PROGETTARE E POSARE IL PORFIDO SECONDO LA NORMA UNI 11714
Porfido: formato, posa e progettisti secondo la norma Uni
Quale formato di porfido utilizzare per un viale carraio? e per una strada con traffico pesante? Che spessore dovrà avere il porfido su un vialetto pedonale rispetto ad un accesso al garage? E come dovrà essere posato il porfido per garantire una durata nel tempo?
Se devi scegliere quale tipologia di porfido prevedere in un intervento edilizio, e vuoi informazioni anche su quali metodi di posa utilizzare, con questo articolo cercherò di rispondere alle tue domande.
La giusta scelta del prodotto, la corretta progettazione, la manutenzione del pavimento ti consentiranno di godere a lungo del tuo nuovo, bellissimo, pavimento in porfido.
La norma Uni sul porfido e la destinazione d'uso
La recente norma tecnica Uni 11714 ci permette di rispondere a queste domande indicandoci con precisione quale tipologia di porfido utilizzare a seconda della destinazione d'uso. Come sappiamo la norma tecnica è un documento emesso da un organismo riconosciuto, redatta da una commissione di esperti che fornisce delle linee guida, delle caratteristiche, delle modalità di posa (nel nostro caso) che consentono di ottenere il miglior risultato in un determinato contesto.
Le norme tecniche si evolvono tenendo conto delle attrezzature e delle tecnologie innovative recepite dal mercato e sono uno standard qualitativo a cui dovremmo tutti adeguarci.
La norma uni 11714 fornisce istruzioni per la progettazione, la posa e la manutenzione di rivestimenti lapidei di superfici orizzontali (pavimenti) e verticali (rivestimenti) sia all'interno che all'esterno.
Per quanto riguarda le destinazioni d'uso la norma contiene una tabella che distingue le destinazioni d'uso in 9 classi.
Le 9 classi di destinazione dei pavimenti esterni
Le prime tre classi P1, P2 e P3 sono i pavimenti destinati all'interno che non interessano in questo articolo.
Vediamo le classi a seguire:
CLASSE | TIPO | COLLOCAZIONE | DESTINAZIONE | ESEMPI |
P 4 | PAVIMENTO | ESTERNO | Pedonale, residenziale privato | Vialetto residenziale, marciapiede attorno alla casa, vialetto pedonale condominiale |
P 5 | PAVIMENTO | ESTERNO | Pedonale, ciclabile, pubblico/commerciale | Vialetto o marciapiede pedonale in un negozio, di un centro commerciale, piazza chiusa al traffico solo pedonale e ciclabile |
P 6 | PAVIMENTO | ESTERNO | Residenziale, pubblico, occasionalmente carrabile | Passo carrabile, marciapiede pareggiabile, area di fronte al garage di casa, cortili e parcheggi privati in un condominio |
P 7 | PAVIMENTO | ESTERNO | Aree pedonali destinate occasionalmente a mercato o percorse da veicoli per consegne di emergenza | Piazza con aree pedonali occasionalmente transitabili da mezzi anche pesanti a velocità ridotta, aree di carico scarico. |
P 8 | PAVIMENTO | ESTERNO | Aree pedonali spesso utilizzate da veicoli pesanti | Zone 30, strade urbane o piazze ztl, parcheggi pubblici, rampe di pubblico accesso |
P 9 | PAVIMENTO | ESTERNO | Vie e strade | Strade urbane, strade con corsia preferenziale, mezzi pubblici o con percorsi obbligati, strade a forte percorrenza, rotatorie, dossi e dissuasori di velocità |
Stabilite le classi delle aree di destinazione la norma identifica anche quali formati di porfido si possono utilizzare e con che modalità di posa.
Non possiamo riportare qui il contenuto della norma Uni (è illegale farlo) ma ci limitiamo a riportare un paio di esempi. Certamente siamo a disposizione per darti tutte le indicazioni specifiche per il tuo pavimento se verrai a trovarci in negozio.
