Tecnologie e legna da ardere

All'origine di questa nuova tendenza sta innanzitutto l'innovazione tecnologica con due importanti effetti: uno riguarda la raccolta e l'altro l'utilizzo della legna come combustibile.

Nuovi macchinari per raccolta della legna

Da un lato ha messo a disposizione una vasta gamma di macchine e di attrezzature per la raccolta e la trasformazione della legna molto efficienti e pratiche. Ovunque oggi è molto più facile che nel passato raccogliere la legna nei boschi, nelle siepi campestri, nelle colture specializzate (cedui a corta rotazione) e trasportarla fino ai luoghi di utilizzazione sotto varie forme (tronchi tal quali, legna in pezzi, minuzzoli o chips).

Moderni termocamini a legna

Dall'altro i moderni apparecchi termici alimentati a legna sono caratterizzati da grande praticità d'uso (alcuni sono ad alimentazione automatica), elevata efficienza (il loro rendimento è spesso superiore all' 70-75%), bassissime emissioni inquinanti (comparabili a quelle della combustione del gas naturale).
 

Legna da ardere ed ambiente

La riscoperta della legna è legata anche alla crescente attenzione per la tutela dell'ambiente. In particolare della legna si apprezza il fatto che, contrariamente ai combustibili fossili, la sua combustione non contribuisce a far aumentare il contenuto di anidride carbonica (CO2) della nostra atmosfera, riducendo quindi i rischi del famigerato "effetto serra".
Infatti la CO, emessa durante la combustione della legna è la stessa che era stata sottratta all'atmosfera da parte delle piante che hanno prodotto il legno attraverso la fotosintesi clorofilliana. Il ciclo, insomma, è a somma zero.

Produrre legna da ardere fa bene all'ambiente

La legna può essere prodotta ovunque e gli alberi che la producono, fin che crescono, costituiscono boschi, siepi, fasce fluviali che abbelliscono l'ambiente e lo rendono più sano e ricco di vita selvatica.
Contrariamente ai combustibili fossili poi, la produzione, il trasporto, la lavorazione della legna comportano ridotti rischi per la popolazione e per l'ambiente.

Legna da ardere e politica internazionale

Non vanno dimenticati i vantaggi economici e politici legati all'utilizzo della legna. I combustibili fossili, in Italia, vengono importati da paesi che hanno scarse attenzioni sociali ed umanitarie per le proprie popolazioni, sono spesso in guerra con l'occidente e pertanto utilizzano i proventi delle vendite in modi quantomeno discutibili.

La legna da ardere, invece, è per la gran parte di produzione nazionale, migliora la bilancia dei pagamenti del nostro Paese e riduce la sua dipendenza dall'estero diminuendo anche il rischio di gravi contraccolpi economici legati all'insorgere di crisi politiche e sociali in altre parti del mondo.
La produzione della legna da poi impulso all'economia locale, creando opportunità di lavoro soprattutto nelle zone rurali più svantaggiate.
Insomma la legna da ardere è un combustibile conveniente, la cui coltivazione fa del bene all'ambiente e la cui lavorazione fa bene al nostro Pil.

Definizione della legna

Il legno è una materia prima che ci è talmente familiare che risulta scontato e banale dargli una definizione. Prodotto da un vastissimo gruppo di organismi vegetali, detti appunto, "vegetali legnosi" (gli alberi e gli arbusti), da un punto di vista biologico il legno è un tessuto molto complesso, composto da diversi elementi (vasi, fibre, cellule parenchimatiche). Esso ha una duplice funzione:

• meccanico-strutturale: sostenere e dare forma all'organismo
• fisiologica: garantire il trasporto della linfa all'interno dell'organismo

Chimicamente la sua composizione è la seguente:

• cellulosa 40-50%
• lignina 20-30%
• altre sostanze (carboidrati, grassi, tannini, sali minerali) 20-30°

