Un buon cappotto garantisce importanti risparmi energetici, un migliore comfort abitativo e consente di ottenere il 65% della spesa sotto forma di agevolazioni fiscali, ma è necessario fare attenzione alle installazioni "artigianali": il cappotto va realizzato rispettando una serie di cautele e accortezze. Solo così avrete la garanzia della durata e della performance.
Il cappotto termico
Stai pensando di installare a casa tua un cappotto termico? oppure hai deciso di fare il cappotto ma non sai se all'interno o all'esterno della casa? Vuoi sapere come si installa un cappotto termico? in questo articolo scioglierò questi ed altri dubbi e, se hai pazienza di leggerlo fino alla fine, saprai:
► perché è conveniente installare un cappotto,
► come si mette in opera,
► come si sceglie e
► quali sono i criteri da seguire per acquistare un cappotto termico.
Cappotto termico: comfort in casa
Comfort: impianti o involucro?
Per avere in inverno una confortevole casa calda non basta una fonte di calore, più o meno potente, se pavimento e pareti sono gelide. Insomma non è con la potenza degli impianti di riscaldamento o di raffrescamento che si ottiene un maggiore comfort, ma lavorando sull'involucro dell'edificio.
Esempi di discomfort
Prova, a questo proposito, ad immaginare di essere in un'ambiente molto freddo con un getto di aria calda sparato addosso: la sensazione non è piacevole. Questo esempio dovrebbe chiarirti quello che intendiamo con il termine comfort dovuto ad un involucro abitativo ben progettato. Il medesimo concetto vale anche per il fresco durante l'estate: un potente getto di aria fresca in viso non attenua il disagio prodotto dal calore emanato da un involucro caldo.
Qui l'esempio è facile: prova a pensare a quando sali nella tua automobile lasciata al sole per parecchie ore d'estate... anche se accendi l'aria condizionata a manetta il malessere è percepibile.
Temperatura al centro delle stanze e vicino alle pareti
Una importante differenza di temperatura tra le pareti esterne e interne crea una spiacevole discontinuità termica, generando un senso di disagio. Per esempio se in prossimità delle pareti esterne e delle finestre della tua abitazione c'è una temperatura di 15°C ed in centro alla stanza c'è una temperatura di 28°C, tu sentirai freddo se ti avvicini alle pareti e caldo fastidioso se ti avvicino al centro della stanza.
Un edificio con un involucro male eseguito genera esattamente questa situazione.
Al contrario una casa rivestita con un cappotto isolante ben eseguito avrà una temperatura delle pareti interne molto vicina alle temperature dell'aria in centro alle stanze. Questa è la situazione ideale ed è il nostro obiettivo quando realizziamo un cappotto termico.
Comfort in una abitazione
Per questo parliamo di quanto sia importante progettare bene l'involucro di una abitazione, appunto con il giusto cappotto termico, che sia efficace sia d'inverno che d'estate.
Un bravo architetto terrà conto di diversi parametri sia per progettare l'edificio (sporgenza del tetto, posizione delle finestre a sud etc) sia per determinare i materiali isolanti necessari.
A proposito di progettisti: noi abbiamo selezionato una serie di realizzazioni dei migliori studi di progettazione di Vicenza e dei migliori studi di progettazione di Verona in modo da consentirti di scegliere quello che meglio si sposa con lo stile di casa tua.
Termografia per diagnosticare i problemi
Il tetto, le pareti e gli infissi - elementi che compongono l'involucro - contribuiscono in modo rilevante al comfort abitativo.
Il loro compito è quello di ridurre la dissipazione termica, durante l'inverno, e di impedire il passaggio del calore durante l'estate.
Quella che vedi qui di seguito è un immagine ottenuta da una termocamera che ti permette di capire immediatamente i punti problematici nell'involucro. Si tratta di punti dove il calore esce e va a scaldare, inutilmente, l'ambiente.
Se vuoi approfondire la diagnosi con termocamera, clicca qui -> termografia per l'edilizia
Cappotto termico e risparmio energetico
Il 40% dell'energia assorbita da una nazione è quella della gestione del clima degli edifici residenziali e commerciali.
