"Il vero pavimento in cotto è quello Fiorentino", si dice nel settore, intendendo così evidenziare l'origine di questo prodotto splendido, che ha conservato nei secoli il calore e l'atmosfera che trasmette ai locali che lo vedono protagonista.
Il pavimento in Cotto
In questo articolo parleremo dei pavimenti in cotto ed in particolare affronteremo questi argomenti:
- Dai vasi ai pavimenti
- Come si produce un pavimento in cotto
- Pavimenti cotto: tipi
- Pavimenti cotto, prezzi
Premettiamo che già da qualche anno, per scelta aziendale e scarsa richiesta, non trattiamo più pavimentazioni in cotto. Abbiamo sostituito questo materiale con gres, porfido e pietre naturale. Ma te ne parliamo in questo articolo facendo fede all'esperienza di tanti anni di utilizzo e di esterni realizzati.
Il cotto toscano
Tra gli elementi prodotti dall'uomo che rendono inconfondibile il volto della Toscana un posto di rilievo spetta al "cotto". Lo troviamo dappertutto, nelle case, nelle chiese, nei palazzi, nelle strade e nelle piazze. Lo troviamo in forma di mattoni da costruzione, come elemento decorativo accanto alla pietra, come materiale da costruzione e come copertura dei tetti.
Con gli embrici ed i coppi che col tempo assumono una patina preziosa variamente sfumata di rosso, il cotto diventa una nota di colore determinante nel paesaggio toscano, nelle campagne e nelle città.
Il cotto toscano: il pavimento per eccellenza
Il cotto è tra i materiali edili più antichi che l'uomo ha utilizzato per costruirsi casa: le prime abitazioni in mattoni cotti risalgono a 4 mila anni prima di Cristo, in Mesopotamia.
L'invenzione del mattone è attribuita ai Sumeri che utilizzarono prima il mattone in argilla cruda e poi cotta per costruire case, ziqqurat ed altri edifici.
Dal mattone ai pavimenti in cotto
Questo materiale, usato per migliaia di anni, si è evoluto ed ha dato origine alla nascita di molti sottoprodotti, tra cui anche il pavimento in cotto.
Il cotto ha trovato spazi di utilizzo importanti in Toscana, dove è conosciuto con il nome di "cotto toscano" e nel sud Italia ed è tuttora molto utilizzato nell'architettura mediterranea.
I vasi in cotto della Valle dell'Impruneta
L'argilla per produrre il cotto fiorentino viene estratta nella vallata dell'Impruneta da quasi un millennio. La produzione di terrecotte, grezze o invetriate con vernice piombifera, ha una origine di gran lunga anteriore al primo documento ufficiale datato 1308 che ne attesta storicamente l'esistenza: il verbale di una riunione tra mezzani e orciolai per riformare gli statuti nella loro corporazione.
L'argilla che si estrae in questa zona è di ottima qualità con cui, da quando c'è memoria, si realizzano pavimenti in cotto per interni ed esterni oltre a splendidi manufatti.
Tra questi ultimi ricordiamo i bellissimi vasi toscani, gli orci, ma sempre da qui arrivano le tegole e le decorazioni che abbellivano le ville di campagna dei nobili fiorentini oppure la splendida cupola del Brunelleschi, ricoperta di cotto che spicca sul bianco dei costoloni in marmo bianco.
I manufatti di terracotta sono via via diventati un elemento caratterizzante dell'edilizia toscana ed il suo colore diviene una costante nel paesaggio architettonico toscano.
Vasi e orci che ancora oggi vengono utilizzati per arredare eleganti giardini.
Ce ne sono di moltissimi modelli: da quelli più semplici e classici, a quelli - come il vaso qui sotto - in stile rinascimentale e di generose dimensioni, fino ai più moderni.
Il pavimento in cotto per interni
Il pavimento in cotto fiorentino nasce successivamente e conosce un momento di grande fortuna nel periodo in cui Firenze fu capitale d’Italia e, più tardi, tra le due guerre, con l’imposizione dell’autarchia economica ed il conseguente aumentato utilizzo dei prodotti italiani.
Negli anni '90 con l'interpretazione in chiave rustica di alcuni ambienti della casa o delle seconde case, il cotto conosce un'età dell'oro.
Professionisti, studi tecnici, imprese edili... tutti scelgono i pavimenti in cotto come prodotto ideale per lo stile del tempo: materiale bello, che si sposa facilmente con marmo e legno, che qualifica le ristrutturazioni e le nuove case.