Degrado del porfido per errori progettuali
Il porfido ad opera incerta, o lastrame irregolare, SE posato su graniglia di porfido e resina e stuccatura in resina, può essere utilizzato solo nella classe P4.
Solo nel caso in cui sia posato a malta cementizia può essere posato in ambienti P6, occasionalmente carrabile.
Nella foto qui sotto: se il porfido è posato a malta cementizia va bene, ma se fosse posato su granigliato e resina no.
Nelle strade succede spesso di vedere situazioni come quella rappresentata in foto qui di seguito.
Lo dobbiamo alla errata scelta del prodotto ed anche della metodologia di posa che non sopporta le vibrazioni e lo stress di un traffico automobilistico.
Il degrado della pavimentazione è dovuto alle azioni fisiche e meccaniche degli automezzi, in particolare la compressione del pavimento sempre nello stesso punto, per il passaggio di mezzi pesanti, fino a creare dei solchi ribassati sulla pavimentazione. Oppure sollecitazioni dinamiche come sterzate e frenate in certi punti o in curva.
Chi sceglie tipo e dimensioni del porfido?
La norma 11714 pone in capo al progettista l'individuazione della soluzione costruttiva in base ai requisiti espressi dal committente e la valutazione dell'idoneità del TIPO di materiale lapideo utilizzato e delle DIMENSIONI dello stesso.
Inoltre il progettista deve indicare al committente il piano di manutenzione periodica che deve essere rispettato.
Chi verifica la corretta esecuzione della posa in opera?
Sempre la norma Uni stabilisce anche che sia il direttore dei lavori a controllare la corretta esecuzione della posa in opera, verificando sia in corso d'opera, sia a fine lavori, il rispetto delle prescrizioni progettuali, la coincidenza delle campionature dei prodotti con il prodotto posato e la salvaguardia del lavoro compiuto fino alla consegna del lavoro finito.
Il posatore dovrà rispettare le prescrizioni progettuali e seguire le indicazioni e le decisioni del direttore lavori.
E se non c'è un direttore lavori o un progettista?
Può capitare che in qualche cantiere non sia stato incaricato né un progettista né un direttore lavori. Se il committente decide di NON avvalersi di queste figure professionali egli assume la figura di progettista e direttore dei lavori.
Questa situazione è decisamente sconsigliata: si creano tutta una serie di complicazioni dovute alla mancanza di competenza del committente che si trova a dover prendere decisioni senza avere la cultura per farlo. Il cliente, poi, è già impegnato con il suo lavoro per cui prende decisioni "a distanza", o - peggio - dopo che il lavoro è già stato svolto, con ripensamenti e rifacimenti (e aumento dei costi).
Porfido e "fai da te" non vanno d'accordo
Spesso, però, è questa la situazione in cui ci si trova ad operare perché il committente è attratto dal risparmio immediato della parcella del professionista e crede di poter avere le capacità di gestire in autonomia il cantiere.
Talvolta la colpa è anche di noi rivendite o posatori: spesso si sente di clienti che sono stati "illusi" di poter riuscire ad affrontare la messa in opera di un pavimento esterno semplicemente seguendo le indicazioni di un venditore o di un posatore. Per quanto esperti o preparati possano essere non affronteranno in modo obiettivo le varie questioni in quanto direttamente ed economicamente coinvolti.
Un altro errore frequente nell'acquisto del porfido
Un altro degli errori più frequenti in cui il committente incorre - abbinato al mancato incarico di progettista e direttore dei lavori - è quello di "dividere" il lavoro in più parti, incaricando ditte diverse.
Mi spiego meglio: potrai trovare rivenditori di porfido che ti offrono un prezzo "chiavi in mano", avrai un unico interlocutore per i pavimenti di casa tua ed un unico prezzo onnicomprensivo.