Efficientare le case è, ormai, un obbligo
Quasi metà dell'energia che utilizziamo serve per scaldare o raffreddare gli edifici. Questo dato rende, in modo drammatico, l'idea di come un buon isolamento a cappotto non solo migliori l’efficienza energetica dell'edificio ma incida drasticamente sui risparmi. Senza contare l'emissione di CO2. Gli edifici, insomma, sono i principali responsabili del climate change ed agire migliorando l'efficienza energetica delle nostre case è ormai un imperativo morale, oltre che un fattore di risparmio energetico.
Risparmio + ambiente + incentivi
La combinazione di questi due fattori - risparmio energetico ed attenzione ambientale - hanno reso centrale il tema dell'efficientamento energetico degli edifici, ed il cappotto termico è uno degli interventi che meglio possono contribuire ad efficientare un edifici, secondo solo all'isolamento del tetto che ha benefici ancora superiori.
Oltre a farci risparmiare e a fare del bene all'ambiente, questi interventi ci consentono di ottenere anche dei bonus fiscali detraibili in 10 anni. Insomma non ci sono più scuse: devi pensare all'efficientamento della tua casa!
Cappotto termico: diffusione
Dall'Europa del nord all'Italia
Ideato oltre 40 anni fa e diffuso soprattutto nel nord Europa il cappotto termico è la soluzione per eccellenza per coibentare edifici civili, industriali di servizio, nuovi o pre-esistenti.
In Italia la diffusione è piuttosto recente e, partendo dalle città più fredde del nord Italia si sta diffondendo anche nelle nostre zone.
Cappotti a Verona e Vicenza
Da qualche anno nelle province di Vicenza e Verona, dove operiamo, sono sempre più frequenti gli interventi di ristrutturazione che contemplano anche l'installazione di un cappotto termico nella casa. Molto importante, per la diffusione del cappotto, è stata l'introduzione dell'agevolazione sul risparmio energetico del 65% e, in anni recenti, del superbonus 110%.
Che cos'è un cappotto termico?
Benefici del cappotto
La tecnica dell'isolamento a cappotto, quindi, ti consente di migliorare il comfort abitativo grazie ad una corretta coibentazione termica sia invernale che estiva, ma anche grazie anche alla coibentazione acustica (attenzione, non vale per tutte le tipologie di cappotti) ed infine grazie all'eliminazione dei ponti termici.
Come si realizza?
Ma come si realizza e quali sono i componenti del cappotto?
In estrema sintesi la realizzazione del cappotto consiste nell’applicazione sulle pareti esterne degli edifici di appositi pannelli isolanti successivamente ricoperti da malte adesive rasanti che possono essere precolorate o su cui si provvederà a stendere lo strato di finitura che proteggerà il manufatto dalle intemperie.
Prima di approfondire facciamo un passo indietro, visto che abbiamo accennato ai ponti termici, e vediamo di che cosa si tratta, aprendo una parentesi sull'argomento.
I ponti termici nel cappotto
I ponti termici
Una delle caratteristiche peculiari del cappotto termico è il fatto di poter essere applicato in continuo, in corrispondenza di diversi elementi strutturali, cosa che consente la correzione dei ponti termici. Per capire immediatamente di cosa si tratta è sufficiente osservare questa foto realizzata con una termocamera:
Come si vede i pilastri dell'edificio ed i cordoli dei solai sono dei ponti termici, ovvero portano calore all'esterno dell'edificio. Un cappotto è in grado di isolare questi ponti termici e di far sì che la tua casa entri in un vero e proprio sistema di "quiete termica" grazie alla riduzione delle tensioni, derivanti dagli sbalzi termici, che agirebbero sulle superfici senza protezione.
Eliminazione dei ponti termici e benefici dell'inerzia termica
Grazie al cappotto termico, quindi, ti sarà possibile avvicinarti ad una situazinoe di inerzia termica della muratura. Questo significa un miglior controllo delle temperature interne, un maggiore comfort abitativo e una sensibile riduzione dei consumi energetici grazie all'eliminazione dei ponti termici.
Vista la loro importanza cerchiamo di approfondire la conoscenza di questi elementi problematici.
Quali problemi causano i ponti termici?