Come si origina il legno

Il legno, come ogni altro tessuto vegetale, deriva in ultima analisi dalla fotosintesi: utilizzando l'energia luminosa prodotta dal sole, l'acqua ed i sali minerali presenti nel terreno, l'anidride carbonica (CO2) presente nell'atmosfera, le piante verdi sono in grado di produrre nuova sostanza organica (detta anche "bio-
massa"), liberando ossigeno (O) nell'atmosfera.
Se l'albero non viene tagliato invecchia fino a morire. A quel punto il legno marcisce, viene degradato in ambiente, ed il processo della fotosintesi si inverte: viene utilizzato ossigeno presente nell'atmosfera, viene emessa CO2, vengono liberati acqua, anidride carbonica e sali minerali, viene emessa energia. Questo processo è noto come degradazione biologica e viene operata da organismi viventi (funghi, batteri, ani-mali) che estraggono dal legno l'energia che serve loro per vivere.

La combustione del legno

Se, invece di essere lasciato in ambiente a degradarsi, l'albero viene tagliato ed utilizzato in un camino o in una stufa allora si assiste ad un processo rapido e spettacolare che prende il nome di "combustione". 
In questo caso il legno brucia ed in poco tempo viene emessa, sotto forma di luce e di calore, parte dell'energia solare che era stata assorbita dalle piante in anni di lenta crescita. Con la combustione si chiude una complessa serie di cicli naturali: i sali minerali tornano al terreno sotto forma di ceneri; l'acqua a finisce nell'atmosfera sotto forma di vapore per poi ricadere al suolo come pioggia o neve; l'anidride carbonica torna anch'essa nell'atmosfera.

Caratteristica della legna da ardere

La legna da ardere è quindi caratterizzata dall'essere:

• RINNOVABILE perché viene continuamente riprodotta in tempi brevi su scala umana, dagli alberi e dagli arbusti che escono utilizzando l'energia solare.
• BIOLOGICA ("bioenergia") perché viene prodotta da organismi viventi.
• NEUTRALE riguardo l'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera ("CO2 neutrale") perché la CO2 emessa con la combustione è la stessa che era stata assorbita qualche anno prima con la fotosintesi.
• PULITA perché alla fine del processo di combustione (se esso avviene correttamente) restano SOLO sostanze naturali ovunque abbondantemente presenti nel nostro ambiente in concentrazioni non tossiche per gli organismi viventi.

Il legno come fonte di calore

L'uomo utilizza una vasta gamma di fonti energetiche (carbone, petrolio, gas naturale, biomassa, vento, luce solare, calore geoter-mico, elementi radioattivi) per ottenere le diverse forme di energia (meccanica, termica, elettrica, chimica) utilizzate nelle sue diverse attività.
Non tutte le fonti possono essere impiegate per produrre direttamente tutte le forme di energia. Così ad esempio il vento è adatto a produrre energia meccanica, la luce solare a produrre energia termica ed elettrica, la biomassa e gli idrocarburi a produrre energia termica.

Ogni epoca è stata caratterizzata dalle fonti energetiche maggiormente utilizzate per produrre energia e dalle forme di energia maggiormente impiegate. Così ad esempio per gran parte della storia dell'uomo le fonti principali sono state il legno ed lavoro degli animali mentre le forme di impiego sono state il calore e l'energia meccanica; la nostra epoca invece è caratterizzata dall'impiego dei combustibili fossili e le forme di impiego sono principalmente il calore e l'elettricità.

Oggi come nel passato il calore è la più comune forma di impiego dell'energia, utilizzata in tutti i settori dell'attività umana. Il legno ha numerose caratteristiche che lo rendono interessante come fonte energetica impiegata per la produzione di calore. In particolare va sottolineato che oggi, in Italia, il costo del chilowatt termico prodotto con il legno è in assoluto il più conveniente.