Il successo è tale che la mattonella in cotto viene imitata dai produttori di piastrelle in ceramica. La monocottura smaltata è la tecnologia utilizzata per riprodurre, con un realismo sorprendente, un pavimento in cotto, sia nella versione "nuovo" che "antico".
È in particolare la seconda versione, quella che riproduce delle mattonelle di cotto anticato a conquistare il mercato sia per l'estetica che per la maggiore facilità di manutenzione.
Se non sai che cos'è la monocottura trovi tutto qui:
Il grès "effetto cotto"
Le monocotture che imitano i pavimenti in cotto tolgono una buona fetta del fatturato ai produttori toscani, ma è con l'arrivo del grès che il cotto vive un drammatico calo.
Le piastrelle in grès porcellanato garantiscono all'acquirente una maggiore resistenza al graffio e all'abrasione, zero assorbenza, possibilità di realizzare dei finti pavimenti in cotto all'esterno senza preoccuparsi di ghiaccio, di sbalzi termici o di sale (per scongelare il ghiaccio).
E l'estetica progredisce fino a consentire delle imitazioni straordinarie.
Inoltre il grès costa meno del pavimento in cotto che richiede un supplemento di costo per il trattamento finale dopo la posa in opera. Dopo il declino causato dalla monocottura, i "pavimenti in cotto" di grès saranno il colpo finale ai produttori di mattonelle in cotto.
I pavimenti in cotto toscano autentico precipitano nelle vendite a livelli da cui, tuttora, non riescono a risollevarsi.
La bellezza della natura in un pavimento
Al giorno d'oggi il pavimento in cotto è, quindi, molto meno utilizzato ma è comunque apprezzato da chi ricerca il calore, un prodotto naturale e la bellezza senza tempo che questo antico pavimento riesce a conferire alle case.
Il colore del cotto è caldo ma neutro, si abbina facilmente ad ogni tipo di arredo, lega con i legni pregiati e risalta con le essenze chiare, care al design contemporaneo. Esalta i disegni floreali dei tessuti tradizionali ma contrappunta agevolmente le superfici unite o i motivi geometrici di un rivestimento moderno così come esalta la ricchezza di colori e forme di un rivestimento in maioliche amalfitane.
Il pavimento in cotto asseconda con discrezione le volute dei mobili in stile ma fraternizza agevolmente con le linee essenziali dei mobili moderni. Del cotto, come del legno, possiamo dire che più il pavimento invecchia e più diventa bello.
Cosa che difficilmente accade con altri materiali.
Si tratta di un pavimento che rimanda ad uno stile di vita, ad un rapporto sobrio e naturale tra uomo, spazio abitativo ed ambiente, in una sintesi sapiente di funzione e di forma, di comodità, di solidità ed eleganza.
Come si produce il cotto?
Realizzare un manufatto in terracotta è un’operazione molto semplice: basta mescolare la terra con l’acqua, impastandola e plasmare, modellare il materiale cedevole che ne risulta, lasciando infine al fuoco il compito di consolidarlo.
La produzione di un pavimento in cotto avviene impastando in una enorme impastatrice la miscela di argilla con acqua.
Nella successiva fase di trafilatura l'impasto viene spinto e fatto uscire da dei fori che gli danno la forma di piastrella.
Dopo la trafilatura le mattonelle vengono fatte riposare e quindi essiccate e cotte in forno.
Prima della cottura la mattonella cruda ha il colore dell'argilla (grigio), ma dopo la cottura assume la tipica colorazione rosso intensa del cotto fiorentino, grazie al ferro contenuto nell'argilla imprunetina.
Il cotto nella storia
In Italia il popolo che più di altri ha permesso il raggiungimento di altissimi livelli nella lavorazione della terracotta è quello Etrusco, che utilizzava i manufatti per il rivestimento dei templi, la fabbricazione di tegole e cornicioni ed anche per la produzione di oggetti di decoro e arredo, come suppellettili, vasellame, statuette, vasi.
Gli Etruschi commerciavano i loro oggetti in Cotto si verso il nord che verso Roma, dove la terracotta venne impiegata nella pratica edilizia, in particolare per la fabbricazione di mattoni e tegole.
È quindi probabile che la produzione di manufatti di terracotta nella zona imprunetina risalga al periodo romano, anche se i documenti sono scarsi e bisogna arrivare al 1400 per trovare le prime Corporazioni toscane di artigiani del cotto.