I ponti termici generano un calo della temperatura superficiale rispetto alle aree adiacenti. In conseguenza di questo possono dare luogo ad extra perdite di calore e/o a fenomeni di condensa.
Questi ultimi sono i principali problemi dei ponti termici e, soprattutto nel caso in cui l’umidità dell’aria all'interno degli ambienti sia mantenuta su livelli eccessivamente elevati, generano una serie di problemi di cui abbiamo parlato qui:
Condensa e muffa: come si originano
Perché si creano i ponti termici?
I ponti termici possono essere dovuti a disomogeneità geometrica o alla disomogeneità materica entrambe dovute alla differenza tra l’area della superficie disperdente sul lato interno e su quello esterno dell'involucro edilizio e alla riduzione dello spessore dei materiali costituenti il pacchetto di involucro.
Tradotto significa che se ci sono materiali diversi (ad esempio una colonna in cemento armato che affianca un muro in laterizio) si crea un ponte termico e, di conseguenza, si possono creare fenomeni di condensa all'interno.
Tipi di ponti termici
Si possono classificare i ponti termici in base alla loro estensione e tipologia:
► ponti termici lineari (cordoli,travi aggetti, pilastri, davanzali passanti ecc.)
► ponti termici puntuali (attacco pavimento-soffitto dei pilastri, travi A sbalzo, ancoraggi a strutture esterne).
Per quanto riguarda invece la quantificazione degli effetti dei ponti termici esistono differenti metodologie di calcolo come l'abaco dei ponti termici della norma UNI EN ISO 14683:2008, il calcolo del flusso termico bidimensionale e tridimensionale della norma UNI EN ISO 1021 1:2008 o i sistemi derivanti dai metodi di analisi numerica dei software di progettazione.
Il cappotto risolve i ponti termici?
Obiettivi del cappotto termico
Una buona progettazione degli edifici deve mirare alla riduzione dei valori di trasmittanza termica, all'aumento dello sfasamento termico estivo, ma anche all'eliminazione, per quanto possibile, dei ponti termici.
Un rivestimento totale esterno
A questo scopo il sistema di rivestimento a cappotto ti offre l’indubbio vantaggio della possibilità e facilità di collocare lo strato isolante sulla faccia esterna della muratura di tamponamento, realizzando così una coibentazione che, se opportunamente dimensionata, neutralizza gli effetti termici sfavorevoli derivanti dalle eterogeneità geometriche e materiche presenti nella costruzione.
In sostanza, se il cappotto è ben progettato e realizzato è uno dei sistemi più efficaci per eliminare definitivamente i ponti termici.
Quale trasmittanza per un buon cappotto termico?
Che cos'è λ?
Se decidi di mettere in opera un cappotto termico la prima decisione che dovrai prendere riguarda il tipo di materiale isolante da utilizzare e, come vedrai, la scelta è piuttosto ampia.
Ci sono diversi criteri per scegliere i materiali isolanti, uno dei più utilizzati è la classificazione in base all'indice λ che ci dice la trasmittanza termica dei materiali. I migliori materiali, secondo questo criterio, saranno quelli con un indice λ molto basso (in genere < 0,10).
Classifica dei materiali da costruzione in base a λ
Prima di parlare dei materiali isolanti, vediamo quali sono i valori λ dei materiali da costruzione. Questo ci aiuta a capire quanto gli isolanti siano più performanti rispetto ai materiali da costruzione:
- legno λ = 0,13 - 0,22
- mattone pieno λ = 0,7
- calcestruzzo λ = 1,6
- acciaio λ = 60
- rame λ = 380
Non c'è solo λ
Oltre alla trasmittanza λ vanno valutate altre proprietà come la capacità di isolare anche acusticamente, la permeabilità al vapore e all'acqua, la sostenibilità ambientale, la durevolezza, e, non ultimo, il costo.
Prima di vedere gli indici λ dei vari materiali isolanti vediamo altri due metodi di classificazione.
Vegetali, minerali o chimici?
Dal punto di vista chimico i materiali isolanti si possono distinguere tra quelli di origine vegetale, minerale o chimica. Questa suddivisione è importante per determinare la eco-compatibilità della nostra abitazione.
Vegetale o minerale?