Ma ne troverai degli altri che, più astutamente, ti proporranno di scindere il lavoro tra differenti aziende: la fornitura del materiale da X, la realizzazione dei sottofondi da Y, la posa del porfido da Z. Questa soluzione, anche a fronte della promessa di un risparmio, va scartata.
Il pavimento in porfido non è una semplice somma tra materiale + posa in opera, ma è un sistema complesso, il cui risultato è garantito da un delicato equilibrio di molte variabili che interagiscono tra di loro.
Privilegiate sempre gli interlocutori che vi offrono il servizio chiavi in mano rispetto alla possibilità di spezzare il lavoro in più parti. Loro si prendono una bella responsabilità nei vostri confronti e questo va premiato.
Come sempre l'illusione di un risparmio "facile" porta sulla cattiva strada e permette a rivenditori poco professionali di lucrare sulla tua buona fede.
Porfido, informazioni e commissari tecnici
Da parte nostra, come rivenditori e posatori di pavimenti in porfido certamente tentiamo di fare formazione e cultura (lo dimostra l'articolo che stai leggendo).
Ci rendiamo conto che è una missione quasi impossibile trasferire ad un cliente - per quanto volenteroso - tutte le tematiche, le patologie, le casistiche che occorre conoscere.
Tu che stai leggendo questo articolo dimostri di essere molto più bravo, attento e curioso rispetto alla media e la nostra speranza è che i nostri clienti siano come te, attenti e scrupolosi.
Ma anche nel caso in cui il cliente si sia impegnato dedicando giorni (e notti) a studiare l'argomento noi speriamo che si diffonda il principio basilare per cui ci si affidi - certo con coscienza di causa - ad un esperto, ad un interlocutore preparato. Sappiamo che in Italia ci basta leggere due articoli di giornale per sentirsi commissario tecnico della nazionale, architetto, ingegnere o ministro delle finanze.
In realtà l'argomento è davvero esteso e per questo io ti consiglio di rispettare la norma Uni ed affidarti ad un interlocutore preparato - quale un architetto, un geometra o un ingegnere - che sarà in grado di affrontare correttamente gli aspetti progettuali, di cantiere, e di manutenzione di un opera importante come un pavimento esterno.
Degrado del porfido per mancanza di manutenzione
A proposito di manutenzione: niente dura "in eterno" ed anche un pavimento in porfido non fa eccezione a questo regola.
Abbiamo già visto quali sono gli stress meccanici e fisici da traffico automobilistico che deve affrontare. A questo si aggiungano le condizioni climatiche come le dilatazioni da irraggiamento solare, i bruschi cambi di temperatura per un acquazzone estivo o una grandinata, l'azione del gelo-disgelo nei giorni invernali.
A questo dobbiamo sommare anche l'utilizzo dei sali disgelanti e di altri prodotti chimici che potrebbero cadere al suolo.
Per garantire la durabilità del pavimento esterno la norma stabilisce che venga redatto un piano di manutenzione del porfido che dovrà essere consegnato ai committenti a cura del progettista. Il piano spiegherà le azioni da eseguire periodicamente per ripristinare la pavimentazione curando i piccoli (normali) malanni che si generano per le cause appena elencate.
Salve sono un Architetto progettista, devo sostituire una pavimentazione urbana in un centro storico formata da cubetti di porfido (pedonale e in caso di emergenza carrabile con piccoli mezzi), per problemi di infiltrazioni di acqua nei locali seminterrati adiacenti dei fabbricati.
Attualmente i cubetti sono posati su sabbia e con fughe in malta cementizia. Vorrei utilizzare il sistema con fughe in resina poliuretanica con allettamento inferiore dei cubetti con sabbione e cemento tipo 325 a 200 Kg/mc. Chiedo se questo sistema possa risolvere i problemi di infiltrazioni di acqua nei locali adiacenti a quota sottostante alla strada.
Grazie.