Infatti:

• il " potere calorifico" del legno è elevato: al 15% di umidità (legno correttamente essiccato all'aria) il potere calorifico è di 4,3 kWh/kg mentre quello del gasolio è di 10,00 kWh/L. e quello del gas metano è di 9,5 kWh/m3;
• le moderne apparecchiature per la combustione del legno hanno rendimenti comparabili a quelli delle analoghe attrezzature a gasolio ed a gas naturale (pari all'80 - 85%);
• quindi con 2,3 kg di legno secco si sostituisce 1 litro di gasolio e con 2,3 kg di legno secco si sostituisce 1 m3 di gas naturale (in termini di potere calorifico)
• Il costo della legna può essere molto più basso se la legna viene autoprodotta nel proprio bosco o nelle proprie siepi campestri oppure se si utilizzano materiali di scarto delle segherie.
• ai prezzi attuali dunque il calore prodotto partendo da legna secca e ridotta in pezzi costa meno di quello prodotto con i combustibili fossili, se sí parte da legno sminuzzato (minuzzoli o chips) e si produce calore utilizzando una caldaia ad alimentazione automatica, il costo del chilowatt termico è ancora più basso.

La stagionatura della legna da ardere

Uno dei primi, basilari elementi, di cui tenere conto è la sua corretta stagionatura che, insieme a un taglio effettuato nel periodo dell’anno adatto (preferibilmente in inverno), consentirà di poter contare su un combustibile a basso contenuto di umidità, che fornirà un maggior potere calorifico e, cosa non se­condaria, rilascerà una minore quantità di sostanze inquinanti.

Per questo motivo noi acquistiamo la legna in inverno, appena tagliata, e la stocchiamo per almeno un anno coperta e all’aria.

Cosa succede se la legna non è stagionata bene?

La stagionatura, come abbiamo detto, deve avvenire in un luogo scrupolosamente areato, così che l’umidità possa essere espulsa in modo soddisfacente e che si possa evita­re che venga ceduta durante la combustione.

Che cosa succede se utilizzi della legna male stagionata?
Il primo fastidio è la estrema difficoltà a far partire il fuoco, ma non solo. 

Una volta acceso la legna si dovrà prima "asciugare" causan­do perdite di energia e fornendo minore potere calorifico. Inoltre, come accennato, emetterebbe una certa quantità di sostanze inquinanti.
Ma sbagli se pensi che a pagare sia solo l'ambiente: una legna male stagionata impedirà il corretto mantenimen­to di un efficiente stato della canna fumaria, perché in buona parte contribuirebbe al de­posito di sostanze solide (fuliggine).

La legna da ardere inquina? 

Al pari degli altri combustibili, anche la legna da ardere contri­buisce all'inquinamento dell’ambiente. Infatti la sua combustione rilascia la così detta fuliggine, l'ossido di carbonio e l'ossido di azoto. 

C'è da dire però che a differen­za di altri combustibili, risulta assente la produzione di anidride solforosa e gli inquinanti emessi sono gli stessi che le piante assorbono dall'ambiente durante la loro vita. Quindi viene semplicemente reimmesso in circolo quanto la pianta ha assorbito.

E se non bruciamo la legna? 

Come dicevamo la legna emette tanta anidride carbonica quanta ne assume dalla nascita al taglio della pianta. 
Questo grazie al meccanismo della fotosintesi che consente non solo di assorbire anidride carbonica ma anche di emettere ossigeno in ambiente, come "prodotto di scarto".

Ma anche nel caso in cui l'albero fosse lasciato a marcire nel bosco svilupperebbe le stesse emissioni di CO2. Non ci sarebbero differenze quindi tra il processo di combustione e il processo biologico di marcescenza. 

La differenza rispetto ad altre fonti di emissione di anidride carbonica è che quella della combustione della legna si inserisce, quindi, in un ciclo naturale.

Il formato della legna da ardere

La legna che proponiamo alla Pellizzari è sempre disponibile in pezzi di media grandezza, che bruciano più facilmente. È buona norma inserirla nel focolare in piccole quantità, non esa­gerate, così da evitare da un lato il soffocamento della fiamma e dall’altra un eccesso di fiamma.

Quando ci contatti specifica se ti serve legna da ardere per camino o per stufa: abbiamo pezzature più piccole nel caso in cui tu abbia una stufa di minute dimensioni. 