Elenchiamo, per primi, gli isolanti di origine vegetale:
Questi, invece, quelli di origine minerale:
Infine i materiali isolanti prodotti chimicamente:
Non tutti gli solanti vanno bene per fare cappotti
Chiaramente non tutti questi isolanti sono idonei alla realizzazione di un cappotto termico. Occorre valutarne infatti la lavorabilità, la facilità di installazione ed anche aspetti commerciali.
Per esempio gli isolanti in granulo, utili per sottotetti o intercapedini, non possono essere utilizzati per realizzare cappotti. Altri sono deperibili, altri ancora non sono sufficientemente rigidi per essere fissati in aderenza ad una parete.
Isolanti più usati per cappotti
Quelli più frequentemente utilizzati per i pannelli da applicare sulle pareti esterne sono:
► EPS (Polistirene Espanso Sinterizzato),
► Polistirene Estruso, Sughero,
► Calcio silicato,
► Fibra di legno ed, infine, il nostro preferito,
► la Lana di roccia.
Di particolare importanza è anche lo spessore dei pannelli che deve essere studiato al fine di garantire il raggiungimento della prestazione minima, richiesta dalle normative vigenti, in relazione alle specifiche zone climatiche.
Un esempio: i pannelli in sughero
Cappotto termico ed isolamento invernale
Spessore del cappotto
Come ti dicevo il primo fattore che contribuisce all’isolamento termico è lo spessore del materiale: ad uno spessore maggiore inevitabilmente corrisponde una maggiore coibentazione. Logica vuole quindi che è sempre preferibile avere un cappotto di spessore consistente.
Se hai uno spessore ridotto e vuoi utilizzare materiali tradizionali (come quelli del paragrafo precedente) rischi di ottenere risultati poco significativi. Occorrerà utilizzare materiali innovativi di cui parleremo in un altro articolo.
Materiali innovativi per cappotto a spessore sottile [in preparazione]
Indice λ
Come abbiamo visto il potere coibente dei materiali termoisolanti è legato al valore della ‘conducibilità termica’ (lambda: “λ”).
Più piccolo è il valore della λ e maggiore sarà il potere isolante del materiale. Di conseguenza per isolare bene la propria casa conviene optare per materiali con una bassa conducibilità termica e cioè con un indice lambda (λ) basso.
Cappotto termico e sfasamento estivo
Sfasamento termico estivo
Un altro fattore che va considerato nello scegliere il materiale da usare per il cappotto termico è il comportamento estivo del cappotto. In questo caso l'indice da considerare è lo sfasamento termico, ovvero il tempo (in ore) impiegato dal calore per passare attraverso un materiale e raggiungere conseguentemente l’interno dell’abitazione.
I materiali ad elevato sfasamento termico permettono, durante il periodo estivo, che il picco di calore esterno impieghi molto più tempo per giungere all’interno dell’abitazione .
Perchè è importante uno sfasamento termico alto
Supponiamo che tu realizzi un cappotto con un ottimo sfasamento termico estivo. Questo significa che il culmine del calore di mezzogiorno impiega 10/12 ore a trapassare l'involucro della tua casa ed arrivare a scaldare la parete interna.
Ma nel frattempo le temperature esterne si saranno abbassate, il sole non picchia più e, quindi, la parete inizia a raffreddarsi. Con un alto sfasamento termico,quindi, la parete interna non farà mai a tempo a scaldarsi.
Top materiale per sfasamento termico
Quale materiale è più performante in questo senso?
Se il tuo obiettivo è quello di avere un ottimo comportamento estivo del cappotto dovresti considerare l'installazione di un cappotto in lana di roccia:
Il cappotto termico va scelto in base alla zona climatica
Chiaramente non in tutte le zone climatiche si ragiona allo stesso modo. È importante capire le caratteristiche degli ambienti in cui si deve applicare il cappotto termico in modo da scegliere una soluzione coerente con le necessità imposte dal clima.
Cappotto termico e traspirazione
Indice µ: traspirazione
Un altro criterio che va considerato è il potere traspirante del materiale, ovvero la ‘resistenza di diffusione al vapore' che indicheremo con la lettera greca "mu" (µ).
Come succede per la conduttività termica lambda, tanto più piccolo è questo valore, tanto più il materiale è traspirante.
