborata e levigata. Nell'esecuzione del terrazzo gli addetti "seminano" il pavimento distribuendo, con determinati criteri, delle scaglie di pietra e marmo in modo da realizzare tappeti e fascioni decorativi.
Ma perchè nasce a Venezia?
Ma prima di capire come si sia passati, a Venezia, dal battuto di calce, al pastellon (cocciopesto) al terrazzo alla Veneziana, cerchiamo di rispondere ad un'altra domanda e cioè: "perché il terrazzo alla veneziana si è diffuso proprio a Venezia?"
Il pavimento alla veneziana e Venezia
Acqua...
Venezia vive di riflessi. I suoi palazzi si specchiano sull'acqua che ne esalta, se mai ce ne fosse bisogno, la bellezza senza tempo di architetture ardite. Come poteva una città così narcisista, nata per essere ammirata, non innamorarsi di un pavimento che cattura e fotografa, grazie alla sua lucentezza, i riflessi azzurri del cielo attraverso le grandi finestre?
.. e luce
E poi... la luce, che questo pavimento è in grado di catturare e far rimbalzare tra le pareti di questi palazzi stretti uno all'altro. La luce è un dono prezioso a Venezia, le finestre si alzano altissime per catturarla e serviva un pavimento che fosse in grado di proiettarla ovunque, questa luce.
Veneziana: un opera d'arte
Un luogo dove tutto diventa arte...
Ma non poteva essere un semplice pavimento!
Venezia ci ha abituato al miracolo di riuscire a trasformare oggetti umili, come un bicchiere, in piccole opere d'arte. Il contorno di una finestra può diventare un racconto di pietra, in grado di emozionare dopo centinaia di anni.
...ed un pavimento diventa un capolavoro
E così hanno fatto anche per il pavimento alla Veneziana: la sensibilità ed il talento di questo popolo hanno saputo trasformare in una vera e propria opera d'arte questo umile pavimento, nato utilizzando gli scarti del marmo, non accontentandosi mai del risultato ma migliorandolo ancora ed ancora, generando veri e propri capolavori.
Ma come è nato questo amore tra una città ed un pavimento?
Il pavimento in Veneziana: le origini
Il pastelon
La storia del terrazzo ci racconta che l'origine di questo pavimento deriva dal pastellone (in lingua veneta "pastelòn"). Quest'ultimo deriva dal cocciopesto, pavimentazioni impiegate frequentemente in età medioevale nelle costruzioni veneziane e caratterizzate dal fatto avere una finitura superficiale a calce colorata in rosso, verde o giallo.
Vengono inseriti granelli di marmo
Verso la fine del Quattrocento dal pastelòn nasce il terrazzo alla veneziana. L'invenzione sembra frutto del contributo delle maestranze friulane che vi avevano apportato una variazione: l’inserimento, nell’ultimo strato della pavimentazione, di frammenti e granelli di marmo di vari colori.
Questo tipo di pavimentazione si diffonde velocemente a partire dalla metà del Cinquecento, tanto da dare origine alla "schola dei terrazzieri".
Per fare i pavimenti delle Stanze e delle Sale, si usa una certa maniera che in Venetia chiamasi terrazzo.
Il terrazzo diventa un affresco decorato
La tecnica col tempo si perfeziona: i terrazzieri dispongono le scaglie in modo sempre più accurato fino a dare luogo ad intarsi e decori fino ad arrivare al Settecento in cui il decoro raggiunge vette artistiche che ancora oggi destano ammirazione.
La veneziana: perché proprio a Venezia?
Questa è la domanda a cui questo articolo vorrebbe dare risposta: "Perchè proprio a Venezia?"
Perché il terrazzo alla veneziana si è diffuso in modo così capillare fino a diventare il pavimento più utilizzato per ricoprire i "soler" in legno Veneziani?
Gli aspetti estetici sono sicuramente importanti ma in questa città, così bella e particolare, dovevano esserci anche dei motivi tecnici che spingevano all'adozione di un pavimento tanto particolare e laborioso da mettere in posa rispetto, ad esempio, a delle piastrelle in marmo.
A nostro avviso i fattori tecnici sono principalmente tre:
(1) Superficie continua
La veneziana (a calce) consentiva di essere stesa in una superficie continua, senza fughe o giunti, su superfici molto grandi. Si pensi a quelle di Palazzo Ducale ed in particolare a quella della sala del Maggior Consiglio, dove si può ammirare una Veneziana stesa su una superficie di più di 1300 metri quadrati senza nemmeno un giunto di frazionamento.
I giunti, in un palazzo che si regge su palafitte infisse nel fango si possono ampliare fino a diventare fessure che diventano difficili da pulire. La superficie continua è più igienica e più semplice da mantenere linda.
(2) Pavimento flessibile
Il secondo motivo è che la Veneziana a base calce ha la capacità di adattarsi senza rompersi. E' un pavimento flessibile che reagisce ai cambiamenti strutturali dei palazzi Veneziani adattandosi. I movimenti sono dovuti al cedimento del suolo fangoso su cui sono infissi i pali per realizzare le fondazioni. I palazzi veneziani sono quasi sempre soggetti a deformazioni strutturali - in certi casi evidentissimi - e questo pavimento riesce a seguire tali deformazioni senza che si creino crepe.
(3) Collabora alla stabilità
La terza ragione è che il peso, notevole, di un pavimento alla Veneziana distribuito su tutto il solaio in legno che viene "legato" al solaio stesso e rende più stabile l'edificio. Insomma il pavimento alla veneziana, che diventa un tutt'uno con il solaio, mantiene ferme e connesse alle pareti le travi , evitandone i movimenti.