Quali essenze di legno usare per il camino?

Va inoltre considerato che la legna da ardere presenta differenti ca­ratteristiche, a seconda delle varietà di pianta da cui si ricava. Le differenze sono notevoli sia riguardo alla facilità di combustione, sia al tempo consigliabi­le per l'essiccamento, che al potere calorifico sviluppato.

La legna ricavata da essenze resinose come il pino, il larice e l'abete si di­stingue per il gradevole profumo che emana in fase di combustione ma bru­cia più in fretta e ha perciò una durata inferiore alla legna che può essere de­finita "dura”, come lo sono la quercia, il faggio o l'acacia. Al momento dell'accensio­ne è perciò decisamente più semplice e pratico utilizzare essenze resinose di piccolo taglio, che proprio grazie alle loro caratteristiche hanno una maggiore fa­cilità di combustione; quando il fuoco sarà già acceso si consiglia invece di usare la legna “dura”, in grado di mantenere la fiam­ma più a lungo.

Qui alla Pellizzari è sempre pronta alla vendita la legna di faggio, di rovere e di carpino, quest’ultima molto richiesta perché è un’essenza molto dura.

Non proponiamo, invece, la legna che viene definita "dolce”, come per esempio la betulla o il piop­po, perché risulta meno adatta ad alimentare il fuoco, poiché brucia troppo rapidamente.

Altro legname usato per camini o stufe

Ti sconsiglio nel modo più assoluto l'utilizzo di legna da ardere ottenuta re­cuperando del legname trattato con vernici.

Infatti i residui della combustione delle sostanze di trattamento del legno provocherebbero una notevole produzione di sostanze solide, destinate in parte a depositarsi all'interno del focolare e della canna fumaria e in parte a essere rilasciate nell'ambiente, contribuendo all'aggravarsi del già notevole inquinamento dell’aria, all'acqua e dei suoli.

Sen­za considerare che non è poi così remota la possibilità che con l’utilizzo di tale legna si possano sviluppare pericolose fiammate che potrebbero avere disastrose conseguenze.

La legna: impegno e piacere

Diciamo la verità: occuparsi della legna da ardere è un impegno.

Possiamo decidere di impegnarci a fondo: andare a tagliarla nel bosco, quindi spaccarla in piccoli pezzi ed accatastarla. 
Oppure acquistarla già spaccata da noi :)

In questo caso meglio prenotarla prima dell'inizio della stagione fredda (per ottenere un prezzo più vantaggioso) e dedicare del tempo ad accatastarla opportunamente, magari occupandosi anche della riduzione in pezzi più piccoli.

La legna da ardere: energia senza petrolio

Nel '900, complice l'utilizzo intensivo dei combustibili fossili, ci siamo infilati in una dipendenza dai paesi arabi che ha portato a conseguenze socio-politiche, a utilizzare i soldi del petroli per finanziare attentati e guerre. Bruciare legna ed altre biomasse in modo responsabile significa anche andare nella giusta direzione per liberarci da questa dipendenza e dalle sue conseguenze.

Grazie ai nuovi sistemi di combustione mediante camini con monoblocchi chiusi e con doppia o tripla combustione, la legna è un ottima soluzione anche dal punto di vista ambientale.
Nel caso di camini aperti, invece, l'utilizzo di legna da ardere va limitata o sospesa nei periodi di elevata concentrazione di polveri sottili (solitamente vengono emesse delle ordinanze comunali apposite).

Grazie!

Grazie per aver letto il mio articolo, spero di averti convinto a dedicare un po' di tempo ad accatastare in ordine la tua legna: vedrai che è anche un efficace antistress. 
Se vuoi contattarci per ricevere un preventivo e ordinare la tua legna da ardere puoi compilare il form qui sotto oppure puoi venirci a trovare o chiamare, chiedendo di Dario, qui:

PELLIZZARI FRATELLI SPA
VIA VIGNAGA, 31
36071 COSTO DI ARZIGNANO (VICENZA)

TEL. 0444/459011