Cosa significa cappotto traspirante?
Un cappotto traspirante migliora il comportamento dell'edificio in quanto riduce la possibilità che si crei condensa; l'aria infatti, in assenza di convezione, è un buon isolante termico ma perderebbe queste sue proprietà in presenza di acqua liquida (condensa sul muro).
Altre caratteristiche
A parità di caratteristiche fondamentali, si dovrebbe optare per coibenti atossici, durevoli e resistenti al fuoco.
Cappotto termico: interno o esterno?
Il pannello può essere posizionato anche all’interno delle pareti, nel caso in cui non ci sia lo spazio per farlo all’esterno. Parleremo, in quel caso, di "cappotto interno".
Vantaggi e svantaggi del cappotto interno
Il cappotto interno consente, durante l'inverno, di raggiungere la temperatura interna desiderata più velocemente ma viene a mancare la capacità igrometrica dell’involucro.
Inoltre la rapidità nel raggiungere la temperatura di regime è controbilanciata da una altrettanto veloce perdita di temperatura al momento dello spegnimento dell’impianto.
Insomma si perde anche in inerzia termica
Cose che non accadono se l'isolamento viene invece posto sul lato esterno delle pareti, come di solito accade.
In questa seconda e più comune modalità le fluttuazioni della temperatura dell’aria e della temperatura superficiale risultano attenuate e l’ambiente impiega più tempo a riscaldarsi e raffreddarsi rispetto al caso precedente.
Cappotto interno durante l'estate
Attenzione: se scegli un cappotto interno dovrai porre molta attenzione al comportamento estivo della tua abitazione.
Nella stagione estiva diviene fondamentale evitare, tramite appositi dispositivi di schermatura solare, che gli ambienti interni si surriscaldino. In tal caso infatti, la particolare posizione dello strato di isolamento termico rallenterebbe l’eliminazione del calore accumulato dalle masse interne dell’edificio.
I vantaggi del cappotto
In sintesi, se decidi di rivestire l'abitazione con un rivestimento a cappotto, meglio se esterno, ti assicurerai un migliore comportamento sia estivo che invernale dell'involucro abitativo.
I vantaggi del cappotto sono:
- elevati standard di risparmio energetico
- maggiore comfort abitativo invernale ed estivo
- eliminazione dei ponti termici
Ti dirò di più: se ben progettato il tuo cappotto potrebbe trasformare la tua casa in un "edificio a energia quasi zero".
Un ottimo isolamento termico omogeneo e continuo (e di spessore sufficiente) conferirà all'edificio un comportamento energetico molto conservativo, minimizzerà le dispersioni e ti consentirà di privilegiare l’accumulo termico, riducendo ai minimi termini il fabbisogno energetico.
Se a questi vantaggi aggiunti le agevolazioni fiscali ormai dovresti essere convinto dell'importanza di realizzare un cappotto a casa tua:
Agevolazioni fiscali sul risparmio energetico
A questo punto, stabilito il PERCHE' dovresti fare un cappotto non ci resta che affrontare l'ultima parte dell'articolo e cioè il COME si realizza un cappotto.
Cappotto termico: Verifiche preliminari
Una volta che avrai ottenuti gli eventuali permessi edilizi comunali si tratterà di organizzare il cantiere.
Innanzitutto va predisposto uno spazio adeguato (i pannelli isolanti sono molto voluminosi) per il deposito dei componenti del sistema in cantiere.
L'installazione va organizzata considerando le previsioni metereologiche: il cappotto non va applicato con temperature al di sotto di 5°C, nè in giornate con forte vento, nè è consigliabile farlo con temperature superiori ai 30°C su pareti irradiate dal sole.
► Deve essere disponibile, in cantiere, l'acqua (anche questa con una temperatura al di sotto dei 30°C) e l'energia elettrica.
► Vanno verificate la planarità delle facciate su cui saranno posati i pannelli del rivestimento. La planarità va verificata sia in orrizzontale che in verticale.
Cappotto termico: fase 1 - La zoccolatura
Alcuni particolari vanno curati in modo particolare, come la zoccolatura a contatto con marciapiede o portici e la zoccolatura a contatto con il terreno.
