Per realizzare pavimentazioni esterne particolarmente elastiche, resistenti ai sali disgelanti, alle sollecitazioni di ogni tipo, oggi esiste una innovativa soluzione: la stuccatura delle fughe con la resina.
Porfido: la stuccatura in resina
Hai sentito parlare di stuccatura in resina del porfido? Sei interessato a sapere quali sono i vantaggi di stuccare un pavimento esterno in porfido con la resina?
In questo articolo troverai informazioni e due [video] su questo argomento che ti aiuteranno a decidere se utilizzare, per il tuo pavimento in porfido, una stuccatura con boiacca cementizia oppure utilizzando il nuovo metodo e cioè con la resina.
Granelli di porfido e resina per stuccare il pavimento
Circa 15 anni fa alcuni posatori sperimentarono una innovazione nel mondo dei pavimenti porfido: è l'inizio del percorso che ci consente oggi di poter stuccare le fughe del pavimento esterno con una resina poliuretanica al posto della classica malta cementizia.
Immagino che tu sia incuriosito dall'aspetto estetico del pavimento stuccato, giusto? Ecco allora, nella foto qui di seguito, un primo piano della stuccatura di un pavimento in porfido posato ad opera incerta. Come vedi le fughe sono state sigillate utilizzando granulato di porfido e resina.
L'obiettivo che ha accompagnato la ricerca di una nuova tecnica di stuccatura era quello di ottenere una pavimentazione più elastica, in grado di sopportare meglio gli stress da traffico veicolare e le dilatazioni.
È per questo che la tecnica si diffonde soprattutto per la stuccature dei cubetti posti in sede stradale.
Ecco il risultato estetico su una pavimentazione in cubetti:
Come si presenta la stuccatura in resina?
Dalle prime prove di quegli anni la tecnica è progredita ed oggi siamo in grado di realizzare dalla piccola pavimentazione residenziale fino a strade con traffico intenso e grandi sollecitazioni.
Come abbiamo visto cambia anche la resa estetica del materiale: invece che una stuccatura color cemento chiaro, otterremo un color "porfido" anche per la stuccatura.
Il porfido dura di più se stuccato in resina
Questa nuova tecnica si è dimostrata in grado di garantire un ottima resistenza agli stress fisici e meccanici a cui le pavimentazioni sono soggette, conferendo prestazioni elastiche notevoli.
Ma come è successo anche nel mondo delle superfici continue, il successo ha consentito il proliferare di produttori talvolta improvvisati che hanno immesso nel mercato resine di bassa qualità.
Alcuni pavimenti stuccati con queste resine hanno durabilità nemmeno confrontabili rispetto ad altri stuccate con resine di ottima fattura. Noi abbiamo scelto la resina proposta da Mapei che, come vedremo, garantisce sia l'estetica che le performance tecniche.
Stuccatura in resina del porfido e normative
Inizialmente questo sistema si è affermato in un contesto di "vuoto normativo" che ha messo a repentaglio anche la sicurezza degli operatori.
Fortunatamente ora è giunta in soccorso la norma UNI 11714-1:2018. che ha disciplinato anche la posa di porfido con stuccatura in resina.
La norma stabilisce che per il porfido a cubetto sia possibile la posa su un letto sciolto di frantumato di roccia (si potrà usare, come vediamo nella foto, il pietrisco di porfido, prodotto di scarto della cava).
Una volta steso il letto di pietrisco si procede alla posa del cubetto e alla successiva battitura con piastra vibrante dimensionata rispetto alle dimensioni del cubetto.
La stuccatura avverrà cospargendo nelle fughe tra i cubetti del pietrisco di porfido macinato (quindi più minuto rispetto al letto di posa). Il pietrisco verrà spazzato dentro alle fughe fino a riempimento e poi si procede a far colare la resina poliuretanica sopra al pietrisco.
Il prodotto inerte per l'intasamento, di piccole dimensioni, dovrà essere perfettamente asciutto, così come il pavimento. Quindi non si può applicare la resina in caso di giornate di nebbia o dopo una pioggia.
L'erogazione della resina è la fase più delicata e dovrebbe avvenire in sicurezza. Noi consigliamo l'utilizzo della specifica attrezzatura studiata e proposta dal consorzio porfido del trentino (CIPT - Italporphyry) che consiste in un serbatoio dotato di un vaso di espansione e di un erogatore con riduttore di pressione (max 3 bar) e certificato di omologazione.
Se deciderai di utilizzare, come facciamo noi, la resina di Mapei devi tenere pronto in cantiere anche "l'antidoto" e cioè il cleaner che è in grado di sciogliere il prodotto a fresco in caso di errata applicazione o sbavature.