Nel primo caso occorre fare attenzione ai danni meccanici e agli urti ma anche all'acqua piovana, che la colpirà con maggiore frequenza rispetto al resto dell'edificio.
Nel caso di zoccolatura a contatto con il terreno ti consiglio di realizzare una trincea drenante - a ridosso delle pareti dell'edificio - in grado di allontanare l'acqua velocemente.
Nel caso di basamento a contatto con il marciapiede va realizzato il pavimento con una pendenza adeguata per smaltire l'acqua e non farla ristagnare nelle vicinanze del cappotto: il gelo invernale potrebbe far gonfiare e staccare i pannelli.
Ti consiglio di far realizzare prima il pavimento del marciapiede e solo una volta ultimato il pavimento, andare a realizzare il cappotto. Fare il contrario ti espone al rischio che il cappotto venga rovinato dai posatori del pavimento esterno.
Nel caso questo non sia possibile, il cappotto andrà protetto ed ai posatori va raccomandata la prudenza quando lavorano nei pressi del cappotto.
La posa dell'isolamento termico nella zona a contatto con il basamento va applicato al di sopra della guaina impermeabile (solitamente bituminosa) che avrai fatto posare al di sopra del getto cementizio dove ci sarà il marciapiede. I pannelli si posano quindi, al di sopra del risvolto della guaina in parete.
Per quanto concerne, infine, l'intonaco di protezione del cappotto: io ti consiglio, nella parte bassa, di realizzarne una fascia più resistente utilizzando un rasante denso, applicato in più mani.
Una accortezza che può sembrare ovvia: i pannelli al contatto con il terreno non devono trasmettere l'umidità dallo stesso nè devono essere in grado di assorbirla per capillarità. Ad esempio: se viene scelto il cappotto in fibra di legno, la fascia di base a contatto con il terreno andrà realizzata con un altro materiale, impermeabile.
Cappotto termico: fase 2 - La stesura del collante
Il collante per la posa del cappotto può essere applicato a macchina o a mano. L'importante è evitare nel modo più assoluto che ci sia circolazione d'aria tra il supporto ed il pannello.
Il fissaggio deve quindi avvenire mediante stesura del collante a campo pieno ed uniforme se il pannello non rischia la deformazione. Nel caso, ad esempio di Eps, si preferisce la stesura a cordolo perimetrale e tasti di fissaggio.
Questa tecnica è altrettanto valida, ma a patto che il cordolo perimetrale non consenta la circolazione dell'aria sotto al pannello.
Io ti consiglio, se decidi di utilizzare il sistema a cordolo perimetrale e tasti di fissaggio, di realizzare almeno 3 tasti per ogni pannello e con la dimensione minima di un palmo di una mano.
Nell'altro caso si stenderà il collante con una spatola dentata sull'intero pannello e si fisseranno i pannelli finché l'adesivo è ancora fresco.
Nel caso di EPS generalmente si preferisce la posa con cordolo perimetrale e punti. Mentre per la lana di roccia vanno bene entrambi i sistemi.
Cappotto termico: fase 3 - Disposizione dei pannelli
I pannelli isolati vanno incollati:
- a giunti strettamente accostati,
- sfalsati verticalmente,
- procedendo dal basso verso l'alto.
La sfasatura verticale deve essere di almeno 25 cm. Tra un pannello e l'altro, come detto, non vi debbono essere fughe, eventuali fughe vanno riempite con l'applicazione di striscie dello stesso materiale isolante oppure con della schiuma poliuretanica a bassa densità.
Non vanno assolutamente utilizzati i collanti per "stuccare" le fessure tra i pannelli!
Cappotto termico: fase 4 - Tassellatura dei pannelli
Ti consiglio di prevedere sempre la tassellatura del cappotto, anche se qualcuno ti potrebbe dire di farla solo nel caso di supporto deteriorato.
Inoltre dovresti controllare:
- sia il tipo di tasselli,
- sia la loro collocazione.
L'altezza dell'edificio ed il suo orientamento sono le variabili da considerare per determinare la quantità di tasselli da applicare.
Questi assolvono ad una funzione fondamentale in caso di zone ventose ed è proprio per tenere conto dell'azione del vento che nelle zone perimetrali bisognerà aumentare il numero di tasselli applicati. Io, solitamente, consiglio una frequenza di tassellatura di almeno il doppio rispetto alle zone centrali del cappotto.
Cappotto termico: Fase 5 - Rasatura
La scelta di quale rasante utilizzare per il cappotto termico dipende, fondamentalmente, dalle caratteristiche del pannello di materiale isolante utilizzato.
La rasatura può essere applicata a mano oppure a macchina, in ogni caso va annegata la rete di armatura che si applica in fasce verticali, dall'alto verso il basso (non orizzontali).
Controlla che la rete di armatura sia sovrapposta di almeno 10 cm. sulle giunture e che sia annegata nell'intonaco senza pieghe.
Ti consiglio anche di realizzare, in corrispondenza degli angoli di finestre e di porte-finestre, delle armature diagonali annegate nell'intonaco e fissate ai pannelli isolanti prima dell'applicazione della rasatura superficiale in modo tale che il bordo della striscia di rete sia posto sull'angolo direttamente a 45°.
Sempre per quanto concerne spigoli e angoli: l'intonaco di sottofondo va applicato in modo tale da poter annegare il profilo angolare ed il fianco della rete e si deve raccordare con la rete di armatura superficiale con una sovrapposizione di almeno 10 cm.
E se il cappotto si danneggia?
Il cappotto termico deve avere una opportuna resistenza meccanica in modo che il sistema risponda adeguatamente a tutte le sollecitazioni cui può essere soggetta la facciata di un edificio (ad esempio: vento, pioggia, grandine, urti).
Quando si prevede che la facciata sia sottoposta ad urti significativi si possono adottare delle soluzioni come l'impiego localizzato di rasature con doppia rete di armatura o a singola rete a maggior grammatura.
Un'altra soluzione è quella di realizzare una zoccolatura della base del cappotto creata mediante la posa in opera di una fascia di rivestimento in materiale lapideo o similare. La parte bassa del cappotto termico è, infatti, quella più soggetta a danneggiarsi a causa di urti.
Cappotto termico e resistenza al fuoco
Analogamente a quanto avviene per ogni altra parte dell’edificio, anche l'involucro termico deve garantire un adeguato comportamento in caso d'incendio, limitando la sua propagazione e le pericolose conseguenze che ne derivano, al fine di assicurare l'incolumità e sicurezza agli utenti ed ai soccorritori.
Oggi ogni edificio, situazione, materiale, progetto o attività, può essere classificata in base all'indice di rischio; maggiore è l’indice tanto maggiori dovranno essere le misure da adottare per evitare l'innesco e la propagazione dell'Incendio.
SI parla, ad esempio, di protezione attiva quando si predispongono sistemi che riconoscono l'innesco dell'incendio e degli impianti si attivano per spegnerlo.
Ma va considerata anche la protezione passiva ed è fondamentale, per questa, considerare il grado di partecipazione di un materiale al fuoco al quale è sottoposto. L’utilizzo di materiali non combustibili determina ovviamente vantaggi considerevoli in caso di incendio per la loro capacità di ridurre l'entità dell'evento.
Per questo motivo tutti i materiali dotati di marcatura CE, vengono classificati in base alla loro reazione al fuoco, in accordo alla norma UNI EN 13501-1, attraverso un parametro da riportare all'interno della "dichiarazione di prestazione" del singolo prodotto.
Il sistema a cappotto in caso d'incendio va progettato in modo che i suoi vari componenti (isolante, tasselli di fissaggio, rasatura armata e finitura) appartengano a famiglie di materiali Incombustibili.
Comportamento igrometrico del cappotto termico
Un aspetto essenziale del comportamento del cappotto termico è quello del controllo delle formazioni di condensa superficiale ed interstiziale che, oltre ad influire sulle condizioni di igiene e salubrità degli ambienti, può avere influenza sulla prestazione energetica, nonché sulla durabilità e sull'aspetto estetico delle soluzioni stesse.
Al riguardo va tenuto presente che la formazione di condensa avviene quando il flusso di vapore acqueo, a seguito della progressiva diminuzione della temperatura, giunge a saturazione e subisce una transizione di fase da vapore a liquido.
All'interno degli ambienti abitati la condensazione del vapore acqueo può essere tollerata occasionalmente solo quando essa si formi su superfici impermeabili, come le piastrelle del bagno, della cucina o i serramenti.
La normativa UNI EN ISO 13788:2013 impone che la temperatura superficiale non scenda mai al di sotto dei valori critici (ovvero quelli che permettono la condensazione), fermo restando che tali valori vanno riferiti ad un tasso di umidità relativa non anomalo da conseguirsi, ovviamente, per il tramite di adeguati ricambi d’aria come la ventilazione meccanica controllata.
Quando decidi di rivestire la tua casa con un cappotto termico dovresti sempre considerare la necessità di installare la ventilazione meccanica, se non è già presente nell'abitazione.
Cappotto termico: eco-sostenibilità
Altro attore di estrema importanza è l'attenzione alla sostenibiità e all’eco-compatibilità del materiale al fine di evitare un consumo eccessivo di risorse non rinnovabili.
Ad esempio, uno dei materiali che preferisco, i pannelli in lana di roccia, sono creati a partire dalla roccia basalitica, elemento naturale, riciclabile e non a rischio esaurimento.
I residui dei processi di produzione vengono infatti trasformati e successivamente riutilizzati come materie prime.
Il cappotto termico da noi consigliato
Come già anticipato il cappotto che più consigliamo alla Fratelli Pellizzari - e dove vantiamo differenti realizzazioni di alta qualità - è il cappotto in lana di roccia.
Questo consente di offrire al cliente, oltre che una prestazione isolante, anche una superba prestazione acustica e una resistenza al fuoco ai massimi livelli.
Va evidenziato, infatti, che sia in fase di progettazione che in fase di realizzazione deve essere posta particolare attenzione al controllo del benessere acustico negli ambienti interni.
Le soluzioni di rivestimento a cappotto possono contribuire in maniera significativa all'abbattimento del rumore garantendo adeguati livelli di comfort all’interno degli edifici.
Conclusioni
La funzione principale di un sistema di rivestimento a cappotto è quindi quella di aumentare il comfort ambientale interno, sia estivo che invernale, al fine di ridurre sensibilmente il consumo di energia.
Il cappotto termico nasce come risposta alle due grandi crisi energetiche degli anni 70 e '80 che hanno obbligato progettisti e tecnici a prevedere sistemi avanzati in grado di conservare condizioni ambientali favorevoli a fronte di una spesa, energetica ed economica, minima.
Oggi il sistema di isolamento a cappotto, risponde a queste esigenze risolvendo, nel contempo, numerose problematiche. Va detto anche che ogni edificio deve essere pensato nella sua unicità, posizione e sezioni delle murature sono valori da tenere ben presente per progettare e realizzare un buon “sistema cappotto”, a regola d'arte.
Grazie!
Grazie per aver letto il mio articolo.
Ti lascio ad una carrellata di foto di cappotti termici.
Come scrivevo io mi occupo, all'interno della Fratelli Pellizzari, di realizzare rivestimenti esterni a cappotto (oltre a controsoffitti in cartongesso ed intonaci decorativi).
Se abiti a Vicenza o Verona e stai pensando di fare un cappotto termico a casa tua vienimi a trovare nel punto vendita di Costo di Arzignano (Vicenza). Ti farò vedere alcune tipologie di cappotto e sceglieremo assieme la soluzione che fa per te. Se lo vorrai mi occuperò io di tutto e ti organizzerò il cantiere "chiavi in mano".
Se non abiti da queste parti non posso fare altrettanto... abbiamo deciso di lavorare solamente nelle province di Vicenza e di Verona in modo da poter seguire bene i cantieri e dare la giusta assistenza ai clienti.
Ma puoi comunque sottopormi domande, osservazioni commentando qui di seguito.
Se vuoi approfondire l'argomento ti consiglio inoltre di leggere anche:
CAPPOTTO: GLI ERRORI DA NON FARE
Salve ho fatto realizzare il cappotto esterno alla mia abitazione e' stato interrotto a circa sotto il solaio a circa 50 centimetri di altezza dal marciapiede lasciando fuori una trave esterna mi puo creare problemi di ponti termici grazie per la risposata